26 giugno 2025

Come si diventa “superdirettori” in Italia? L’iter di selezione spiegato bene

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Li chiamano ogni tanto “superdirettori”, per enfatizzarne il ruolo e l’influenza, i dirigenti che tra poco siederanno dietro le scrivanie di alcuni dei più importanti musei italiani. Ecco chi sono i candidati e quali procedure dovranno affrontare

superdirettori
Colosseo, Roma

Li elenchiamo di getto: Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Musei Reali di Torino, Musei del Bargello di Firenze, Gallerie dell’Accademia di Firenze (che andranno sotto un’unica egida), Parco Archeologico del Colosseo, e Museo Nazionale Romano. Questi gli istituti che, in alcuni casi addirittura da anni, sono in attesa di un nuovo direttore, che nel frattempo è stato sostituito a vario titolo da direttori avocanti con importanti ruoli all’interno del Ministero della Cultura, o da mandati ad interim assegnati a funzionari esperti. Vediamo meglio come funziona il processo selettivo e chi sono i nomi “papabili”.

Come si arriva alle nomine dei direttori dei grandi musei autonomi

Senza voler entrare eccessivamente nel tecnicismo burocratico, diciamo che in molti casi la nomina dei direttori dei più importanti musei del nostro Paese si fa complicata, e diventa spesso una questione squisitamente politica. Infatti, dato per assunto che lo Stato riconosce nel suo patrimonio artistico e culturale uno strumento di narrazione e legittimazione, oltre che di promozione e ostentazione, indipendentemente dalle faziosità o dalle partigianerie, la legge attuale prevede che a concorrere per la nomina dei sopracitati “superdirigenti” sia un mix tra il curriculum dei candidati e scelte politiche. Infatti, a seguito della normativa entrata in vigore nel 2014 dopo le ingenti riforme promosse dall’ex Ministro della Cultura – allora chiamato dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Dario Franceschini, la procedura per l’individuazione dei direttori nei musei dotati di autonomia deve avvenire sempre attraverso un avviso pubblico, e fino qui siamo tutti d’accordo, passando al vaglio di una Commissione appositamente nominata, e arrivare infine all’attenzione dello stesso Ministro, coadiuvato e spesso sostituito dal Direttore generale dei musei italiani. Si tratta nel primo caso di Alessandro Giuli, recente inquilino del Collegio Romano, e nel secondo caso di Massimo Osanna, archeologo già direttore del Parco Archeologico di Pompei, e solido in cattedra nonostante i ribaltamenti politici dal 2020.

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Gli stadi finali della selezione

Una volta chiuso il bando per la selezione dei dirigenti, la Commissione individua una “rosa” di circa dieci candidati per ciascun istituto. Ognuno degli aspiranti direttori viene poi convocato per un colloquio individuale alla presenza della Commissione scientifica per raccontare più nel dettaglio la visione che vorrebbe dare al museo, e approfondire altri aspetti riguardo alla sua formazione e al suo storico professionale (c’è da ricordare che il ruolo di dirigente, per quanto prestigioso e anche molto ambito, porta con sé oltre ad una serie di ingenti responsabilità e grattacapi la necessità di essere esperti, almeno in linea teorica, di contabilità di Stato, rendicontazione pubblica, progettazione europea, relazioni istituzionali, procedure amministrative, fini conoscitori del Codice degli Appalti, e chi più ne ha, più ne metta!).

