Una legge per l’arte

di - 26 Marzo 2004

Onorevole Carra, sta portando avanti un disegno di legge sull’arte contemporanea e soprattutto sul suo mercato. Che tipo di scelta è? L’arte contemporanea non è certo un ambito capace di portare voti o consensi in quantità considerevoli. Dunque questo interessamento deriva da una passione personale o da una scelta unicamente politica?
Se non porta voti, l’arte contemporanea è certo un’espressione della qualità culturale di un paese, e un termometro di come il paese considera il bene ‘cultura’, se un bene passivo, un orpello di rappresentanza o un elemento attivo e fondamentale della società. Noi ci riposiamo sulla nostra cultura artistica del passato, dimenticando ogni tanto che chi secoli fa ha promosso e consentito all’arte di realizzarsi, esistere e divenire patrimonio di oggi ha investito sui contemporanei. Il contemporaneo di oggi è il patrimonio storico di domani come l’antico di oggi è stato il contemporaneo di ieri. E’ impensabile non fornire gli elementi alla creatività italiana per divenire patrimonio di domani. Dobbiamo fornire nuove fondamenta, per restare domani e perché no in un futuro ancora più lontano ciò che siamo stati nella cultura del mondo. E’ un progetto a lungo termine certo, una strategia che dovrebbe divenire una caratteristica di un paese, non un di più per pochi.

Senz’altro l’idea sarà stata ispirata anche da operatori del settore. Galleristi, direttori di museo ecc. Chi sono le persone del mondo dell’arte che hanno lavorato con lei alla legge?
Tutti i relatori del convegno hanno dato il loro contributo all’ideazione e alla traccia principale della proposta (Ida Giannelli, Danilo Eccher, Klaus Woelfer, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Panza di Biumo, Gian Chiarion Casoni, Massimo Di Carlo, Claudia Gian Ferrari, Chiara Bertola, Andrea Pagano di Italre Itlian Studies for PS1 Moma), ma un contributo decisivo per il tavolo di lavoro della legge lo hanno dato in particolar modo Gian Chiarion Casoni, dottore commercialista che da anni si occupa a livello internazionale di cultura e fisco, Pio Baldi e l’ANGAMC (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea). Non abbiamo voluto imporre né insegnare nulla, abbiamo svolto per mesi una vera e propria inchiesta su tutti i fronti sentendo più voci e interpellando per il convegno un rappresentante per ogni categoria in gioco nel circuito ‘opera d’arte’: artista, gallerista, istituzione, collezionista.

Quali sono in breve i punti salienti della proposta?
La riduzione dal 20% al 4% dell’aliquota IVA che grava sulla compravendita delle opere d’arte per recuperare competitività sui mercati internazionali. Un esempio, un gallerista italiano alla Fiera di Basilea propone un’opera di un artista. A parità di prezzo lo stesso artista viene venduto da un gallerista straniero con un’IVA nettamente inferiore. Perché un collezionista dovrebbe farsi carico del 20% o poco meno in più per acquisire lo stesso artista? Prova ne sono il dinamismo del mercato statunitense, britannico, tedesco e, da quando ha abbassato l’aliquota IVA, di quello francese. Il secondo punto è la creazione di un regime speciale IRPEF ed IVA per gli artisti con un volume di affari inferiore a 50.000 euro calcolato solo sul 40% del loro volume di affari per aiutare i giovani artisti emergenti. In seguito, la detraibilità della spesa sostenuta per acquisto di opere d’arte per allargare il mercato dell’arte, il credito d’imposta per recuperare l’IVA delle opere cedute gratuitamente ai musei, infine la deducibilità dei 2/3 delle spese sostenute per l’acquisto di opere d’arte nell’ambito di un’attività di impresa per incentivare la domanda; su questo ultimo punto stiamo verificando se è possibile aggiungere alle imprese anche gli studi professionali.

