A Milano si immagina un futuro di convivenza e creatività, negli spazi di BASE

di - 22 Giugno 2021

Ispirandosi a Farout, il pianeta più distante del sistema solare scoperto a oggi, nasce il festival del tutto non convenzionale di BASE Milano. Attraverso un lungo viaggio immaginario verso un luogo sconosciuto senza regole in cui tutto ciò che si deve fare è imparare il nuovo, il visitatore viene esortato alla riflessione su nuovi archetipi di co-esistenza tra artisti, città, comunità e natura. Tutto questo è possibile grazie alla multidisciplinarietà di generi artistici, sperimentazioni e progetti volti a superare le categorie tradizionali con l’integrazione di più scena, corpo, testo e musica, mettendo in circolo nuove estetiche e nuove forme possibili del mondo di oggi.

Anna Rispoli, (c) beaborgers

Gli artisti coinvolti nella prima edizione del festival FAROUT sono Anna Rispoli / Martina Angelotti, Corps Citoyen, DOM_/ Leonardo Delogu, Effetto Larsen, Elisabetta Consonni, Francesca Grilli, Giorgia Ohanesian Nardin, Leonardo Schifino / Extragarbo, Lotte van de Berg / Daan ‘t Sas, Luke Jerram, NONE Collective, Ruggero Franceschini / Zelda Soussan, Seth Honnor / Kaleider, Threes / Jacopo Jenna.

Effetto Larsen, Bending Borders

A inaugurare la prima edizione di FAROUT a BASE Milano, il 10 giugno, è stato l’artista britannico Luke Jerram, artista visuale conosciuto per le sue installazioni suggestive e per Threes, team curatoriale che crea progetti in cui arte, paesaggio e suono si intersecano, come per esempio Terraforma, storico festival internazionale di musica elettronica dedicato alla sperimentazione artistica combinata alla sostenibilità ambientale. Per l’occasione Jerram ha portato, per la prima volta a Milano, Gaia, l’installazione della Terra vista dalla Luna che, sospesa e illuminata all’interno, invita l’osservatore ad una profonda comprensione dell’interconnessione di tutta la vita sulla Terra, al senso di responsabilità per la cura dell’ambiente e alla fragilità del nostro pianeta. L’installazione, dal 10 al 17 giugno, è stata trasformata in un’esperienza multisensoriale grazie alla sonorizzazione site-specific presentata da Threes mentre,  fino al 24 giugno, Gaia sarà circondata da una vera e propria foresta e gli alberi che la creano saranno donati a Forestami, progetto di ricerca del Politecnico di Milano che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030 per pulire l’aria, migliorare la vita di Milano e contrastare gli effetti del cambiamento climatico. L’opera di Jerram rimarrà negli spazi di BASE Milano fino al 12 settembre.

Elisabetta Consonni, Special Handling

Negli spazi di BASE Milano sono presentati, dal 10 al 24 luglio,
A Portrait Without Borders, un grande murales formato da centinaia di volti provenienti da tutto il mondo firmato Kaleider, centro di produzione inglese che riunisce artisti, scienziati e ricercatori di cui Seth Honnor è il direttore artistico, e Corpi del NONE Collective, insieme di personalità artistiche che sviluppano progetti intermediali concentrati nell’interpretazione della condizione contemporanea dell’uomo nella società digitale. Una mostra che ha come obiettivo invitare a ripensare alla nostra identità, alla nostra natura di esseri umani e la relazione con il mondo che ci circonda.

Kaleider, A Portrait Without Borders

Dal 10 giugno al 24 luglio si susseguiranno, inoltre, diverse performance, tra le quali Washing Hands di Lotte van den Berg & Daan’t Sas, Users’s Guide For Planet Earth di Luit- Zelda Soussan & Ruggero Franceschini, Gli Altri لخرين di Corps Citoyen, Sparks 2021 di Francesca Grilli, Anahit di Giorgia Ohanesian Nardin, Special Handling di Elisabetta Consonni, Pop up Civilisation e Bending Borders di Effetto Larsen, A certain value di Anna Rispoli & Martina Angelotti, Rovìnati di Leonardo Schifino, uno dei cofondatori del collettivo Extragarbo.

NONE Collective, CORPI

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