Categorie: Personaggi

Mecenati del 21esimo secolo. Intervista al violinista Hans Liviabella

di - 19 Settembre 2019

Che significato assume il mecenatismo per i musicisti? Si tratta prima di tutto di uno scambio di generosità creativa. Prosegue la rubrica “Parliamo di mecenatismo” con la preziosa opinione del violinista Hans Liviabella, nato in una famiglia di musicisti e il cui trisnonno era allievo di Rossini. Avviato dal padre allo studio del violino a soli quattro anni, grazie al sostegno di mecenati Liviabella suona uno Stradivari del 1708 e un Cappa del 1700.

Potrebbe esistere l’arte senza mecenati?

«Vivo l’arte costantemente nella mia vita, oltre alla musica sono attratto da tutto ciò che che è arte. Appassionato di arte figurativa, fotografia e design…trovo ispirazione da qualsiasi fonte di creatività artistica. Penso che l’arte esista nella nostra mente creativa a prescindere dall’intervento di qualcuno che, direttamente o indirettamente, decida di sostenere un artista affinché possa esprimersi nelle condizioni migliori. Tuttavia, la vera essenza dell’arte prevede che essa debba essere goduta appieno da tutti. Il mecenate ne è consapevole e, affiancandosi all’artista, farà in modo che l’arte non rimanga nascosta».

In che modo il mecenatismo è entrato nella sua vita?

«Il mecenatismo ha avuto una fondamentale importanza nel mio percorso artistico come musicista. Gli incontri sono avvenuti in modo naturale, a volte quasi inaspettato. Incontri con persone che mi hanno seguito a distanza e che hanno vissuto una generosità senza condizioni. Posso nominare Francesca Gentile Camerana,direttore artistico dell’associazione per la musica De Sono di Torino, che mi ha sostenuto in tutto il periodo di studio concedendomi una borsa di studio e dandomi la possibilità di scegliere il mio percorso di perfezionamento. Parlo di un tipo di generosità dettata dallo stupore del quale godono le persone che sanno ancora meravigliarsi di fronte all’arte e all’artista. Il Mecenatismo ha avuto un significato molto importante anche riguardo la possibilità di poter suonare strumenti di grande valore, grazie a chi fino ad ora mi ha dato fiducia. È cosa importantissima infatti per un musicista poter avere il mezzo migliore per esprimersi. Il primo violino importante che ho potuto suonare era uno splendido Maggini del 1620, nominato “Giorgio III”,proprio perché appartenuto a Re Giorgio III d’Inghilterra, gentilmente concessomi dalla collezione Costa di Genova che mi ha permesso di affermarmi in molti concorsi. A tutt’oggi, invece, ho il piacere di poter suonare due violini: un Cappa del 1700 messomi a disposizione da una fondazione privata del Liechtenstein e il meglio che si possa desiderare, uno Stradivari del 1708, di proprietà di un importante collezionista Italiano».

Hans Liviabella

Come si contraddistingue una buona relazione tra un artista e un mecenate?

«Penso che le relazioni nascano in modo molto naturale e si costruiscano via via attraverso la fiducia e la reciproca ammirazione. Parlo di una relazione dove entrambi i soggetti hanno consapevolezza delle finalità del loro operato, che è quello di mettersi a servizio di una delle cose più belle che l’uomo possa vivere: l’emozionarsi di fronte alla potenza rivelatrice dell’arte».

Che consiglio darebbe ai giovani che intendono entrare in contatto con il mondo del mecenatismo?

«Non dimenticare mai che la generosità genera generosità. Entrare in contatto con un mecenate significa entrare in simbiosi con un modo di pensare del tutto altruista. Sarà questa linea di pensiero comune a portare verso una collaborazione più sincera e a conferire valore ai propri progetti».

Hans Liviabella è Primo violino del Quartetto Energie Nove, Primo dei secondi violini dell’Orchestra della Svizzera italiana e membro della Chamber orchestra of Europe. Parteciperà al simposio “Sinfonie d’Intenti: passioni, visioni e progetti di mecenatismo musicale” (Conservatorio della Svizzera italiana, 18 ottobre 2019. www.conservatorio.ch).

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