Un regime fiscale agevolato per gli artisti. Perché?
Così è in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, anche se con modalità diverse. I nostri artisti sono svantaggiati rispetto agli artisti stranieri. Non hanno una posizione fiscale e questo crea difficoltà laddove l’arte è considerata una professione e non un hobby. Rinunciano spesso alla partita IVA perché troppo oneroso aprirla e troppo complicato seguire la contabilità. Un artista privo di personalità fiscale è un fantasma sul mercato internazionale, magari arriva a 40 anni ad affermarsi ma dietro di sé non ha una traccia documentale del suo percorso fiscale, e cioè del suo eventuale successo. Inoltre abbiamo voluto sostenere l’artista non quando è già tale, quando cioè è già affermato, ma quando deve decidere se esserlo o rinunciare al cammino che gli si prospetta. Se questo cammino gli viene facilitato e supportato almeno non dovrà rinunciarvi solo per difficoltà burocratiche, spese di materiale e altri fattori scoraggianti. Ogni creatività perduta è un impoverimento per la società. Non tutti cominciano per continuare, ma almeno coloro che decidono di essere artisti e di perseguire vanno sostenuti nel momento iniziale.

E’ importante assistere i creativi dal punto di vista fiscale-burocratico, ma la vera mancanza italiana è la formazione. L’Ulivo e La Margherita in particolare ha riflettuto sulla impellente necessità di riformare il sistema delle Accademie?
Certamente, ma per ottenere dei risultati è necessario focalizzare dei settori e delle problematiche specifiche e ben delimitate, ascoltare e consultare le parti in gioco, e proporre poche soluzioni, chiare, fattibili, di rapida attuazione e realistiche. Affrontare tutto insieme porta il rischio di confusione. Sentiremo le parti in causa, consapevoli che ogni paese ha le sue legislazioni vigenti che non si possono né si devono necessariamente azzerare con un colpo di spugna, ma anche attenti a quanto accade fuori frontiera. Oggi è necessario agire in maniera diretta, semplice ed efficace, i tempi sono più veloci di prima, anche alla luce dell’allargamento dell’Unione Europea. Ad esempio la Repubblica Slovacca sta rinnovando o addirittura creando di sana pianta tutto il suo nuovo sistema fiscale. Dobbiamo tenerne conto, il mondo sta cambiando, non è una banale osservazione, è una realtà, dalla quale dobbiamo cercare di non restare fuori.

Il volume degli affari nel mercato italiano dell’arte è un grande mistero. Da più parti si sospetta una quantità di vendite in nero, proprio in causa del regime fiscale troppo oneroso. Il progetto di legge sembra finalmente creare le condizioni per una certa trasparenza. In che modo?
Non è solo il problema del mercato sommerso. Questa proposta intende incentivare, ovvero creare un nuovo mercato, di chi si affaccia oggi sul mondo dell’arte contemporanea, i nuovi collezionisti, le nuove generazioni, che non devono percepire l’investimento in arte contemporanea come qualcosa di ‘difficile’, lontano dalla loro mentalità e dalle loro possibilità. Una aliquota IVA al 4% significherebbe quanto meno non scoraggiare l’acquisto, attirare un nuovo pubblico, instaurare una mobilità e un movimento attorno all’opera d’arte di cui si gioverebbero non solo i diretti interessati – artisti, galleristi, collezionisti, musei – ma anche tutte quelle categorie che ruotano attorno all’arte: tipografi, stampatori, artigiani, trasportatori, assicurazioni, ecc. Tutte categorie che vedrebbero crescere il loro giro di affari andando ad aumentare il gettito per lo stato.


