I Marchesi Gravina furono prodighi di ospitalità nelle loro proprietà siciliane di Giarre ed Acireale. A Napoli abitarono in via dell’Incoronata, nel palazzo considerato il più importante del Rinascimento napoletano.
Quando, nel 1878, si trasferirono da Napoli a Roma diedero vita ad un salotto nel quale si avvicendarono personaggi di corte, del mondo politico, artistico, economico: salotto che divenne fra i più ambiti, anche perché spesso onorato dalla presenza della regina, che aveva scelto la Marchesa come sua Dama di Compagnia.
I loro salotti furono frequentati dai maggiori esponenti della cultura del tempo come Giovanni Verga, Giosuè Carducci, Matilde Serao, Jules Verne. Testimonianza di queste “amicizie” sono gli album, una raccolta di 80 opere di 60 autori, tutti regali ed “omaggi” alla Marchesa.
Un album oggi restaurato, che da otto anni è una mostra itinerante e che quest’anno torna a Napoli, luogo da cui giustamente partì: ottanta pezzi, soprattutto acquarelli, ma anche disegni, ritratti, dipinti, schizzi, alcune dediche, il tutto a formare un vero spaccato di storia e di arte vissuta. Non opere commissionate ma il più delle volte vera arte estemporanea che racchiude il fascino della realtà colta e disegnata.
Nell’album degli autografi il Carducci descrive l’incontro con la Marchesa e Giovanni Verga le scrive: ” In mezzo al frastuono delle grandi città io penso ai dolci tramonti della mia isola natia, al suo mare turchino ed all’Etna superbo; e forse piacerà anche a Lei, Marchesa, che Le abbia rammentato i giorni sereni passati nella sua Villa presso Catania, con questo ricordo.”
Agli autografi si affiancano opere di artisti di rilievo dell’area napoletana come Domenico Morelli, Alessandro Altamura, Michele Cammarano, Giacinto Gigante… e dell’area romana come Francesco Jacovacci, Cesare Mariani, …e dell’area siciliana a settentrionale come Eleuterio Pagliano, Antonio Zona, Fausto Zonaro .
La mostra è una buona occasione anche per visitare la “Casina Pompeiana “, bellissima cornice all’esposizione. Edificata nel 1870 in stile neoclassico prese il nome di Pompeiana in quanto accoglieva un’esposizione permanente di vedute di Pompei.
La casina è inserita nel meraviglioso contesto della Villa Comunale voluta da Ferdinando IV di Borbone nel 1778.
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