Le terne di selezione

Al termine dei colloqui vengono poi proposte le cosiddette “terne”. Si tratta di tre nomi, sopravvissuti alla seconda potatura (la prima era la scrematura dei curricula), che vengono portati all’attenzione o del Ministro in persona o del Direttore generale musei, che, a sua discrezione e valutato il giudizio espresso per ciascun aspirante direttore da parte della Commissione, indicherà infine il vincitore. In questo processo delicato e anche insidioso quanto una partita degli Hunger Games, la differenza, sebbene poi gli influssi reciproci siano conclamati, sta nel tipo di museo per il quale la terna viene proposta. Infatti, i grandi musei dello Stato italiano dotati di autonomia (ovvero che hanno un proprio bilancio e anche tre organi di primaria importanza, quali il Collegio dei Revisori dei Conti, il Consiglio di Amministrazione, e il Comitato Scientifico), tutti quanti rientranti comunque nell’alma mater del Ministero della Cultura, sono suddivisi in due tipologie: «musei di livello generale non dirigenziale» e «musei di livello generale dirigenziale», comunemente chiamati “musei di seconda fascia” e “musei di prima fascia”. Per i musei di seconda fascia – che vi invitiamo a non prendere sotto gamba vista la loro entità, giusto per citarne un paio ecco: Villa d’Este a Tivoli, le Gallerie Nazionali dell’Umbria, o le Ville monumentali della Tuscia – la nomina definitiva del direttore viene effettuata dal Direttore generale musei (Massimo Osanna), per i musei di prima fascia, quindi l’empireo del patrimonio artistico, tra cui Gallerie degli Uffizi, Pinacoteca di Brera, Gallerie dell’Accademia di Venezia, e anche, ovviamente, i cinque elencati in incipit di questo articolo, prende invece la parola direttamente il Ministro della Cultura.

Armeria Reale, Musei Reali di Torino

Chi sono i candidati e dove concorrono

I nomi che sono emersi al termine del lavoro della Commissione di valutazione, composta da Elena Tassi con il ruolo di Presidente, Caterina Cittadino, Alessandro Zuccari, Cécile Evers e Raffaella Saporito, gruppo formato da professori nella sua quasi totalità e in cui la componente storico-artistica cede timidamente il posto allo sguardo e alle competenze manageriali-legislative, appartengono principalmente alle fila note del Ministero della Cultura. Tra le candidature selezionate si riconoscono nomi di dirigenti già operativi, o che da poco hanno terminato i loro mandati. Per esempio Martina Bagnoli, che per due volte ha ricevuto l’incarico di direttrice delle Gallerie Estensi, per poi accettare l’omonimo ruolo presso l’Accademia Carrara di Bergamo, esperienza per lei durata davvero poco e che ha visto le sue dimissioni dopo appena otto mesi. Oppure Luigi Gallo, in lizza per la sede torinese e le due fiorentine, che si trasferirebbe dalle Marche, dove ha diretto la Galleria Nazionale a Urbino e la Direzione Regionale Musei Marche. Ancora, l’architetto Filippo Masino, nominato invero da appena un anno come direttore del neonato istituto Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei nazionali Piemonte, e che appare solo nella decade per i Musei Reali. Curiosa la rinuncia di Xavier Salomon, storico dell’arte, dato per favorito in taluni casi e con esperienza oltreoceano come curatore della Frick Collection di New York, nonché fratello di Thomas Clement, direttore nominato dal già-ministro Sangiuliano presso le romane Barberini-Corsini, dove si è fatto subito notare – Thomas – in senso lato, con la grande mostra Caravaggio 2025.

