Alberto Biasi. Dep Art OUT, Ceglie Messapica, Brindisi. Courtesy Dep Art Gallery, Milano
Realizzate tra il 1959 e il 1960, le Trame di Alberto Biasi nascono dalla sovrapposizione di materiali quali garze, carte traforate per la bachicoltura e reti metalliche montate su sottili telai in legno. E sono proprio le Trame che Dep Art OUT presenta stasera in un luogo fuori dall’ordinario dove l’arte si manifesta in modo innovativo, ovvero nel trullo, icona della Puglia riconosciuta in tutto il mondo, che Dep Art Gallery – nella stagione estiva – trasforma in uno spazio espositivo extra-ordinario, immerso nelle campagne tra Ceglie Messapica e Martina Franca.
Biasi – protagonista anche in galleria a Milano con la mostra Politipi, ve ne avevamo parlato qui – per la realizzazione delle Trame sceglie materiali umili, reperibili all’epoca in qualsiasi consorzio agrario o ferramenta di paese, materiali che per lui diventano lo strumento per esplorare scientificamente la percezione visiva: il disallineamento progressivo delle maglie genera pattern reticolari in continua vibrazione e spettacolari effetti moiré, rivelando “l’invisibile” che si cela nei fenomeni ottici.
Se nelle avanguardie degli anni ’60 l’oggetto d’uso comune veniva spesso elevato a feticcio artistico, l’obiettivo di Biasi è opposto: il punto non è nobilitare la garza, ma renderla pura interfaccia tra luce e occhio, regolando il fenomeno attraverso una progressione misurabile di densità e inclinazioni. Il risultato è ogni volta inedito, capace di trasformarsi ad ogni passo dello spettatore.
In Puglia, con la curatela di Federico Sardella, il dialogo che si instaura tra Trame e trullo si fonda su un sottile gioco di risonanze materiche e strutturali. L’architettura innalzata “a secco” con candide pietre che si sostengono per forze contrapposte, segue un pattern preciso ed essenziale. Allo stesso modo, sin dagli albori, la tessitura si compone «filo su filo», diventando così tenace da servire per vesti, sacchi o addirittura vele. Se un tempo il trullo era considerato una dimora umile, oggi stupisce per la sua architettura eccezionalmente solida. Con le sue Trame, Biasi costruisce perfetti esempi di arte cinetica, in cui il movimento — soltanto apparente — scaturisce da un magistrale equilibrio tra semplicità costruttiva e complessità percettiva.
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