26 marzo 2004

Una legge per l’arte

 
In effetti non se ne può più. L’intero panorama del mercato dell’arte ha assoluto bisogno di una legge che ne regolamenti le dinamiche. C’è necessità di un segnale da parte della politica. La prima mossa l’ha fatta La Margherita con uno screening della situazione, con un convegno (a metà febbraio) e con una proposta di legge. L’iniziativa è dell’Onorevole Enzo Carra. Che ce la racconta in questa ampia intervista…

di

Onorevole Carra, sta portando avanti un disegno di legge sull’arte contemporanea e soprattutto sul suo mercato. Che tipo di scelta è? L’arte contemporanea non è certo un ambito capace di portare voti o consensi in quantità considerevoli. Dunque questo interessamento deriva da una passione personale o da una scelta unicamente politica?
Se non porta voti, l’arte contemporanea è certo un’espressione della qualità culturale di un paese, e un termometro di come il paese considera il bene ‘cultura’, se un bene passivo, un orpello di rappresentanza o un elemento attivo e fondamentale della società. Noi ci riposiamo sulla nostra cultura artistica del passato, dimenticando ogni tanto che chi secoli fa ha promosso e consentito all’arte di realizzarsi, esistere e divenire patrimonio di oggi ha investito sui contemporanei. Il contemporaneo di oggi è il patrimonio storico di domani come l’antico di oggi è stato il contemporaneo di ieri. E’ impensabile non fornire gli elementi alla creatività italiana per divenire patrimonio di domani. Dobbiamo fornire nuove fondamenta, per restare domani e perché no in un futuro ancora più lontano ciò che siamo stati nella cultura del mondo. E’ un progetto a lungo termine certo, una strategia che dovrebbe divenire una caratteristica di un paese, non un di più per pochi.

Senz’altro l’idea sarà stata ispirata anche da operatori del settore. Galleristi, direttori di museo ecc. Chi sono le persone del mondo dell’arte che hanno lavorato con lei alla legge?
Tutti i relatori del convegno hanno dato il loro contributo all’ideazione e alla traccia principale della proposta (Ida Giannelli, Danilo Eccher, Klaus Woelfer, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Panza di Biumo, Gian Chiarion Casoni, Massimo Di Carlo, Claudia Gian Ferrari, Chiara Bertola, Andrea Pagano di Italre Itlian Studies for PS1 Moma), ma un contributo decisivo per il tavolo di lavoro della legge lo hanno dato in particolar modo Gian Chiarion Casoni, dottore commercialista che da anni si occupa a livello internazionale di cultura e fisco, Pio Baldi e l’ANGAMC (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea). Non abbiamo voluto imporre né insegnare nulla, abbiamo svolto per mesi una vera e propria inchiesta su tutti i fronti sentendo più voci e interpellando per il convegno un rappresentante per ogni categoria in gioco nel circuito ‘opera d’arte’: artista, gallerista, istituzione, collezionista.

Quali sono in breve i punti salienti della proposta?
La riduzione dal 20% al 4% dell’aliquota IVA che grava sulla compravendita delle opere d’arte per recuperare competitività sui mercati internazionali. Un esempio, un gallerista italiano alla Fiera di Basilea propone un’opera di un artista. A parità di prezzo lo stesso artista viene venduto da un gallerista straniero con un’IVA nettamente inferiore. Perché un collezionista dovrebbe farsi carico del 20% o poco meno in più per acquisire lo stesso artista? Prova ne sono il dinamismo del mercato statunitense, britannico, tedesco e, da quando ha abbassato l’aliquota IVA, di quello francese. Il secondo punto è la creazione di un regime speciale IRPEF ed IVA per gli artisti con un volume di affari inferiore a 50.000 euro calcolato solo sul 40% del loro volume di affari per aiutare i giovani artisti emergenti. In seguito, la detraibilità della spesa sostenuta per acquisto di opere d’arte per allargare il mercato dell’arte, il credito d’imposta per recuperare l’IVA delle opere cedute gratuitamente ai musei, infine la deducibilità dei 2/3 delle spese sostenute per l’acquisto di opere d’arte nell’ambito di un’attività di impresa per incentivare la domanda; su questo ultimo punto stiamo verificando se è possibile aggiungere alle imprese anche gli studi professionali.

Un regime fiscale agevolato per gli artisti. Perché?
Così è in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, anche se con modalità diverse. I nostri artisti sono svantaggiati rispetto agli artisti stranieri. Non hanno una posizione fiscale e questo crea difficoltà laddove l’arte è considerata una professione e non un hobby. Rinunciano spesso alla partita IVA perché troppo oneroso aprirla e troppo complicato seguire la contabilità. Un artista privo di personalità fiscale è un fantasma sul mercato internazionale, magari arriva a 40 anni ad affermarsi ma dietro di sé non ha una traccia documentale del suo percorso fiscale, e cioè del suo eventuale successo. Inoltre abbiamo voluto sostenere l’artista non quando è già tale, quando cioè è già affermato, ma quando deve decidere se esserlo o rinunciare al cammino che gli si prospetta. Se questo cammino gli viene facilitato e supportato almeno non dovrà rinunciarvi solo per difficoltà burocratiche, spese di materiale e altri fattori scoraggianti. Ogni creatività perduta è un impoverimento per la società. Non tutti cominciano per continuare, ma almeno coloro che decidono di essere artisti e di perseguire vanno sostenuti nel momento iniziale.