Una legge che vuole sostenere il mercato e che è proposta da sinistra. Questa iniziativa non rischia in qualche modo di vedere diviso anche il vostro stesso schieramento? Anche considerando l’idea romantica ed antimercato che hanno dell’arte le frange più radicali dell’Ulivo e dell’opposizione in generale?
Un antimercato crea un contro-mercato. Noi vogliamo evitare che si venga a creare una specie di mercatino aperto a tutti, improvvisati e improvvisatori, un bazar dove il far-west la farebbe da padrone. Una legge fiscale chiara e accessibile e che non sia punitiva verso chi decide di investire su un artista contemporaneo – investimento che per certi versi porta a rischi maggiori rispetto a un investimento in arte antica perché l’artista contemporaneo è per definizione stessa in fieri e quindi non ancora storicizzato – non può che essere accolta con favore. Questa proposta va incontro a chi da anni invoca non solo la facilitazione dell’operare nel mercato artistico ma anche la regolarizzazione, ci si è resi conto ormai che se vogliamo promuovere i nostri artisti anche all’estero dobbiamo farli emergere da una situazione che rischia di divenire nostrana e autarchica e quindi provinciale. Non colgo nulla di romantico dall’assenza della nostra creatività nell’universo artistico internazionale, anzi credo che dal modo in cui un paese sostiene l’arte contemporanea e in cui diventa un polo di scambi fra diverse nazioni si può valutare il suo livello culturale. Questa è una proposta che risponde alle voci del mondo dell’arte più che del mondo politico e che credo possa essere da tutti condivisa. La cultura va diffusa e al suo più alto livello. Va infiltrata nel tessuto sociale, nel quotidiano di tutti gli individui, e non solo di pochi privilegiati o illuminati. In Germania un giovane studente magari per riuscire ad acquisire la sua prima opera d’arte rinuncia a motorino, macchina, vestiti o televisori. In Austria esiste l’Arthotek, una biblioteca ma di opere d’arte con opere di artisti di vario livello, dai più noti ai meno, che vengono date in affitto a un prezzo simbolico al mese. Ebbene, il 30% delle persone che vedono un’opera in casa loro per un mese non se ne vogliono più separare. Questa non è solo un’operazione di mercato, è una diffusione e un’accessibilità reale alla cultura.

Art. 1: come si stabiliscono “gli spazi pubblici e privati accreditati dal sistema dell’arte”? Non si rischia un’arte di regime? Non esiste troppa arbitrarietà e quindi rischio di discriminazioni?
Bisogna definire chi è l’artista, anche per stabilire chi può ottenere il regime fiscale agevolato. Eppure abbiamo pensato che oggi non è più sufficiente né adeguato aggiungere tecniche a quelle precedenti. Ad oggi cioè si giudica artista chi esegue opere di un certo tipo, con un elenco di tecniche (es. pittura, scultura, ecc.). Aggiungere il video o la fotografia a queste tecniche di esecuzione a nostro avviso non esprimeva il cambiamento fondamentale dell’operare contemporaneo: come definire il limite fra le varie arti di ‘contaminazione’, come definire fenomeni anche non così recenti come la body-art o la performance, o l’avvento del digitale? Inoltre ormai la velocità dell’innovazione è tale che fra un anno potrebbe essere inventata una nuova tecnica. Che fare allora, aggiungerla all’elenco? Ci è sembrato di dover spostare la definizione da cos’è un’opera d’arte a chi è un artista. Questo proprio perché oggi è impossibile definire cosa è opera d’arte e cosa non lo è. Porre definizioni troppo specifiche dei luoghi dove un artista deve aver esposto sarebbe restrittivo e non terrebbe conto dei nuovi spazi che andranno a crearsi, essere troppo generici significherebbe invece dar per buono qualsiasi spazio pubblico o privato, municipio o salotto che sia. Per luogo accreditato non intendiamo un luogo omologato a un sistema da tutti uniformemente approvato, ma un luogo che abbia una sua storia certa o, se nuovo, un livello e una serietà evidente e accertabile.

La normativa attuale sulle donazioni liberali e sponsorizzazioni sembra poco chiara e, nonostante le buone intenzioni iniziali, non ha portato i risultati sperati. Pensate di porre mano a questo?
Anche questo è un settore di cui abbiamo parlato durante il tavolo di lavoro e sul quale certamente si potrà discutere. Certo è bizzarro che si consenta a una società di detrarre dalle tasse le spese di pubblicità ma non di investimento in arte.