Colosseo, Roma

C’è poi Mario Epifani, che pochi anni fa ha raccolto il testimone della direzione del Palazzo Reale di Napoli e che ci si aspettava, insieme ad altri, venisse confermato per un secondo mandato, conferma che però non è arrivata da parte nel nuovo ministro Alessandro Giuli, lasciando scoperte alcune sedi prestigiose, tra le quali anche il Museo Nazionale Romano, dove l’ufficio del direttore è stato mestamente sgomberato dal normalien Stéphane Verger, e il suo posto avocato a marzo di quest’anno dall’influente Edith Gabrielli, direttrice del Vittoriano e Palazzo Venezia. Selezionata anche Beatrice Maria Bentivoglio-Ravasio, con una lunga esperienza all’interno del Ministero presso diversi Uffici, tra cui il Segretariato regionale del MiC in Piemonte, e la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, nonché qui attualmente in carica. Tra gli altri, Andreina Contessa, forte di due mandati a Trieste, dove ha diretto e risollevato il Castello di Miramare, con importanti cantieri di restauro in particolare del grande parco del museo, che veniva con affetto salutata e ringraziata sui social da parte dei colleghi giusto pochi giorni prima la pubblicazione degli elenchi. Per le sedi caratterizzate da patrimoni archeologici c’è infine tra gli aspiranti direttori Luca Mercuri, attualmente in carica come dirigente della Direzione Regionale Musei Puglia, che controlla ben quindici siti tra cui Castel del Monte e il Parco Archeologico di Siponto. Di provenienza ligure ma attualmente impegnata nel rilancio del Museo M9 di Mestre, si fa notare Serena Bertolucci, in precedenza direttrice del Palazzo Ducale di Genova.

Una breve e incompleta “carrellata” dei profili selezionati dalla Commissione, che speriamo restituisca l’eterogeneità e la complessità di questo atteso esito concorsuale, dove una discreta competizione anima i quarti di finale.

Palazzo Massimo, Roma

Attendiamo di conoscere dunque le terne che verranno sottoposte all’attenzione del Ministro, certi della delicatezza e della strategicità richieste in questa fase. In ciascuno dei casi, infatti, i nuovi direttori si troveranno a gestire patrimoni eccezionali, e anche situazioni di estrema complessità, come per esempio nel caso del Parco Archeologico del Colosseo, che ricordiamo essere recentemente finito al centro di uno scandalo legato ai sistemi di bigliettazione, per cui diversi operatori, in primo luogo CoopCulture, sono stati multati per 20 milioni di euro da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato «per la prolungata indisponibilità di biglietti di accesso all’area, anche a causa dell’accaparramento tramite bot e altri strumenti automatizzati».

L’elenco completo dei candidati

Galleria dell’Accademia di Firenze e i Musei del Bargello (colloqui 7 luglio, ore 10:00): Martina Bagnoli, Beatrice Maria Bentivoglio-Ravasio, Serena Bertolucci, Cristina Collettini, Andreina Contessa, Mario Epifani, Luigi Gallo, Flaminia Gennari Santori, Giulia Silvia Ghia, Xavier Francesco Salomon (che ha rinunciato) e Lorenzo Sbaraglio.

Musei Reali di Torino (colloqui 8 luglio, ore 10:00): Martina Bagnoli, Benedetto Luigi Compagnoni, Andreina Contessa, Paola D’Agostino, Mario Epifani, Luigi Gallo, Flaminia Gennari Santori, Tiziana Maffei, Filippo Luigi Stefano Masino, Marta Giuseppina Ragozzino e Xavier Francesco Salomon (che ha rinunciato).

Museo Nazionale Romano (colloqui 9 luglio, ore 9:30): Alessandro D’Alessio, Eva Degl’Innocenti, Filippo Demma, Luca Mercuri, Marco Edoardo Maria Minoja, Fabio Pagano, Simone Quilici, Federica Rinaldi, Francesco Sirano e Vincenzo Tinè.

Parco Archeologico del Colosseo (colloqui 10 luglio, ore 10:00): Paolo Carafa, Simona Carosi, Filippo Demma, Luca Mercuri, Marco Edoardo Maria Minoja, Fabio Pagano, Pia Petrangeli, Simone Quilici, Federica Rinaldi e Francesco Sirano.

Museo Archeologico Nazionale di Napoli (colloqui 11 luglio ore 10:00): Giorgio Cozzolino, Paola D’Agostino, Alessandro D’Alessio, Filippo Demma, Carmelo Malacrino, Luca Mercuri, Marco Edoardo Maria Minoja, Marta Novello, Xavier Francesco Salomon (che ha rinunciato), Francesco Sirano e Luana Toniolo.

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