E’ importante assistere i creativi dal punto di vista fiscale-burocratico, ma la vera mancanza italiana è la formazione. L’Ulivo e La Margherita in particolare ha riflettuto sulla impellente necessità di riformare il sistema delle Accademie?
Certamente, ma per ottenere dei risultati è necessario focalizzare dei settori e delle problematiche specifiche e ben delimitate, ascoltare e consultare le parti in gioco, e proporre poche soluzioni, chiare, fattibili, di rapida attuazione e realistiche. Affrontare tutto insieme porta il rischio di confusione. Sentiremo le parti in causa, consapevoli che ogni paese ha le sue legislazioni vigenti che non si possono né si devono necessariamente azzerare con un colpo di spugna, ma anche attenti a quanto accade fuori frontiera. Oggi è necessario agire in maniera diretta, semplice ed efficace, i tempi sono più veloci di prima, anche alla luce dell’allargamento dell’Unione Europea. Ad esempio la Repubblica Slovacca sta rinnovando o addirittura creando di sana pianta tutto il suo nuovo sistema fiscale. Dobbiamo tenerne conto, il mondo sta cambiando, non è una banale osservazione, è una realtà, dalla quale dobbiamo cercare di non restare fuori.

Il volume degli affari nel mercato italiano dell’arte è un grande mistero. Da più parti si sospetta una quantità di vendite in nero, proprio in causa del regime fiscale troppo oneroso. Il progetto di legge sembra finalmente creare le condizioni per una certa trasparenza. In che modo?
Non è solo il problema del mercato sommerso. Questa proposta intende incentivare, ovvero creare un nuovo mercato, di chi si affaccia oggi sul mondo dell’arte contemporanea, i nuovi collezionisti, le nuove generazioni, che non devono percepire l’investimento in arte contemporanea come qualcosa di ‘difficile’, lontano dalla loro mentalità e dalle loro possibilità. Una aliquota IVA al 4% significherebbe quanto meno non scoraggiare l’acquisto, attirare un nuovo pubblico, instaurare una mobilità e un movimento attorno all’opera d’arte di cui si gioverebbero non solo i diretti interessati – artisti, galleristi, collezionisti, musei – ma anche tutte quelle categorie che ruotano attorno all’arte: tipografi, stampatori, artigiani, trasportatori, assicurazioni, ecc. Tutte categorie che vedrebbero crescere il loro giro di affari andando ad aumentare il gettito per lo stato.


Una legge che vuole sostenere il mercato e che è proposta da sinistra. Questa iniziativa non rischia in qualche modo di vedere diviso anche il vostro stesso schieramento? Anche considerando l’idea romantica ed antimercato che hanno dell’arte le frange più radicali dell’Ulivo e dell’opposizione in generale?
Un antimercato crea un contro-mercato. Noi vogliamo evitare che si venga a creare una specie di mercatino aperto a tutti, improvvisati e improvvisatori, un bazar dove il far-west la farebbe da padrone. Una legge fiscale chiara e accessibile e che non sia punitiva verso chi decide di investire su un artista contemporaneo – investimento che per certi versi porta a rischi maggiori rispetto a un investimento in arte antica perché l’artista contemporaneo è per definizione stessa in fieri e quindi non ancora storicizzato – non può che essere accolta con favore. Questa proposta va incontro a chi da anni invoca non solo la facilitazione dell’operare nel mercato artistico ma anche la regolarizzazione, ci si è resi conto ormai che se vogliamo promuovere i nostri artisti anche all’estero dobbiamo farli emergere da una situazione che rischia di divenire nostrana e autarchica e quindi provinciale. Non colgo nulla di romantico dall’assenza della nostra creatività nell’universo artistico internazionale, anzi credo che dal modo in cui un paese sostiene l’arte contemporanea e in cui diventa un polo di scambi fra diverse nazioni si può valutare il suo livello culturale. Questa è una proposta che risponde alle voci del mondo dell’arte più che del mondo politico e che credo possa essere da tutti condivisa. La cultura va diffusa e al suo più alto livello. Va infiltrata nel tessuto sociale, nel quotidiano di tutti gli individui, e non solo di pochi privilegiati o illuminati. In Germania un giovane studente magari per riuscire ad acquisire la sua prima opera d’arte rinuncia a motorino, macchina, vestiti o televisori. In Austria esiste l’Arthotek, una biblioteca ma di opere d’arte con opere di artisti di vario livello, dai più noti ai meno, che vengono date in affitto a un prezzo simbolico al mese. Ebbene, il 30% delle persone che vedono un’opera in casa loro per un mese non se ne vogliono più separare. Questa non è solo un’operazione di mercato, è una diffusione e un’accessibilità reale alla cultura.

Art. 1: come si stabiliscono “gli spazi pubblici e privati accreditati dal sistema dell’arte”? Non si rischia un’arte di regime? Non esiste troppa arbitrarietà e quindi rischio di discriminazioni?
Bisogna definire chi è l’artista, anche per stabilire chi può ottenere il regime fiscale agevolato. Eppure abbiamo pensato che oggi non è più sufficiente né adeguato aggiungere tecniche a quelle precedenti. Ad oggi cioè si giudica artista chi esegue opere di un certo tipo, con un elenco di tecniche (es. pittura, scultura, ecc.). Aggiungere il video o la fotografia a queste tecniche di esecuzione a nostro avviso non esprimeva il cambiamento fondamentale dell’operare contemporaneo: come definire il limite fra le varie arti di ‘contaminazione’, come definire fenomeni anche non così recenti come la body-art o la performance, o l’avvento del digitale? Inoltre ormai la velocità dell’innovazione è tale che fra un anno potrebbe essere inventata una nuova tecnica. Che fare allora, aggiungerla all’elenco? Ci è sembrato di dover spostare la definizione da cos’è un’opera d’arte a chi è un artista. Questo proprio perché oggi è impossibile definire cosa è opera d’arte e cosa non lo è. Porre definizioni troppo specifiche dei luoghi dove un artista deve aver esposto sarebbe restrittivo e non terrebbe conto dei nuovi spazi che andranno a crearsi, essere troppo generici significherebbe invece dar per buono qualsiasi spazio pubblico o privato, municipio o salotto che sia. Per luogo accreditato non intendiamo un luogo omologato a un sistema da tutti uniformemente approvato, ma un luogo che abbia una sua storia certa o, se nuovo, un livello e una serietà evidente e accertabile.