E ora torniamo un poco sulle leggi già esistenti. La norma che prevede la notifica per le opere con più di 50 anni era ispirata alla volontà di una tutela maggiore del nostro patrimonio. Di fatto ha moltiplicato i problemi, impedendo la circolazione delle opere, discriminando la produzione degli artisti contemporanei, ingenerando l’aberrazione che un’opera minore di un artista minore con più di 50 anni sia maggiormente tutelata di un capolavoro di un big della contemporaneità. Il Codice Urbani ha cercato di porre rimedio, ma la norma appare sbagliata all’origine. Qual è la sua idea in merito?
E’ stata appena posta la notifica sulla collezione Burri di Città di Castello, secondo la volontà di Burri stesso che non voleva smembrarla. Certo è che l’Italia si stava e forse ancora si sta demunendo di tutti i suoi beni contemporanei. Forse bisognerebbe anche qui incentivare e far restare (o entrare) un’opera in Italia anziché impedire che esca. E’ un approccio diverso.

La Legge Bottai del 1942 del 2% appare poco e male applicata. E’ vecchia, frutto di un’altra mentalità ed epoca storica, eppure ancor oggi viene invocata da più parti. La sua opinione su questo?
Molti artisti che abbiamo sentito la invocano in effetti, lamentandone però le modalità. Si potrebbe ripensare ad esempio alla commissione che decide in merito a quali artisti approvare. Molti artisti e fra i più noti hanno rinunciato per le difficoltà burocratiche di partecipazione. Alcuni nomi di questi artisti che hanno rinunciato pur avendo il progetto erano veramente fra i nostri grandi contemporanei, è incredibile. Allora forse anche su questo punto, si potrebbe chiamare in commissione i nostri maggiori esperti.

Non crede che tanti dei problemi dell’arte contemporanea siano dovuti a ragioni strutturali? Pochi musei, poche gallerie civiche, pochissimi studi a disposizione degli artisti a condizioni agevolate, pochissima attitudine, da parte di Enti e istituzioni, a promuovere la circolazione e il dialogo con le strutture europee ed extraeuropee. Cosa si può fare in questo campo per migliorare la situazione?
E’ vero, e la risposta vale per le Accademie come per le altre strutture. Fondamentale però l’avere istituito la DARC al Ministero dei Beni Culturali, significa aver istituzionalizzato la consapevolezza che il contemporaneo va gestito autonomamente poiché ha una natura distinta – nonostante tutti i punti in comune – da ciò che lo precede. Il MAXXI è la grande scommessa del nostro paese, insieme ad altre realtà come il MART o il MACRO e molte Fondazioni, è il nostro primo Museo Nazionale di Arte Contemporanea e costituisce fra gli altri un fiore all’occhiello per il nostro paese di cui dobbiamo essere consapevoli.

Se la sente, in fine, di prometterci che precisi e circostanziati riferimenti all’universo dell’arte contemporanea (e non solo) saranno inseriti nel programma di governo della sua parte politica per le Elezioni del 2006?
Innanzitutto devo constatare, con soddisfazione, che la mia proposta è gia stata sottoscritta da cento parlamentari del centrosinistra. Questa è un’indicazione chiara per chi dovrà scrivere il programma dell’Ulivo in preparazione delle Politiche del 2006. Questa iniziativa non è solo una proposta di legge, è frutto di un convegno, in cui si è voluto dare libera voce a tutti gli attori del sistema arte contemporanea per mettere a tappeto i vari problemi. E’ nostra intenzione continuare su questa strada, dando sempre la prima parola a chi è all’interno del meccanismo. L’arte contemporanea non è solo un ‘biglietto da visita’ per il mondo, o l’immagine di un paese, ne è la sua espressione.

alfredo sigolo | massimiliano tonelli

[exibart]

