Ex pastificio cerere building, crediti Ottavio Celestino
Uno spazio di lavoro dedicato alla produzione artistica ma anche un’infrastruttura culturale pensata per favorire il confronto, la condivisione e la circolazione delle idee. Da questi presupposti prende le mosse 6ARTISTA, il progetto di residenza per artisti under 35 promosso dalla Fondazione Pastificio Cerere, ideato nel 2009 da Marcello Smarrelli e arrivato oggi alla sua sesta edizione.
Realizzata in collaborazione con RUFA – Rome University of Fine Arts, con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea, l’iniziativa ha visto selezionati sei artisti emergenti – Vanshika Agrawal, Emma Brunelli, Micol Gelsi, Davide Miceli, Giulia Romolo e Nadia Vallino – che si alterneranno, a coppie, in residenze di tre mesi ciascuna, tra il 2025 e il 2026. La sede sarà negli atelier dello storico edificio del Pastificio Cerere, nel quartiere San Lorenzo, a Roma. La call, riservata a diplomati RUFA entro il 2019 con cittadinanza italiana, è stata valutata da una giuria composta da Claudia Cavalieri, Niccolò Fano, Silvia Giambrone, Davide Lunerti, Pietro Ruffo, oltre che dallo stesso Smarrelli.
«6ARTISTA rappresenta un’importante occasione per rinnovare l’impegno della Fondazione nella formazione delle giovani generazioni di artisti, valorizzando la condivisione del fare e dell’esperienza di un luogo – il Pastificio Cerere – dove l’arte genera arte, da oltre cinquant’anni crocevia di esperienze e figure multidisciplinari», ha dichiarato Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere. «Un’azione significativa che ha forgiato un’area della città, capace di attivare connessioni, processi e nuove possibilità di crescita culturale a livello globale».
6ARTISTA nasce dalla constatazione semplice ed essenziale: un vuoto nel tessuto culturale romano. Mentre la città accoglieva numerosi artisti internazionali grazie a programmi di residenza consolidati, mancava un’iniziativa equivalente rivolta agli artisti italiani. Da qui l’idea di Marcello Smarrelli che, nel 2009, ha immaginato un modello capace di offrire tempo, spazio e relazioni a una nuova generazione di talenti.
Il progetto ha contribuito, negli anni, allo sviluppo di carriere oggi consolidate sulla scena contemporanea, come quelle di Riccardo Benassi, Tomaso De Luca, Adelita Husni-Bey, Elisa Strinna, Francesco Fonassi, Margherita Moscardini, Davide Stucchi, Helena Hladilová, Thomas Berra, Corinna Gosmaro. L’anima dell’iniziativa si fonda sulla volontà di costruire nel tempo un network solido e continuativo, che permetta ai partecipanti di inserirsi in un sistema articolato, evidenziando la dimensione collettiva della ricerca. Ogni edizione culmina in una mostra collettiva e la prossima è prevista per febbraio 2026, a cura di Davide Lunerti e Marcello Smarrelli, negli spazi rinnovati della Fondazione.
Tra i progetti paralleli, anche quello del Curatore in residenza – attivo dal 2011 al 2013 – che ha permesso a curatori come Vincenzo De Bellis, Michele D’Aurizio e Alessandro Dandini de Sylva di affiancare l’attività della Fondazione attraverso mostre, ricerche e pubblicazioni.
Durante i tre mesi di residenza, gli artisti produrranno nuove opere e parteciperanno a un ricco programma di studio visit, incontri con curatori, critici, rappresentanti di istituzioni culturali e momenti di approfondimento teorico. In programma anche un’offerta formativa di seminari e workshop forniti da RUFA, per un totale di 30 ore, con la supervisione dell’artista Marta Jovanović e dello storico dell’arte Fabrizio Pizzuto, in qualità di tutor.
Cuore del progetto è il luogo stesso che lo ospita: l’ex fabbrica di pasta Cerere, costruita nel 1905 e attiva fino al secondo dopoguerra, poi occupata spontaneamente da artisti a partire dagli anni Settanta. Tra gli studi e i corridoi di questo palazzo industriale in disuso, la vita artistica romana ha trovato un nuovo centro propulsore. Con la fondazione ufficiale dell’ente nel 2004, e la successiva apertura della sede nel 2005, la Fondazione Pastificio Cerere ha saputo trasformare questo spazio in un’officina del contemporaneo, mantenendo vivo lo spirito originario della comunità artistica che lo aveva animato.
Dal 2011, la Fondazione ha orientato le proprie attività verso progetti di arte pubblica e partecipata, residenze, programmi educativi e percorsi per studenti e giovani professionisti, diventando anche parte del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, su invito del Ministero della Cultura.
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