La normativa attuale sulle donazioni liberali e sponsorizzazioni sembra poco chiara e, nonostante le buone intenzioni iniziali, non ha portato i risultati sperati. Pensate di porre mano a questo?
Anche questo è un settore di cui abbiamo parlato durante il tavolo di lavoro e sul quale certamente si potrà discutere. Certo è bizzarro che si consenta a una società di detrarre dalle tasse le spese di pubblicità ma non di investimento in arte.

E ora torniamo un poco sulle leggi già esistenti. La norma che prevede la notifica per le opere con più di 50 anni era ispirata alla volontà di una tutela maggiore del nostro patrimonio. Di fatto ha moltiplicato i problemi, impedendo la circolazione delle opere, discriminando la produzione degli artisti contemporanei, ingenerando l’aberrazione che un’opera minore di un artista minore con più di 50 anni sia maggiormente tutelata di un capolavoro di un big della contemporaneità. Il Codice Urbani ha cercato di porre rimedio, ma la norma appare sbagliata all’origine. Qual è la sua idea in merito?
E’ stata appena posta la notifica sulla collezione Burri di Città di Castello, secondo la volontà di Burri stesso che non voleva smembrarla. Certo è che l’Italia si stava e forse ancora si sta demunendo di tutti i suoi beni contemporanei. Forse bisognerebbe anche qui incentivare e far restare (o entrare) un’opera in Italia anziché impedire che esca. E’ un approccio diverso.

La Legge Bottai del 1942 del 2% appare poco e male applicata. E’ vecchia, frutto di un’altra mentalità ed epoca storica, eppure ancor oggi viene invocata da più parti. La sua opinione su questo?
Molti artisti che abbiamo sentito la invocano in effetti, lamentandone però le modalità. Si potrebbe ripensare ad esempio alla commissione che decide in merito a quali artisti approvare. Molti artisti e fra i più noti hanno rinunciato per le difficoltà burocratiche di partecipazione. Alcuni nomi di questi artisti che hanno rinunciato pur avendo il progetto erano veramente fra i nostri grandi contemporanei, è incredibile. Allora forse anche su questo punto, si potrebbe chiamare in commissione i nostri maggiori esperti.

Non crede che tanti dei problemi dell’arte contemporanea siano dovuti a ragioni strutturali? Pochi musei, poche gallerie civiche, pochissimi studi a disposizione degli artisti a condizioni agevolate, pochissima attitudine, da parte di Enti e istituzioni, a promuovere la circolazione e il dialogo con le strutture europee ed extraeuropee. Cosa si può fare in questo campo per migliorare la situazione?
E’ vero, e la risposta vale per le Accademie come per le altre strutture. Fondamentale però l’avere istituito la DARC al Ministero dei Beni Culturali, significa aver istituzionalizzato la consapevolezza che il contemporaneo va gestito autonomamente poiché ha una natura distinta – nonostante tutti i punti in comune – da ciò che lo precede. Il MAXXI è la grande scommessa del nostro paese, insieme ad altre realtà come il MART o il MACRO e molte Fondazioni, è il nostro primo Museo Nazionale di Arte Contemporanea e costituisce fra gli altri un fiore all’occhiello per il nostro paese di cui dobbiamo essere consapevoli.

Se la sente, in fine, di prometterci che precisi e circostanziati riferimenti all’universo dell’arte contemporanea (e non solo) saranno inseriti nel programma di governo della sua parte politica per le Elezioni del 2006?
Innanzitutto devo constatare, con soddisfazione, che la mia proposta è gia stata sottoscritta da cento parlamentari del centrosinistra. Questa è un’indicazione chiara per chi dovrà scrivere il programma dell’Ulivo in preparazione delle Politiche del 2006. Questa iniziativa non è solo una proposta di legge, è frutto di un convegno, in cui si è voluto dare libera voce a tutti gli attori del sistema arte contemporanea per mettere a tappeto i vari problemi. E’ nostra intenzione continuare su questa strada, dando sempre la prima parola a chi è all’interno del meccanismo. L’arte contemporanea non è solo un ‘biglietto da visita’ per il mondo, o l’immagine di un paese, ne è la sua espressione.

alfredo sigolo | massimiliano tonelli

[exibart]

23 Commenti

  1. Sbrigatevi!!!! Mi piacerebbe poter non invecchiare prima di vedere l’Italia diventare un paese consapevole della propria ricchezza artistica contemporanea.