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  • Caro Angelo, anch'io ho notato la facilita' con la quale si sono volatilizzati i nostri ultimi messaggi. Si vede che avevamo, o avevo, superato i limiti...cmq non capisco come mai tu ti sia accanito così tanto contro di me, se pensiamo che il messaggio dove dicevo se ti aspettavi che qualcuno leggesse il tuo "papiro" voleva solamente essere una boutade. Ti propongo una tregua, anzi proprio una pace definitiva. Pero' un'appunto te lo devo fare, se siamo 2 o 3 a zero per te almeno un punto me lo merito: come mai ti sei così infervorato in questo caso ma hai ignorato completamente un'altro mio messaggio dove invece mi trovo d'accordo con te e addirittura dico di ammirare il tuo idealismo? Non mi meritavo almeno una risposta? Non te lo ricordi? allora ti rinfresco la memoria:
    http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=204&IDNotizia=10451
    per il resto preferisco lasciar stare le polemiche e non avere nemici virtuali.
    ti saluto e ti auguro buona fortuna per le tue future battaglie.
    nameless or maless (come dici tu).
    ciao
    p.s.: rocco, un saluto anche a te senza rancore!

  • anche il mio commento e' stato cancellato, molte grazie...cmq rimango dell'opinione che il futuro dell'arte e' nel privato e non nel pubblico, basta leggere la denuncia di Urbani. Se va male pure per gli Uffizi!! L'arte cosiddetta "antica" e "moderna" sembrava l'unica a godere di una certa attenzione da parte dello Stato latitante...Ma è meglio così, che spendano più soldi per i servizi di primaria importanza come la sanita'! Ogni popolo ha il governo che si merita, infatti in un paese democratico vince chi ha piu' voti e a quanto pare alle ultime elezioni...

  • Vorrei dire all'on. Carra (o Carrà), di dire a tutta la Sinistra (sic!) che va dall'on.Bertinotti all'on Rutelli e Castagnetti, da quì alle prossime elezioni,di pensare seriamente ad uno Stato Sociale, che ridia credibilità all'Italia. Di non pensare solo a questa Legge per l'arte, ma di inserire voci specifiche a favore dell'arte e degli artisti, della ricerca scientifica, ecc.,ecc. Se vogliamo arginare le fughe di cervelli all'estero, e poi lamentarci "come mai?", da emeriti stronzi. Se vogliamo che questa nazione diventi civile. Guardiamo ogni tanto a nazioni come l'Olanda, la Germania...o vogliono menzionare questi paesi seri, solo quando gli fa comodo? Come è d'uso tra i vari rappresentanti parlamentari di destra...di sinistra e di centro.
    Non se ne può più, di sentire parlare solo di Berlusconi e della sue stronzate (adesso si parla della sua bandana). Non se ne può più, di sentire, anche leaders prestigiosi dell'opposizione, criticare e attaccare il cavaliere. Ma chi parla dell'Italia e dei suoi cittadini?Se ne parla si, ma in modo demagogico e obsoleto,da "lingue biforcute" solo per recitare a soggetto. Intanto loro restano i parlamentari più pagati d'Europa e i più privilegiati.Quand'è che si incomincia a fare Politica seria in Italia? Quand'è che la smettono di tagliare su tutto, tranne sui loro stipedni, che invece aumentano? Viva Zapatero! Ha saputo rispondere con autorevolezza a Bush. Ha dimostrato con semplicità e umiltà di avere un Progetto per la Spagna, alla quale molti italiani guardano con ammirazione oggi.

    Dov'è il programma del centro sinistra? Dov'è il programma della sinistra? Cosa ne vogliono fare della Biennale di Venezia? Della Triennale e della Quadriennale, ecc.ecc? Quand'è che in Italia si istituiscono Musei d'Arte Contemporanea? Per es. Milano non ne possiede uno. Ma il fatto è che in questa città della moda, non esiste nemmeno un Museo della Moda. Quand'è che si parla di una Scuola seria, dove l'insegnante e l'allievo vengono rispettati.Quand'è che si considera la disoccupazione un male sociale a cui porre rimedio, con il diritto di cittadinanza? In Campania, pare che stiano iniziando...con 50 anni di ritardo rispetto agli altri paesi europei.In Campania! A quando in Italia?. Altro che la Legge per l'arte per le agevolazioni fiscali...Ma chi se ne frega. Basta con la demagogia dei Musei e dei siti Archeologici, e poi non si catalogono i Beni delle nostre Chiese, continuamente soggette a furtie ad atti vandalici. Da parte mia eliminerei tutti i centri e i centristi del mondo, o coloro che si credono al centro del mondo...con tanta arroganza e creando solo impasse. Un paese che non va nè indietro e nè avanti. Anzi,fa un passo avanti e due passi indietro. Grazie ai centristi cosiddetti moderati ex democristiani ed ex socialisti, ed ex tutto, che già in passato hanno rovinato l'Italia. E poi ci mancava solo il cavaliere,per fare BINGOOOO!!
    NON SE NE PUò PIU'!!!!!!!!!!

    jAAAATEVENNEEEEEEEEEEEEEEE....

