Ecco l’arte che contagia l’azienda

di - 1 Agosto 2014
L’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, tra le più antiche d’Italia, e Kilometro Rosso, Parco Scientifico e Tecnologico che sorge sull’autostrada A4 alle porte della città, si sono messe insieme per offrire la possibilità di un incontro a sette giovani artisti, provenienti dalla scuola di Belle Arti bergamasca, e sette aziende del territorio che operano in diversi campi della ricerca tecnologica e scientifica. Il punto di snodo è una residenza, il cui obiettivo è allargare i confini della ricerca dell’arte, nelle pratiche e nei dispositivi, e di contaminare mondi e professionalità diverse integrando la sperimentazione artistica e quella scientifica.
A cura di Alessandra Pioselli, direttrice dell’Accademia, e Agustin Sanchez, docente di Applicazioni Digitali per le Arti Visive, il progetto “Artist-in-residence Kilometro Rosso” si pronuncia a favore di un’esperienza formativa sperimentale che conduce i giovani artisti fuori dalle aule per sconfinare negli spazi delle aziende, attive in diversi settori quali la biologia, l’ergonomia, la fisica, la geologia, l’ingegneria, la meccatronica e le scienze mediche, per citarne alcuni. La residenza pone le basi per un programma di formazione nuovo rispetto al classico insegnamento, facendo un focus preciso sul contesto culturale, sociale ed economico della città. Sviluppando, quindi, il concetto di coesione territoriale, “Artist-in-residence” trova nell’incontro tra arte e tecnologia il suo  denominatore comune. La dicotomia di arte e tecnologia attraversa i secoli e la trasformazione dei mezzi e delle espressioni artistiche può generare nuove forme di conoscenza e di linguaggio. Questo, almeno, è l’augurio e l’obiettivo più ambizioso del progetto.
Ma come si è concretizzata questa idea? Da febbraio a giugno 2014, gli artisti hanno lavorato dentro contesti produttivi, con strumenti e competenze di diversa natura mettendo alla prova le loro capacità, sensibilità e ricerche. I singoli progetti, ancora in fase di realizzazione, che saranno esposti nella mostra Zona di innesco / Trigger Zone al Kilometro Rosso dal 4 al 19 ottobre 2014, danno forma a idee che attraversano diverse discipline: Federica Mutti (Calcinate, 1992), accedendo all’archivio di Brembo S.p.A., leader mondiale della tecnologia degli impianti frenanti a disco per veicoli, scopre micrografie che mostrano la corretta distribuzione delle lamelle di grafite nella ghisa, immagini astratte a cui sceglie di “riconoscere capacità altre”. All’interno dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che opera a livello internazionale nel campo delle scienze biomediche, Matteo Maino (Seriate, 1990) ha assistito alla pratica della decellurarizzazione del rene, un processo di riformulazione dell’organo che viene privato delle sue cellule e reintegrato con le staminali per riportarlo al suo funzionamento. E questa delicata procedura gli ha consentito di sviluppare una riflessione sociologica sul rapporto tra contenuto e contenitore.

Lia Ronchi (Vimercate, 1988), lavorando con lo Studio Legale Associato Caiazza & Partners che opera in campo societario e contrattualistico per la creazione di nuove tecnologie, si focalizza sul concetto di “rete collettiva”, insito nella piattaforma contrattuale dello stesso studio. Il risultato è una ricerca concernente l’immagine del rizoma e della radice. Simone Longaretti (Treviglio, 1979), sperimentando alcuni materiali ceramici innovativi di Petroceramics Spa, la prima società spin-off dell’Università degli Studi di Milano il cui scopo è valorizzare la ricerca nel campo della scienza dei materiali, concepisce una ricetta alchemica che indaga il processo di metamorfosi di elementi organici in inorganici, capace di realizzare una ceramica con la durezza simile a quella del diamante. Diego Caglioni (Bergamo, 1983) si confronta invece con Intellimech, consorzio di aziende finalizzato alla ricerca nella meccatronica per studiare le opportunità derivanti dall’automatica, dalla robotica e dalle nuove tecnologie, sviluppando un’installazione sonora che permette a deficienze, “incidenti” e imperfezioni di divenire parte di un’opera e di una estetica possibile.

Nel Centro Ricerca e Innovazione i.lab di Italcementi, promotore di sostenibilità e innovazioni tecnologiche ed estetiche di nuovi materiali per le costruzioni, Francesco Crovetto (Seriate, 1991) apprende i processi di lavorazione del cemento sperimentandone l’universo formale attraverso un procedimento informatico e meccanico attinente la prototipia. Infine, Barbara Boiocchi (Angera, 1980) ha collaborato con lo staff di Umania, realtà che studia i processi cognitivi e supporta le aziende con idee innovative e modelli di sviluppo della creatività, per indagare l’approccio dinamico che la stessa realtà mette in atto quale agente di alterazione relazionale tra le persone che vivono un dato spazio. Concepito nel tessuto urbano di Bergamo, il lavoro della Boiocchi si tradurrà in una performance che rivolge l’attenzione anche all’idea di assemblea pubblica.
Ecco allora che si aprono nuovi stimoli, idee e intuizioni per sette giovani artisti che incontrano il mondo delle imprese. Che, a loro volta, hanno l’opportunità di dialogare con i codici contemporanei dell’arte, di assumere un ruolo attivo nel processo artistico e farne uno strumento strategico e competitivo per la propria azienda.

Il contagio dell’arte nei sistemi di produzione aziendali ricorda alcuni progetti di matrice sperimentale che hanno prodotto una vera sinergia di visioni, come nel caso di Olafur Elliason che con BMW trasformò nel 2007 la carrozzeria di un’automobile in una sottile pellicola di ghiaccio, oppure di Chris Milk che realizzò The Wilderness Downtown (2010), un film interattivo, ad ogni accesso differente, realizzato in real-time grazie al coinvolgimento del browser Chrome e del neo-linguaggio html5. Uno sviluppo progettuale che, per sua natura, esce dai luoghi canonici dell’arte per ingaggiare una battaglia a favore di ogni atteggiamento che tenti un’innovazione. È quanto prova a fare la residenza proposta a Bergamo dall’Accademia Carrara di Belle Arti e Kilometro Rosso, con il sostegno di Banca Popolare di Bergamo: far uscire l’esperienza accademica dell’arte in contesti atipici per darne lettura. Innovare, acquisire conoscenze e sviluppare nuove modalità in un rapporto dialogico di contaminazione e di crescita.

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