  2. Nell’insieme, l’intervista suscita per la ventata di novità delle parole dell’onorevole un facile ed immediato entusiasmo.
    Da qui a dire che qualcosa di positivo finalmente si percepisca e che l’impegno manifestato dall’onorevole sia un segno della maturità politica, ne passa di credibilità quanto quella di una fila di elefanti per una tana di un topo.
    La sinistra è simbolicamente sempre stata considerata l’ambito della cultura così come la destra per quella degli affari.
    Non, non convince più di tanto l’onorevole.
    Quest’impegno così tardivo e asintomatico, denuncia colpe e carenze, a cui certamente non si è mai troppo in ritardo per porre rimedio, ma chi crede nell’arte e chi la sostiene, non può credere che l’artista si senta finalmente riconosciuto e individuato con curiosità ed interessamento come avviene anche in paesi meno evoluti e progrediti dell’Italia.
    Quindi si tratta di un provvedimento quello proposto e paventato dall’onorevole, che certamente risente dei mali aziendali, cioè delle sofferenze di galleristi, di espositori, di gestori di ambienti espositivi che sono “un sorgere come funghi” ultimamente.
    L’artista sa benissimo chi è e qual è il suo percorso di vita. Pare evidente invece dalle parole dell’onorevole, che non lo spaessero i politici e soprattutto, l’ambito prediletto della cultura.
    Qui, più che dare linfa nuova all’arte contemporanea, sembra un voler recuperare terreno di credibilità nella migliore delle ipotesi, ma ripeto, ci sono sicuramente solo interessi imprenditoriali a latere dell’arte, che purtroppo la fanno diventare tale se lo vogliono. Un esempio scellerato della politica italiana è la nuova Gibellina sorta in Sicilia a seguito del rovinoso terremoto. Nessuno ne sa niente, eppure, definirla una piccola Parigi italiana contemporanea, mi sembra il minimo dei tributi che le si possa appellare. Peccato, per chi la visita o la visiterà come ho fatto io, di doversi trovare dinnanzi ad espressioni artistiche interessanti ad ogni svolta di strada, in condizioni fatiscenti e da scavi archeologici, sebbene si tratti di opere realizzate mezzo secolo fa.
    L’onorevole si muove su un terreno interessante. Si teme però che riesca a compiere maggior danno più di quanto furti e degradi non ne abbiano “collezionato” in Italia.
    L’arte è come un rivolo d’acqua: trova la sua migliore strada espressiva, evitando ostacoli e impedimenti, approdando dove esiste un reale interesse collettivo, senza necessariamente appartenere a questo o a quello stato sovrano. Parola di un italiano dai forti sentimenti di sinistra.

    Angelo Errico

    P.S.
    Domanda: non è che per caso, con la recente moda politica dei decreti spalmabilanci, anche l’ambiente imprenditoriale dell’arte cominci a scricchiolare di suo, e chiede a qualche pollo della politica italiana di esporsi per dare un aiuto economico ?

  3. Nell’apprendere la notizia di una Legge per l’Arte…non può che riempirmi di gioia, ma al tempo stesso, mi riempie anche di rabbia!
    Sapeste quante volte ho maledetto la classe politica italiana, dal 1860 in poi, e soprattutto dal 1948 in poi!
    Una classe politica(compreso il Duce nel ventennio socialnazionalista, cosiddetto fascista),che si è solo riempita la bocca delle parole:”democrazia”, “libertà”, “giustizia”, “progresso civile” e blà blà blà…
    Una classe politica che ha fatto dell’Italia, l’ultimo fanalino di coda di un’Europa dalle grandi pretese.Una classe politica che ha sottratto all’Italia tanti tesori d’arte, soprattutto in quei “paesi lontani dagli occhi dei più”…massacrando, sconvolgendo, abbattendo…avallando la speculazione edilizia e distruggendo tutto un mondo atropologico-storico-artistico-architettonico-urbanistico e ambientale. Tanti Segni sono rimasti …sono sopravvisuti. E ci credo:l’Italia è il paese più ricco al mondo di “tesori d’arte”. Purtroppo, per la classe politica, i tesori erano solo quelli che ricordavano i grandi artisti del passato, come Michelangelo, Raffaello, Leonardo,Giotto, Cimabue, Donatello,Bramante, Bernini, Giorgione, Tiziano, etc., etc.,gli altri potevano anche sparire…e spariscono tuttora, senza mai acsoltare una voce autorevole, che era quella del compianto Federico Zeri, che proponeva continuamente una catalogazione generale, ad iniziare dal più piccolo paese della Penisola, soprattutto inerente a quei tesori, mal custoditi, dai nostri preti, bravi si, ma ignoranti e insensibili.
    Non parliamo poi dell’Arte Contemporanea. Non so da quanti anni, nei paesi nordici, esiste, nello stato sociale, un contributo, minimo di finaziamento, per tutti gli artisti. Addirittura in Olanda, ad un artista si concede gratutitamente un atelier, per farlo lavorare, per metterlo in condizione di fare ricerca artistica, senza quei problemi quotidiani, che assillano e che hanno sempre assillato gli artisti italiani, più deboli e fragili da un punto di vista economico…obbligandoli a fare altri mestieri per sopravvivere ed autofinanziarsi il proprio lavoro, procurando loro ritardi e ingenti danni morali e materiali. Senza creare per loro, una par condicio nei confronti degli artisti di galleria, più fortunati e forse più “invadenti” (si perché è così che bisogna essere, altrimenti non ti considera nessuno). Ma non tutti sanno essere “invadenti”. Esiste anche una dignità. Non si può perdere tempo, per molti, dietro un privato che decide bello e cattivo tempo…quando uno Stato è latitante. Fortunati coloro che riescono a trovare un gallerista lungimirante,intelligente e simpatico, e non solo uno “sfuttatore”.
    La realtà la conosciamo molto bene.
    Mi pongo una domanda: come mai sul Cinema esiste una Legge da tanti anni? Perché non si pensava anche all’Arte Contemporanea? Ma io dico: non sarebbe il caso di finanziare la ricerca? invece di pensare ed attuare sempre tagli? Finanziamenti sulla ricerca artistica!
    Come si fa a decidere cos’è Arte e chi sono gli artisti? E’ una domanda che ho letto da qualche parte. Spero che non siano solo e sempre gli artisti di galleria ad accedere ai fondi, secondo un interesse comune della concertazione:artista-gallerista-direttore di museo-direttore di rivista-collezionista-mercante, ma che siano tutti quei giovani, che fin dalla più tenrea età, come il sottoscritto, hanno scelto da grande gli studi artistici. Il titolo di diploma di Accademia di Belle Arti. Lo so che può sembrare riduttivo e,forse banale: un artista può essere anche un medico. Lo era Alberto Burri. Ma queste sono eccezioni. Se un medico si sente artista, sono affari suoi, nel crearsi i consensi e alleanze per dimostrare di esserlo. E’ una questione di civiltà, invece che non bisogna abbandonare un giovane appena laureato o diplomato con studi artistici, allo stato brado. Se esistono, Istituti artistici pubblici, lo Stato è anche in obbligo di tutelare, nel minimo,coloro che li portano a termine, invece di abbandonarli, e di relegarli nelle braccia solo dei privati, infelicitando loro la vita, ma spesso, questi giovani(i più fragili e sensibili)si trovano a vivere due drammi: quello dell’artista non tutelato e del giovane disoccupato,creando per loro altre strade, come quella della delinquenza attiva, o vittime della droga.Ad un giovane drogato,o delinquente, preferisco un giovane ribelle “incazzato”, che ha il diritto di manifestare, anche in modo molto trasgressivo, la sua rabbia. Bisogna investire. E’ ovvio, che non tutti saranno dei grandi artisti.Ma l’obbligo da parte di una nazione che si definisce civile e democratica, è di metter tutti, in condizione di lavorare e di fare ricerca, nella massima libertà di espressione e di linguaggi, dal più classico e tradizionale al più innovativo nella tecnica.Poi, saranno le varie opportunità, nelle varie sedi, anche dei Centri Sociali, non solo dei grandi Musei, a decidere chi è artista e chi non lo è. Tutti siamo opinabili, anche le più grandi menti dell’arte. Non dimentichiamo le false sculture di Modigliani ritrovate a Livorno, che per alcuni grandi storici,furono ritenute autentiche, prima del colpo di scena.
    C’è tanto da dibattere su tale Legge. Spero solo che a prevalere non siano i poteri forti, ma che siano in primis gli artisti: il materiale umano che pensa e produce…poi si parla di agevolazioni fiscali e roba varia. Una Legge, che debba mettere un artista a fare l’artista, e non a fare il muratore o il venditore di rubinetteria, o l’insegnante, per essere totalmente assorbito nelle energie,da una Scuola italiana, tra le più decadenti in Europa, e con stipendi poi da terzo mondo.
    Anche questa volta l’ho buttata lì, senza molto pensare alla forma e all’eleganza dialettica. Il tempo è poco e i problemi sono tanti, per chi, da anni oramai, partendo in anticipo sugli inutiti artistici di ricerca…arriva sempre in ritardo. Massimo Troisi, ai suoi appuntamenti, diceva sempre “scusate il ritardo”…non per colpa sua…non per colpa mia…

