L’emergenza aguzza l’arte: i progetti a distanza di CRAC, Noero e Poleschi

di - 17 Aprile 2020

Continua l’emergenza Covid-19, anche se uno spiraglio sembra intravedersi e, allora, le gallerie d’arte contemporanea non si perdono d’animo. Ne abbiamo sentite molte per la nostra rubrica Gallerist e ci sono sembrate decisamente volitive. Ecco tre nuovi progetti online, presentati dalla Galleria CRAC di Terni, dalla Galleria Franco Noero di Torino e da Claudio Poleschi Arte Contemporanea.

Il virtuale “inedito” della galleria CRAC di Terni

Si chiama “Inedito” il nuovo progetto espositivo – rigorosamente virtuale, come quarantena impone – lanciato dalla Galleria CRAC di Terni, in risposta all’isolamento generale e al digiuno di arti imposto dal lockdown. Inedito, come il momento attuale, che nessuno di noi ha mai vissuto prima. Almeno, non nel nostro Paese. “Inedito 2020” è un progetto virtuale, una mostra vera e propria, visibile solo nel mondo del web, attraverso i social. Una riflessione senza filtri, mai fatta in questi termini, su quello che sta accadendo ora, In Italia e nel mondo, attraverso lo sguardo (e le opere) di 15 artisti chiamati a partecipare con un lavoro inedito, creato nei giorni di quarantena, con molti di loro privati anche della possibilità di recarsi nel proprio studio. Ogni opera, accompagnata da un pensiero degli artisti e da un brano musicale da loro consigliato, diventa una risposta dell’arte a questa situazione di emergenza globale.

«Consapevoli del grande danno umano, fisico, psichico ed economico che questo virus sta provocando nel mondo, consapevoli che in parte non andrà-tutto-bene, e consapevoli soprattutto, che nulla tornerà come prima: in alcuni casi sarà peggio, purtroppo, ma in altri, forse il futuro sarà migliore – spiega la gallerista, Chiara Ronchini –, Inedito vuole essere parte di una risposta culturale di chi non può e non vuole rimanere indifferente. Con la speranza di ricominciare dall’arte, opere inedite, esposte virtualmente, sono quello che rimarrà oltre la paura e il ricordo di questo inaspettato momento. Perché solo l’arte può».

La mostra: “Inedito 2020 – Virtual Art Project” ha una data di inaugurazione ma non una data di fine, perché nel digitale le cose rimangono, e per l’arte vale lo stesso: rimane sempre, anche dopo di noi, E l’intenzione di Inedito è anche quella di traslare lo stesso ciclo di opere anche nella realtà “terrena”, una volta finita la reclusione.

L’esposizione virtuale si svolgerà sui canali Instagram e Facebook e sul sito web della Galleria. A partecipare saranno gli artisti: Andrea Abbatangelo, Nicolò Baraggioli, Camille Beauplan, Valerio Belloni, Gianluca Costantini, Lorenzo De Angelis, Ester Grossi, Molino e Lucidi, Elisa Muliere, Stefano W. Pasquini, Sebastiano Dammone Sessa, Graphic Surgery, Artan (Shalsi), UNO, Giulio Zanet.

(Alessio Crisantemi)

Fiori e parole, via Social Network, per la Galleria Franco Noero

La Galleria Franco Noero invece ce l’ha fatta giusto in tempo ad allestire le mostre personali di Sam Falls, “Tongues in Trees, Books in Brooks, Sermons in Stone”, e di Marepe, “Entre o céu e o inverno [Between heaven and winter]”, poco prima del decreto dell’11 marzo. E se per l’inaugurazione ufficiale, de visu, nelle due sedi in via Mottalciata e in piazza Carignano, dovremmo aspettare ancora un altro po’, per il momento possiamo farci un giro online, sul sito.

Marepe, Entre o céu e o inverno (Between Heaven and Winter), Galleria Franco Noero Installation view. Courtesy of the Artist and Galleria Franco Noero, Torino © Sebastiano Pellion di Persano

Ma quella della chiusura forzata può anche essere l’occasione giusta per pensare a qualcosa di nuovo, magari coinvolgendo direttamente gli artisti. E così è nato I’ve got flowers for you, progetto dedicato alla potente simbologia dei fiori. «In I’ve got flowers for you abbiamo chiesto agli artisti che collaborano con la galleria di pensare e concepire il proprio personale bouquet di fiori», spiegano dalla galleria. Non sono previsti limiti o costrizioni, il bouquet può essere materiale, immateriale o concettuale, un disegno, una bozza di prova o un video. Rose, tulipani, girasoli, orchidee o altre tipologie di fiori e piante possono essere scelte, per mandare un messaggio di speranza alle persone, oltretutto intonato con la primavera e le belle giornate che stiamo osservando da casa. Mentre osserviamo i bouquet di Dara Friedman, Sam Falls, Martino Gamper e Francesco Vezzoli, ricordiamoci infatti che potrebbe andar peggio, per esempio potrebbe piovere.

#ivegotflowersforyou, “Here is my first flower for you: glass leaves from a chandelier by Venini from the 40s”, Francesco Vezzoli. Courtesy l’Artista e Galleria Franco Noero, Torino

La Galleria Noero presenta anche un altro progetto molto social: The Artist’s Gazette, un dialogo tra immagini e parole. Anche in questo caso, a essere coinvolti sono gli artisti della galleria, che hanno scelto un’immagine per loro significativa e l’hanno associata a una frase, un aforisma, una citazione, una poesia, una canzone.

La Gatta sul tetto della Galleria Claudio Poleschi

«Non si possono realizzare mostre invitando il collezionista a vedere e scegliere le opere in galleria? E allora si torna alla formula in cui l’opera viene realizzata espressamente per lui e gli arriva bella e pronta direttamente a casa», spiega Claudio Poleschi, fondatore dell’omonima galleria e che ha già avuto modo di attraversare le vaste lande del web. Poleschi è infatti il fondatore di Art Share, piattaforma online per acquistare e collezionare opere d’arte in quote, sviluppata insieme a Maurizio Fontanini e dei cui risultati del primo periodo di attività scrivevamo anche qui.

E quindi, come risolvere questa impasse da lockdown? Gatta ci cova è il titolo del progetto di Gian Marco Montesano che la Galleria Poleschi lancia in questa occasione. L’artista che, nel corso della sua ricerca, ha affrontato i grandi processi storici attraverso la pittura, questa volta riparte da un momento famigliare e si offre per realizzare un ritratto del padrone – o dei padroni – con il proprio gatto – o i propri gatti – di casa.

Gian Marco Montesano, Gatta ci cova

«Così, se quella di Magritte “non è una pipa”, la nostra Gatta che cova non è una Gatta ma un progetto. Un progetto che cova se stesso. Non un “cubo invisibile”, ma un progetto invisibile. Più precisamente: un progetto dell’invisibile, un progetto che raffigura l’invisibile. Infatti ipotizzando una qualsiasi persona attenta all’arte, che intenda far ritrarre il proprio Gatto in compagnia di se stessa, cosa verrebbe raffigurato nell’opera dipinta? (Ricordiamoci di questa non è una pipa). Non tanto il Gatto o la Gatta, non solo l’uomo o la donna che ne hanno cura, ma l’Amore. Infatti, il dipinto che raffigura il Gatto (a) insieme a colui (lei) che lo amano sarà il ritratto invisibile dell’Amore che unisce l’umano al Gatto e viceversa», racconta Montesano.

Chi è interessato, può preparare una fotografia insieme al felino e inviarla a info@claudiopoleschi.com.

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