UN CENTENARIO PRECOCE |

di - 29 Ottobre 2009
Il primo centenario di un evento storico è una sorta di
prova del nove che equivale al passaggio dall’adolescenza all’età matura nella
vicenda biografica di un individuo. Quando un uomo diventa adulto assume
sicurezza di sé e maggiore serenità nei confronti del proprio destino, proprio
perché sopisce allora gli ardori puberali, l’emotività eccessiva e le carenze
psicologiche che accompagnavano la prima fase della sua vita.
Lo stesso avviene o dovrebbe avvenire per l’esercizio
storiografico. Come disciplina, la storia lavora sul passato, ma lo storico sa
che c’è un settore particolare, come lo studio del passato prossimo, che lo
induce a riflettere su un’epoca corrispondente a quella dei propri genitori o
dei propri nonni, ancora nutrita di passioni accese, motivazioni affettive e
risentimenti che impediscono talvolta un giudizio sereno, inquinando la
necessaria distanza critica, che è invece uno dei caratteri fondamentali della
deontologia dello storico. Insomma, i cadaveri sono ancora caldi e, quando è
così, risulta difficile rimanere indifferenti.
La ricorrenza del primo centenario di un evento storico è,
in questo senso, un momento magico, perché per la prima volta ci si pone al di
là della biografia, si lavora su dati ormai certi, così come certa è la morte
dei protagonisti dell’evento di cui ci si sta occupando.

Il primo centenario del Futurismo, significativamente
segnato dalla morte di Luce Marinetti, figlia del fondatore del movimento,
avrebbe dovuto essere questo: un’oasi di serenità finalmente raggiunta, un
raffreddarsi delle passioni e delle polemiche, un esame finalmente sereno del
ruolo svolto dalla nostra avanguardia in seno alla cultura italiana. Solo
rispetto al raggiungimento di questi obiettivi, il centenario ancora in corso
potrebbe dirsi riuscito.
Tocca invece constatare che si è ancora molto lontani da
una simile meta. Anzi, è come se questo centenario fosse stato troppo precoce,
come se cento anni non bastassero per collocare infine il Futurismo nelle
vetrine della storia.
Il lavoro storiografico sul Futurismo è cominciato
praticamente subito dopo il secondo dopoguerra. Dagli anni ‘50 in poi, non si è
mai cessato di pubblicare libri e organizzare mostre sui futuristi, sulle idee
futuriste, sulle opere del Futurismo. Ma sempre con una vena polemica, con un
voluto atteggiamento di pro e di contro. Bisogna dire che il Futurismo,
avanguardia militante, sociologicamente motivata e attivista sul piano
politico, non poteva lasciare indifferenti.

Il progetto futurista era stato quello di dare all’Italia
una identità culturale e artistica moderna, di introdurla così nel concerto
delle nazioni europee a pari grado con gli altri Paesi, cioè non in quanto “museo
a cielo aperto

(Quatremère de Quincy), come era stato stabilito subito dopo la Rivoluzione
francese. Quando la Francia rubò all’Italia la leadership della cultura
europea, assumendosi il ruolo di portavoce della modernità, il nostro Paese si
trovò ormai relegato ad essere la “terra dei morti” (Lamartine), cioè dei musei, dei
monumenti e dell’archeologia.
Fondando polemicamente il Futurismo, Marinetti voleva che
l’Italia diventasse una nazione uguale alle altre, capace di dare il suo
contribuito al presente e alla storia collettiva della cultura europea e
internazionale. Il Futurismo è stato essenzialmente questo ed è soprattutto su
questo che andava giudicato all’ora del suo primo centenario.
Invece di collocare definitivamente il Futurismo nella
storia, a una sana equidistanza dalle passioni e dalle partigianerie politiche,
si è ancora fermi allo spirito polemico di chi nega il suo valore a causa delle
idee che l’hanno portato a naufragare nel ventennio fascista, oppure di chi lo
rivendica con orgoglio considerandolo come la punta di diamante di una cultura
di destra che non esita dichiararsi erede del fascismo. In definitiva, questa
continua, contraddittoria e semplicistica insistenza sul legame tra fascismo e
Futurismo nuoce all’immagine della nostra avanguardia, negandogli un giusto
riconoscimento nel panorama internazionale.

Non è un caso se sono stati soprattutto i comuni e le
regioni d’Italia dove le destre sono al potere ad interessarsi al centenario
con manifestazioni e iniziative di ogni tipo. Strumentalizzando il Futurismo ai
fini dell’attualità politica, parecchie di queste celebrazioni non sono
riuscite a valorizzarlo in quanto tale, cioè come parte fondamentale del
patrimonio culturale del nostro Paese. E si tratta di un errore, anche perché i
caratteri essenziali del Futurismo non possono essere identificati nell’evoluzione
contingente che ha finito per chiuderlo nel gioco politico dell’Italia ormai
alla deriva del primo dopoguerra.
Per raggiungere una visione oggettiva dei fatti storici,
ma anche per superare i meri eventi di cronaca e per non essere più imbrigliati
in pregiudizi grossolani e stereotipi banali, c’è ancora molto su cui lavorare.
In quanto avanguardia che ha dato molto in termini di costruzione dell’identità
culturale italiana post-risorgimentale, il Futurismo meriterebbe un
affrancamento dalla schiavitù ideologica cui è sottoposto da decenni.

Il suo primo centenario rischia di essere, da questo punto
di vista, un’occasione clamorosamente perduta.

articoli correlati
Futurismo e fotografia a Firenze

giovanni lista


*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n.
60. Te l’eri perso? Abbonati!

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

Alessandria Preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento

Dopo il successo di Alessandria Scolpita nel 2019, il Palazzo del Monferrato ospita sino al 6 ottobre 2024 Alessandria Preziosa.…

3 Maggio 2024 0:02
  • Arte contemporanea

Maurizio Cattelan va a New York, per la sua prima mostra da Gagosian

Maurizio Cattelan torna a esporre in galleria dopo più di 20 anni, esordendo da Larry Gagosian a New York. E…

2 Maggio 2024 20:47
  • exibart.prize

Ecco i nomi che compongono la giuria di exibart prize N4

Andrea Gambetta, Antonio Addamiano, Uros Gorgone, Cesare Biasini Selvaggi, Manuela Porcu, Fabio Mongelli, Simone Manuel Sacchi, Edson Luli, Federico Pazzagli,…

2 Maggio 2024 17:28
  • Personaggi

In ricordo di Pino Pinelli: artista, amico e consigliere

A pochi giorni dalla sua scomparsa, l'artista Pino Pinelli viene ricordato dal gallerista Antonio Addamiano. Tra mostre, progetti passati e…

2 Maggio 2024 17:15
  • Arte contemporanea

Nasce la Capitale italiana dell’Arte contemporanea: la prima edizione si terrà nel 2026

È stata presentata ufficialmente oggi a Roma la nuova iniziativa della Capitale italiana dell’arte contemporanea voluta dal Ministero: per candidarsi…

2 Maggio 2024 16:14
  • Mostre

Narrazioni classiche contemporanee: Michelangelo Galliani in mostra a Bologna

Rielaborare la classica figura del martire, attraverso materiali eterogenei, per riscoprire una scultura di valori contemporanei: allo Studio la Linea…

2 Maggio 2024 12:10