  4. Caro Angelo, ma ti aspetti che qualcuno legga tutto ‘sto papiro!? E’ piu’ lungo dell’intervista stessa!! Viva la sintesi! Dono di pochi…

  5. Caro nameless (che bello nascondersi dietro uno pseudonimo anonimo e banale), si vede che tu parli con la televisione, e non comunichi più oramai da diverso tempo, caso mai lo facevi in passato…per questo hai poco da dire, o non hai nulla da raccontare. Bravo! Scommetto che a scuola eri il primo della classe.Preferisco i pappagalli brasiliani…o i merli che sanno bene fischiettare e dire anche le paroline maliziose…credimi…
    Speriamo che tu te la cavi.
    Buona fortuna.

  6. Caro Nameless, invece di stare sulla cattedra a darti delle arie da pallone gonfiato, dì qualcosa di interessante! Anche in sintesi,visto che il padreterno ti ha fatto questo dono. Un uomo di poche parole: un duro alla Tex Wiler. Angelo forse, parte da lontano, per esprimere una sua opinione, una sua constatazione, una sua rabbia, e non è poco, in un paese in cui si parla solo di Berlusconi.
    Sforzati anche tu. Puoi partire anche da vicino eh…se conosci il sito di partenza.Sinceramente ne dubito.

  7. entrambi avete cannato alla grande…caro angelo (di cognome fai permaloso?), non ho nemmeno la televisione in casa (di questi tempi e’ veramente un’impresa). caro rocco, non ho mai seguito i fumetti (a parte topolino al cesso quando ero piccolo piccolo) quindi non conosco Tex Willer (ma so come si scrive…). Riprovate con qualcun’altro, sarete piu’ fortunati.
    senza rancore
    p.s.: ah dimenticavo lo pseudonimo: uso internet per cio’ che mi suggerisce, e anche un nome di persona fanaticamente ed orgogliosamente indicato puo’ benissimo essere uno pseudonimo. Occhio all’ipocrisia…medidate gente, meditate…

  8. Invece di rispondere alle “provocazioni”, dopo la tua provocazione…cerca di esprimere una tua opinione su questa Legge per l’Arte (sic!)dell’onorevole Carra, per dimostrare di avere cervello e quella sintesi che è dono di pochi, e sono d’accordo.Il fatto è che non hai detto un cazzo.
    Cerca di evidenziarti…differenziandoti dalla massa dei chiacchieroni, se ti reputi una persona intelligente.Se hai il dono della sintesi perché non la usi. Raccontaci qualcosa di interessante però…non stupidaggini. Di gente come te che racconta solo stronzate, ne abbiamo i coglioni pieni in questo paese, che non si decide a diventare CIVILE.Grazie anche a quelli (le pecore) come te.

    Per quanto riguarda il cognome-soprannome,l’accetto, con una lieve differenza però…come hai ben letto. Accetta le critiche. Non pretendere solo di poterle fare.
    Scendi da quel gradino , per favore…puoi inciampare e farti male.
    Ti auguro un buon ferragosto…non te la prendere.

