“Espacio” esiste da tempo, ma adesso esce con una nuova veste. Qual è la storia della rivista e l’attuale linea editoriale?
La rivista è nata con l’idea di fare un passo indietro nella pratica attuale dell’architettura e dell’installazione. Entrambe condividono questo territorio. La linea editoriale è focalizzata sull’utilizzo dello spazio nell’arte contemporanea. Ci interessa il lavoro di artisti che dimostrano un interesse sul tema e sul loro modo di vivere lo spazio, senza tener di conto della loro formazione. Per esempio, separarsi dal vincolo della progettazione o dal mondo dell’arte stesso può permettere di concentrarsi di più sulla sperimentazione dell’utilizzo dello spazio, indipendentemente dalla sua fruizione.
La rivista è stata concepita con un’esistenza limitata nel tempo, 12 numeri con periodicità quadrimestrale. Perché?
La direzione ha calcolato che questo è il tempo necessario per fare un tipo di pubblicazione-manifesto. La rivista scomparirà prima che diventi strumento di potere.
Per ogni numero viene individuata un’area tematica. Il primo s’intitola “Localidad”. Quali sono i contenuti?
È un tentativo di mostrare come sia possibile comunicare concetti universali attraverso interventi locali. I 18 progetti pubblicati sono stati realizzati in uno stesso spazio di Città del Messico, però i risultati sono cosi vari che potrebbero essere fatti in qualsiasi altra parte.
Tra i vari progetti c’è quello di cui parla Scotini: OUT-Officie for Urban Transformation, progetto collettivo a scala urbana di Bert Theis, attivato a Milano e, con il tuo contributo, a Città
Nel 2004 OUT ha aperto una “filiale” in Messico, dove si occupa del quartiere di Santa Maria La Ribera. L’ufficio è situato proprio nel palazzo dove si localizzano tutti gli altri interventi pubblicati.
Come definiresti la situazione editoriale in Messico rispetto a quella internazionale?
La situazione in Messico attualmente è molto difficile. La qualità dei libri e delle riviste d’arte è altissima, ma sopravvivono per poco tempo perché il mercato è troppo poco sviluppato.
Quali progetti avete in cantiere?
La casa editrice Diamantina sta lavorando a tre libri sul vestito e la città, in uscita nei prossimi mesi. Per il 2006 è in programma la collana “Espias”, che prevede la pubblicazione di quattro libri d’artista ogni anno.
articoli correlati
Dall’America Latina, Tomalá
link correlati
Diamantina
alessandra poggianti
Dalla guerra alle questioni relative ai diritti umani, dall'identità culturale all'industria del sesso: la prima retrospettiva italiana di Susan Meiselas,…
Fotografie di corpi scolpiti dal buio: la poetica visiva raffinata, misteriosa e al di là del tempo di Paolo Mussat…
Presso la sede di ANICA, a Roma, è stata presentata la settima edizione di VIDEOCITTÀ, il Festival Internazionale della Visione…
A Palazzo Ducale di Genova abbiamo provato la nostalgia in tutte le sue sfumature. E senza spoilerarvi nulla, mettiamo subito…
Al Labirinto della Masone di Fontanellato ha aperto Ephemera il bel bazar, uno store dedicato al design e all’artigianato contemporaneo:…
La collezione di arte astratta e informale italiana di Intesa Sanpaolo in mostra al Museo dell’Antiquariato di Arezzo, in un…