  • Angelo, come volevasi dimostrare rispondi ed attacchi solamente quando più ti fa comodo...Fai bene, però ora mi si spiega tutto, ciao ciao.

  • nameless, mi sa che stai impazzendo...parli da solo adesso. Mi fai preoccupare. Ma cosa hai capito di me? A che cosa stai rispondendo? A che cosa ti stai riferendo? Ma il dialogo tra me e te non era finito prima di ferragosto? Ciao, Ciao te l'ho detto già io, su tuo "gentile" invito, anche per essere educato.
    Sa ogni tanto per "nostalgia", apro questo sito, per appurare che cosa si racconta...Il livello è molto mediocre, salvo che per "In-incognito".Tu però, stai sempre lì...in agguato. Pare che ti paghino, per fare questo. Se cosi è, il lavoro lo fai molto, ma molto male. Non riesci a stimolare un dibattito interessante.
    Sei impreparato,pressapochista,arronzone e ti dai le arie da persona colta, fuori da ogni realtà. E poi, come reciti male: iscriviti all'Accademia d'arte drammatica "Silvio D'Amico". Fai ancora in tempo di ricominciare da zero. Sei giovane.VIVA FLASH ART. VIVA UNDO.NET. VIVA JIULIET. VIVA TEMA CELESTE. VIVA I VEGETALI IGNOTI, VIVA ART PRESS...ECC.,ECC. Per ultimo: VIVA IL CORRIERE DELLA SERA,VIVA L'ESPRESSO, almeno è un settimanale che si sforza di stare nella realtà italiana. Peccato però, che tempo fa, tolsero la Rubrica dell'arte. E' stato un grave errore.
    Lo vuoi un altro consiglio? Vai a fare una vacanza a Cuba, prima che Fidel Castro muoia, prima che quella terra meravigliosa venga invasa dalla nostra bella civiltà e dalla nostra libertà(come già è successo con i Paesi dell'Est Europeo, con tanti crimini e morti innocenti che ci portiamo nella coscienza)...fatta solo di consumismo,cinismo, delinquenza, ignoranza, miseria e volgarità...dove ogni cosa che tocchiamo diventa merda! Questa è la nostra DEMOCRAZIA?

  • eroicomico...patetico e logorroico, mi spiace molto per te...buona permanenza nella torre d'avorio e...restaci!!