  9. Allora continui a stare in cattedra, e a scuola eri il primo della classe! Non hai mai letto i fumetti…roba da sttosviluppati e da sottoproletariato indigeno di provincia e delle grandi metropoli alla deriva e sulla strada della perdizione umana e culturale. Bravo!Ma se non hai mai letto i fumetti…cosa vuoi raccontare di “fantasioso” alla gente? E non hai nemmeno la televisione in casa. Sei un tipo da “Grande Fratello”allora. Chissà quante stronzate ti racconti da solo. Dovresti essere “spiato” da una telecamera. Finchè te le racconti da solo, va bene. E’ quando vuoi raccontarle agli altri che non va bene. In questo sei poco civile e democratico e staresti bene nei programmi televisivi, dei cosiddetti real show. Forse hai trovato la tua strada per avere successo. Auguri

  10. P.S. Dimenticavo…ho la vaga impressione che tu caro nameless, non sia cresciuto affatto e sei rimasto piccolo piccolo. “Eri piccolo…piccolo…così! NEL CESSO!

  11. carra: “Il secondo punto è la creazione di un regime speciale IRPEF ed IVA per gli artisti con un volume di affari inferiore a 50.000 euro calcolato solo sul 40% del loro volume di affari per aiutare i giovani artisti emergenti.”
    ma qualcuno gli ha spegato che normalmente un artista esordiente si muove con delle gallerie? e che le gallerie, o la galleria che lo rappresenta, normalmente chiede una percentuale (quando va bene è un 50%)sui pezzi venduti?
    quindi stando sul 50% un’artista esordiente dovrebbe comunque muovere beni per 100.000euro, 50 a lui (lordi delle spese) e 50 alla galleria! ecco ditemi voi quanti giovani esordienti riescono concretamente a muovere tali somme di denaro. basta guardare anche le varie quotazioni alla fiere, però tonelli nel forum scrisse una cosa “sacrosanta”, che la quotazioe reale, di un artista giovane, è fatta in relazione alla richesta e alle vendite REALI. e senza metterci in mezzo il delirio dei coefficenti.
    alla fine i 50.000 euro che rimangono all’artista/artigiano senz’arti, lordi delle spese (che se uno lavora con apparecchi tecnologici o tecniche costose son mazzate) devono essere detratti e/o ricontificati un 40%, e questa è bella, del proprio “volume d’affari”.
    … che qualcuno gentilmente faccia i conti!
    e davvero questo sarebbe un aiuto?
    ma da dove vengono fuori sti cavolo di politi-ci? mmmm mmmmma mmmmargherita….
    http://www.gruppi.margheritaonline.it /cgi-bin/getdeputati.cgi? tipo=deputato&id_deputato=113&camera=C

  12. Gentilissima Direzione e redazione di Exibart. Che fine hanno fatto i due ultimi commenti? Li avete cancellati per non far torto a nessuno? O perché il penultimo,in modo chiaro, netto ed obiettivo raccontava una verità palese, oramai, a molti italiani accorti, e poteva dare molto fastidio? E l’ultimo perché era semplicemente DEMENZIALE e personalizzato nei confronti del sottoscritto, vomitando frasi velenose e gravi illazioni(vergognati nameless, o chiunque tu sia) e forse, ci potevano essere gli estremi per una querela? Da persone intelligenti quali siete,penso, che dovreste avere il coraggio di scegliere tra le varie opinioni, quale sia da cestinare, ai fini di una vostra dignità e onestà,umana e professionale. VIVA L’Espresso, con i suoi forum. Leggete le opinioni del sottoscritto, a proposito di un articolo di Giorgio Bocca, sulla politica Amerikana e Italiana e sulla Guerra preventiva all’Irak, di un anno fa. Certo voi siete i responsabili, e da responsabili, decidete chi cancellare e chi no…ma non si può nascondere o reprimere una verità. Dico UNA VERITA’ non LA VERITA’. Siamo tutti opinabili. Viva i dibattiti…anche feroci e provocatori, se possono servire a qualcosa. Ciò che dovete censurare è la demenzialità e la volgarità degli interventi, non le opinioni. Come rimpiango Pasolini, da un lato, e Montanelli dall’altro.
    Cordiali saluti.

  13. P.S. Se poi ci dobbiamo raccontare le favole di Bianca Neve e i Sette Nani o di Cappuccetto Rosso…ditemi voi.
    Anch’io mi congratulo con “In-Incognito”. Vorrei tanto conoscere il suo vero nome. C’è qualcosa, che ci accomuna…anche se lui è un pò più morbido e diplomatico, nel dire certe cose, mentre per altri (come me), ogni tanto ricorrono alla “Terapia d’Urto”, per tentare di smuovere qualcosa in questo pantano di dichiarazioni e opinioni coatte e pilotate…soprattutto dei leaders politici, ed anche dei leaders dell’arte e della cultura del presente.

  14. Caro Angelo, anch’io ho notato la facilita’ con la quale si sono volatilizzati i nostri ultimi messaggi. Si vede che avevamo, o avevo, superato i limiti…cmq non capisco come mai tu ti sia accanito così tanto contro di me, se pensiamo che il messaggio dove dicevo se ti aspettavi che qualcuno leggesse il tuo “papiro” voleva solamente essere una boutade. Ti propongo una tregua, anzi proprio una pace definitiva. Pero’ un’appunto te lo devo fare, se siamo 2 o 3 a zero per te almeno un punto me lo merito: come mai ti sei così infervorato in questo caso ma hai ignorato completamente un’altro mio messaggio dove invece mi trovo d’accordo con te e addirittura dico di ammirare il tuo idealismo? Non mi meritavo almeno una risposta? Non te lo ricordi? allora ti rinfresco la memoria:
    http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=204&IDNotizia=10451
    per il resto preferisco lasciar stare le polemiche e non avere nemici virtuali.
    ti saluto e ti auguro buona fortuna per le tue future battaglie.
    nameless or maless (come dici tu).
    ciao
    p.s.: rocco, un saluto anche a te senza rancore!

