Categorie: Personaggi

Addio a Chuck Close: morto il maestro statunitense dell’Iperrealismo

di - 20 Agosto 2021

Pittore e fotografo, conosciuto per i suoi grandi ritratti iperrealisti, Chuck Close è morto a New York ieri, 19 agosto 2021, a 81 anni. Ad annunciarlo, Pace Gallery, la galleria che rappresentava l’artista. «Sono molto addolorato dalla perdita di uno dei miei più cari amici, tra i più grandi artisti dei nostri tempi. I suoi contributi sono indistricabili dai traguardi dell’arte del ventesimo e del ventunesimo secolo», ha commentato Arne Glimcher, presidente di Pace Gallery. Trasponendo i soggetti delle sue fotografie in dipinti, Chuck Close è noto per la sua innovativa ritrattistica concettuale. Artista irrequieto e sfidante delle modalità percettive convenzionali, in una carriera durata oltre 50 anni Chuck Close ha spaziato tra varie forme di rappresentazione, tra pittura, stampa, disegno, collage, dagherrotipi e Polaroid e, più recentemente, arazzi.

Nato il 5 luglio 1940, a Monroe, Washington, Stati Uniti, paralizzato dal 1988 a causa di un collasso dell’arteria vertebrale, Chuck Close ha usato l’arte come mezzo di conoscenza. Studiò all’Università di Washington e successivamente a Yale, quindi iniziò a emulare gli stili di Arshile Gorky e Willem de Kooning, considerandosi un espressionista astratto della nuova generazione e passando dalle forme biomorfe alla figurazione. Dopo aver studiato all’Akademie der Bildenden Künste di Vienna con una borsa di studio Fulbright, Close tornò negli Stati Uniti nel 1965. Insegnò pittura all’Università del Massachusetts, ad Amherst, dove avrebbe presentato la sua prima mostra personale.

Cercando di rompere con lo stile gestuale che aveva caratterizzato il suo lavoro da studente, Close si spostò verso una figurazione dalle influenze pop prima di abbracciare gli strumenti dell’arte commerciale e dell’illustrazione. Basando i suoi dipinti su immagini fotografiche, Close ha ridotto la sua tavolozza al bianco e nero. Una delle opere più famose dell’artista di questo periodo è il dipinto su larga scala Big Nude (1967). La sua mostra personale alla University of Massachusetts Art Gallery nel 1967 presentava dipinti di nudi maschili, una mossa controversa e che portò a un caso giudiziario storico.

Dopo essersi trasferito a New York, Close continuò a esplorare il realismo, usando un aerografo per dipingere ritratti fotografici in bianco e nero di se stesso, della famiglia e degli amici su tele di grandi dimensioni. Ha partecipato alla sua prima mostra a New York nel 1970 alla Bykert Gallery insieme a Lynda Benglis e Richard Van Buren.

Chuck Close, Self-Portrait I , 2015, olio su tela, 72″ x 60″ (182,9 cm x 152,4 cm) © Chuck Close

Esplorando diverse modalità di rappresentazione, Close ha iniziato alla fine degli anni ’70 a fare un uso esplicito di un sistema a griglia o di una griglia irregolare basata su un rapporto fisico con il suo supporto. Le opere risultanti si leggono come mosaici pixelati in cui lo spettatore fonde aree distinte di colori giustapposti, forme, linee e impronte digitali, in un’immagine unificata. La prima retrospettiva dell’artista, intitolata “Close Portraits”, è stata organizzata dal Walker Art Center di Minneapolis, nel 1980.

Nel 1988 all’età di 48 anni, Close fu colpito da aneurisma spinale. Dopo un percorso di riabilitazione, riuscì a riacquistare la capacità di dipingere usando un dispositivo per tenere il pennello legato al polso e all’avambraccio. A partire dal 1991, ha continuato le sue esplorazioni sulla ritrattistica attraverso la produzione di arazzi in seta. Nel giugno 2015, gli è stata diagnosticata la demenza frontotemporale, che provoca atrofia cerebrale che porta a una progressiva perdita delle funzioni cerebrali.

Nel 2018 fu accusato di molestie a sfondo sessuale in ambito lavorativo, ammettendo le sue colpe e scusandosi pubblicamente.

L’artista è attualmente oggetto di una mostra personale co-organizzata da Pace alla Tatintsian Gallery di Mosca, mentre nel 2020 ha avuto mostre personali con Pace e White Cube a Hong Kong.

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