  • Caro Good & Save, sono pienamente d'accordo con te.Ogni popolo ha il governo che si merita. Il fatto è che non mi preoccupa tanto l'attuale governo,che ne ha combinato di tutti i colori, e siamo diventati una vergogna internazionale, ma chi si candida nell'alternativa per ri-govenare il paese: l'opposizione.
    Per molti di loro, l'importante è sconfiggere il cavaliere. Si! Ma con quale programma? Con quale Stato Sociale? Con quali idee innovative, per far si che il paese incominci ad adeguarsi gradualmente agli altri partner storici europei, con i quali al momento ne condividiamo solo la moneta unica...incapaci, al momento di avere anche una politica unica e uno stato sociale unico. La mia impressione, e la mia vera preoccupazione, è che in quella Lobby Politica dei parlamentari italiani, avviene solo una lotta di potere fine a se stessa, e che dei problemi del paese se ne fregano,dei problemi degli italiani se ne fregano...non parliamo poi dei problemi degli artisti e dei tanti ricercatori in ogni campo, che ai loro occhi appaiono come dei "parassiti" e una "perdita di tempo".In parole povere, pare, che pensino solo a se stessi...è la realtà che parla.
    Per essempio, per tornare al nostro specifico.I motivi di fondo che spingono,in questo caso, l'on.Carra, a disegnare una Legge per l'Arte, in gran parte li condivido.Ma nel dibattito, e nella ricerca di collaborazione, non può limitarsi solo a certi nomi (con tutto il rispetto che nutro), ma dovrebbe invece ascoltare tante altre voci, soprattutto quelle del "dissenso",tra gli artisti in prima persona,i veri protagonisti dell'arte...la manovalanza...i cervelli...Non può l'on. Carra, che fa parte di una Lobby Politica, mettersi d'accordo con un'altra Lobby...quella dell'Arte. Questo mi fa sospettare. I problemi dell'arte li conoscono soprattutto gli artisti, e poi altri operatori del settore: critici d'arte,direttori di museo, di rivista,collezionisti,galleristi,ecc.
    Parlare e trattare, con umiltà e sensibilità i veri problemi della gente...i veri problemi del paese, senza fare demagogia. Solo cosi, forse si potrebbe iniziare un processo di rinnovazione per la nazione, dove i mistificatori, restauratori, conservatori e i reazionari di tutti i colori politici, avrebbero poco spazio. C'è ?

  • Caro Good & Save, sono pienamente d'accordo con te.Ogni popolo ha il governo che si merita. Il fatto è che non mi preoccupa tanto l'attuale governo,che ne ha combinato di tutti i colori, e siamo diventati una vergogna internazionale, ma chi si candida nell'alternativa per ri-govenare il paese: l'opposizione.
    Per molti di loro, l'importante è sconfiggere il cavaliere. Si! Ma con quale programma? Con quale Stato Sociale? Con quali idee innovative, per far si che il paese incominci ad adeguarsi gradualmente agli altri partner storici europei, con i quali al momento ne condividiamo solo la moneta unica...incapaci, al momento di avere anche una politica unica e uno stato sociale unico. La mia impressione, e la mia vera preoccupazione, è che in quella Lobby Politica dei parlamentari italiani, avviene solo una lotta di potere fine a se stessa, e che dei problemi del paese se ne fregano,dei problemi degli italiani se ne fregano...non parliamo poi dei problemi degli artisti e dei tanti ricercatori in ogni campo, che ai loro occhi appaiono come dei "parassiti" e una "perdita di tempo".In parole povere, pare, che pensino solo a se stessi...è la realtà che parla.
    Per essempio, per tornare al nostro specifico.I motivi di fondo che spingono,in questo caso, l'on.Carra, a disegnare una Legge per l'Arte, in gran parte li condivido.Ma nel dibattito, e nella ricerca di collaborazione, non può limitarsi solo a certi nomi (con tutto il rispetto che nutro), ma dovrebbe invece ascoltare tante altre voci, soprattutto quelle del "dissenso",tra gli artisti in prima persona,i veri protagonisti dell'arte...la manovalanza...i cervelli...Non può l'on. Carra, che fa parte di una Lobby Politica, mettersi d'accordo con un'altra Lobby...quella dell'Arte. Questo mi fa sospettare. I problemi dell'arte li conoscono soprattutto gli artisti, e poi altri operatori del settore: critici d'arte,direttori di museo, di rivista,collezionisti,galleristi,ecc.
    Parlare e trattare, con umiltà e sensibilità i veri problemi della gente...i veri problemi del paese, senza fare demagogia. Solo cosi, forse si potrebbe iniziare un processo di rinnovazione per la nazione, dove i mistificatori, restauratori, conservatori e i reazionari di tutti i colori politici, avrebbero poco spazio. C'è questa forza? Nella speranza di crederci...ne dubito.

    Con amicizia
    Angelo

  • Una volta in una galleria del centro(sala vuota) era esposta una scarpa femminile usata illuminata da un faretto.
    Lo Stato deve agevolare, mantenere, esentare anche l'artista in questione?
    No, ditelo, perché ho l'armadio pieno di scarpe usate, hai visto mai che svolto e chiudo la partita IVA.

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