  15. anche il mio commento e’ stato cancellato, molte grazie…cmq rimango dell’opinione che il futuro dell’arte e’ nel privato e non nel pubblico, basta leggere la denuncia di Urbani. Se va male pure per gli Uffizi!! L’arte cosiddetta “antica” e “moderna” sembrava l’unica a godere di una certa attenzione da parte dello Stato latitante…Ma è meglio così, che spendano più soldi per i servizi di primaria importanza come la sanita’! Ogni popolo ha il governo che si merita, infatti in un paese democratico vince chi ha piu’ voti e a quanto pare alle ultime elezioni…

  16. Vorrei dire all’on. Carra (o Carrà), di dire a tutta la Sinistra (sic!) che va dall’on.Bertinotti all’on Rutelli e Castagnetti, da quì alle prossime elezioni,di pensare seriamente ad uno Stato Sociale, che ridia credibilità all’Italia. Di non pensare solo a questa Legge per l’arte, ma di inserire voci specifiche a favore dell’arte e degli artisti, della ricerca scientifica, ecc.,ecc. Se vogliamo arginare le fughe di cervelli all’estero, e poi lamentarci “come mai?”, da emeriti stronzi. Se vogliamo che questa nazione diventi civile. Guardiamo ogni tanto a nazioni come l’Olanda, la Germania…o vogliono menzionare questi paesi seri, solo quando gli fa comodo? Come è d’uso tra i vari rappresentanti parlamentari di destra…di sinistra e di centro.
    Non se ne può più, di sentire parlare solo di Berlusconi e della sue stronzate (adesso si parla della sua bandana). Non se ne può più, di sentire, anche leaders prestigiosi dell’opposizione, criticare e attaccare il cavaliere. Ma chi parla dell’Italia e dei suoi cittadini?Se ne parla si, ma in modo demagogico e obsoleto,da “lingue biforcute” solo per recitare a soggetto. Intanto loro restano i parlamentari più pagati d’Europa e i più privilegiati.Quand’è che si incomincia a fare Politica seria in Italia? Quand’è che la smettono di tagliare su tutto, tranne sui loro stipedni, che invece aumentano? Viva Zapatero! Ha saputo rispondere con autorevolezza a Bush. Ha dimostrato con semplicità e umiltà di avere un Progetto per la Spagna, alla quale molti italiani guardano con ammirazione oggi.

    Dov’è il programma del centro sinistra? Dov’è il programma della sinistra? Cosa ne vogliono fare della Biennale di Venezia? Della Triennale e della Quadriennale, ecc.ecc? Quand’è che in Italia si istituiscono Musei d’Arte Contemporanea? Per es. Milano non ne possiede uno. Ma il fatto è che in questa città della moda, non esiste nemmeno un Museo della Moda. Quand’è che si parla di una Scuola seria, dove l’insegnante e l’allievo vengono rispettati.Quand’è che si considera la disoccupazione un male sociale a cui porre rimedio, con il diritto di cittadinanza? In Campania, pare che stiano iniziando…con 50 anni di ritardo rispetto agli altri paesi europei.In Campania! A quando in Italia?. Altro che la Legge per l’arte per le agevolazioni fiscali…Ma chi se ne frega. Basta con la demagogia dei Musei e dei siti Archeologici, e poi non si catalogono i Beni delle nostre Chiese, continuamente soggette a furtie ad atti vandalici. Da parte mia eliminerei tutti i centri e i centristi del mondo, o coloro che si credono al centro del mondo…con tanta arroganza e creando solo impasse. Un paese che non va nè indietro e nè avanti. Anzi,fa un passo avanti e due passi indietro. Grazie ai centristi cosiddetti moderati ex democristiani ed ex socialisti, ed ex tutto, che già in passato hanno rovinato l’Italia. E poi ci mancava solo il cavaliere,per fare BINGOOOO!!
    NON SE NE PUò PIU’!!!!!!!!!!

    jAAAATEVENNEEEEEEEEEEEEEEE….

  17. Angelo, come volevasi dimostrare rispondi ed attacchi solamente quando più ti fa comodo…Fai bene, però ora mi si spiega tutto, ciao ciao.

  18. nameless, mi sa che stai impazzendo…parli da solo adesso. Mi fai preoccupare. Ma cosa hai capito di me? A che cosa stai rispondendo? A che cosa ti stai riferendo? Ma il dialogo tra me e te non era finito prima di ferragosto? Ciao, Ciao te l’ho detto già io, su tuo “gentile” invito, anche per essere educato.
    Sa ogni tanto per “nostalgia”, apro questo sito, per appurare che cosa si racconta…Il livello è molto mediocre, salvo che per “In-incognito”.Tu però, stai sempre lì…in agguato. Pare che ti paghino, per fare questo. Se cosi è, il lavoro lo fai molto, ma molto male. Non riesci a stimolare un dibattito interessante.
    Sei impreparato,pressapochista,arronzone e ti dai le arie da persona colta, fuori da ogni realtà. E poi, come reciti male: iscriviti all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”. Fai ancora in tempo di ricominciare da zero. Sei giovane.VIVA FLASH ART. VIVA UNDO.NET. VIVA JIULIET. VIVA TEMA CELESTE. VIVA I VEGETALI IGNOTI, VIVA ART PRESS…ECC.,ECC. Per ultimo: VIVA IL CORRIERE DELLA SERA,VIVA L’ESPRESSO, almeno è un settimanale che si sforza di stare nella realtà italiana. Peccato però, che tempo fa, tolsero la Rubrica dell’arte. E’ stato un grave errore.
    Lo vuoi un altro consiglio? Vai a fare una vacanza a Cuba, prima che Fidel Castro muoia, prima che quella terra meravigliosa venga invasa dalla nostra bella civiltà e dalla nostra libertà(come già è successo con i Paesi dell’Est Europeo, con tanti crimini e morti innocenti che ci portiamo nella coscienza)…fatta solo di consumismo,cinismo, delinquenza, ignoranza, miseria e volgarità…dove ogni cosa che tocchiamo diventa merda! Questa è la nostra DEMOCRAZIA?

