Bruno Paneghini
Morto improvvisamente questa mattina nella sua abitazione, per un malore, a 61 anni, Bruno Paneghini, fondatore, presidente e amministratore delegato di Reti Spa, figura centrale dell’imprenditoria tecnologica italiana e tra i più attivi collezionisti e mecenati del Paese. Nato a Busto Arsizio il 10 settembre 1964, Paneghini lascia la moglie Ilenia e una comunità profondamente colpita dalla perdita di un imprenditore che vedeva nella sua attività anche una importante occasione di cultura.
La sua storia professionale iniziò in Olivetti, Fininvest e Dell ma è nel 1994 che decise di costruire qualcosa di proprio, fondando una piccola società di consulenza informatica destinata a diventare, negli anni, uno dei principali player italiani nel settore dell’IT consulting e della system integration. Reti Spa, prima società benefit italiana quotata su Euronext Growth Milan e certificata B-Corp, conta oggi oltre 300 dipendenti e un valore della produzione superiore ai 32 milioni di euro. Una crescita sostenuta da una visione imprenditoriale rara nel panorama italiano, che unisce tecnologia, benessere, sostenibilità e cultura.
Questa visione si è concretizzata nel Campus Reti, lo storico cotonificio Venzaghi riconvertito in un centro di innovazione e, allo stesso tempo, in un luogo di incontro tra arte, lavoro e comunità. Nei 20mila metri quadrati salvati dall’oblio e restituiti alla città, si anima uno spazio culturale vivo: corridoi, uffici e sale riunioni accolgono oltre 300 opere della Collezione Paneghini, costruita negli anni insieme alla moglie. Una passione che seguiva una precisa idea di impresa: educare lo sguardo per nutrire l’immaginazione, far convivere pensiero tecnico e sensibilità estetica.
Il Campus è diventato un luogo aperto al pubblico, con lo stesso Paneghini, che accompagnava i visitatori. Seguendo questa visione, tra il 2023 e il 2024 Reti Spa ha anche collaborato generosamente con il Premio Cramum, ospitando le opere dei finalisti della decima edizione e confermando il Campus come uno dei centri italiani più attivi nella promozione dell’arte contemporanea e del talento emergente.
Accanto all’impegno collezionistico, Paneghini era protagonista di numerosi progetti dedicati alla diffusione della cultura visiva e digitale. Un anno fa aveva assunto la presidenza della Fondazione ITS Incom, istituto tecnico superiore dedicato alle tecnologie dell’informazione, per il quale stava seguendo lo sviluppo della nuova sede nello storico Palazzo Minoletti di Gallarate.
La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di cordoglio. Il sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, ha parlato di un «Imprenditore illuminato» che ha segnato profondamente la città, mentre l’assessora Manuela Maffioli ha ricordato «La lungimiranza nel coniugare lavoro, cultura e bellezza», sottolineando come la sua collezione rappresenti oggi «Una splendida immagine della nostra Busto».
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