  19. Caro Good & Save, sono pienamente d’accordo con te.Ogni popolo ha il governo che si merita. Il fatto è che non mi preoccupa tanto l’attuale governo,che ne ha combinato di tutti i colori, e siamo diventati una vergogna internazionale, ma chi si candida nell’alternativa per ri-govenare il paese: l’opposizione.
    Per molti di loro, l’importante è sconfiggere il cavaliere. Si! Ma con quale programma? Con quale Stato Sociale? Con quali idee innovative, per far si che il paese incominci ad adeguarsi gradualmente agli altri partner storici europei, con i quali al momento ne condividiamo solo la moneta unica…incapaci, al momento di avere anche una politica unica e uno stato sociale unico. La mia impressione, e la mia vera preoccupazione, è che in quella Lobby Politica dei parlamentari italiani, avviene solo una lotta di potere fine a se stessa, e che dei problemi del paese se ne fregano,dei problemi degli italiani se ne fregano…non parliamo poi dei problemi degli artisti e dei tanti ricercatori in ogni campo, che ai loro occhi appaiono come dei “parassiti” e una “perdita di tempo”.In parole povere, pare, che pensino solo a se stessi…è la realtà che parla.
    Per essempio, per tornare al nostro specifico.I motivi di fondo che spingono,in questo caso, l’on.Carra, a disegnare una Legge per l’Arte, in gran parte li condivido.Ma nel dibattito, e nella ricerca di collaborazione, non può limitarsi solo a certi nomi (con tutto il rispetto che nutro), ma dovrebbe invece ascoltare tante altre voci, soprattutto quelle del “dissenso”,tra gli artisti in prima persona,i veri protagonisti dell’arte…la manovalanza…i cervelli…Non può l’on. Carra, che fa parte di una Lobby Politica, mettersi d’accordo con un’altra Lobby…quella dell’Arte. Questo mi fa sospettare. I problemi dell’arte li conoscono soprattutto gli artisti, e poi altri operatori del settore: critici d’arte,direttori di museo, di rivista,collezionisti,galleristi,ecc.
    Parlare e trattare, con umiltà e sensibilità i veri problemi della gente…i veri problemi del paese, senza fare demagogia. Solo cosi, forse si potrebbe iniziare un processo di rinnovazione per la nazione, dove i mistificatori, restauratori, conservatori e i reazionari di tutti i colori politici, avrebbero poco spazio. C’è ?

  20. Caro Good & Save, sono pienamente d’accordo con te.Ogni popolo ha il governo che si merita. Il fatto è che non mi preoccupa tanto l’attuale governo,che ne ha combinato di tutti i colori, e siamo diventati una vergogna internazionale, ma chi si candida nell’alternativa per ri-govenare il paese: l’opposizione.
    Per molti di loro, l’importante è sconfiggere il cavaliere. Si! Ma con quale programma? Con quale Stato Sociale? Con quali idee innovative, per far si che il paese incominci ad adeguarsi gradualmente agli altri partner storici europei, con i quali al momento ne condividiamo solo la moneta unica…incapaci, al momento di avere anche una politica unica e uno stato sociale unico. La mia impressione, e la mia vera preoccupazione, è che in quella Lobby Politica dei parlamentari italiani, avviene solo una lotta di potere fine a se stessa, e che dei problemi del paese se ne fregano,dei problemi degli italiani se ne fregano…non parliamo poi dei problemi degli artisti e dei tanti ricercatori in ogni campo, che ai loro occhi appaiono come dei “parassiti” e una “perdita di tempo”.In parole povere, pare, che pensino solo a se stessi…è la realtà che parla.
    Per essempio, per tornare al nostro specifico.I motivi di fondo che spingono,in questo caso, l’on.Carra, a disegnare una Legge per l’Arte, in gran parte li condivido.Ma nel dibattito, e nella ricerca di collaborazione, non può limitarsi solo a certi nomi (con tutto il rispetto che nutro), ma dovrebbe invece ascoltare tante altre voci, soprattutto quelle del “dissenso”,tra gli artisti in prima persona,i veri protagonisti dell’arte…la manovalanza…i cervelli…Non può l’on. Carra, che fa parte di una Lobby Politica, mettersi d’accordo con un’altra Lobby…quella dell’Arte. Questo mi fa sospettare. I problemi dell’arte li conoscono soprattutto gli artisti, e poi altri operatori del settore: critici d’arte,direttori di museo, di rivista,collezionisti,galleristi,ecc.
    Parlare e trattare, con umiltà e sensibilità i veri problemi della gente…i veri problemi del paese, senza fare demagogia. Solo cosi, forse si potrebbe iniziare un processo di rinnovazione per la nazione, dove i mistificatori, restauratori, conservatori e i reazionari di tutti i colori politici, avrebbero poco spazio. C’è questa forza? Nella speranza di crederci…ne dubito.

    Con amicizia
    Angelo

  21. Una volta in una galleria del centro(sala vuota) era esposta una scarpa femminile usata illuminata da un faretto.
    Lo Stato deve agevolare, mantenere, esentare anche l’artista in questione?
    No, ditelo, perché ho l’armadio pieno di scarpe usate, hai visto mai che svolto e chiudo la partita IVA.

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