La tessera di un mosaico come il pixel di un’immagine digitale: ognuna di queste unità minime di rappresentazione contiene il potenziale dell’intera forma, interpretabile dall’occhio ma anche fraintendibile. Su questa associazione critica, che richiama il fenomeno della pareidolia, per il quale il nostro cervello tende a riconoscere lineamenti noti in elementi astratti, riflette Land Code, opera site specific di Bianco-Valente presentata al Museo Novecento a Napoli di Castel Sant’Elmo e realizzata grazie al sostegno del PAC Piano per l’Arte Contemporanea 2022-2023, promosso dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC – Ministero della Cultura.
Questa nuova opera si affianca alle oltre 200 già presenti nel museo e si inserisce nel progetto di ampliamento delle collezioni del Museo Novecento che, dal 2010, tiene traccia della produzione artistica napoletana e italiana del XX secolo e oltre. Land Code prosegue infatti le varie iniziative volte a documentare la scena artistica strettamente contemporanea, tra cui il concorso Un’Opera per il Castello che, nel corso delle varie edizioni, ha portato alla produzione di opere permanenti di artisti come, tra gli altri, Gian Maria Tosatti, Rosy Rox, Chiara Coccorese e Paolo Puddu.
Bianco-Valente, duo artistico composto da Giovanna Bianco e Pino Valente e noto per progetti che coinvolgono comunità e architetture, esplorano da anni le interazioni tra persone, eventi e luoghi. Il loro lavoro spazia tra scultura, video, installazione e pratiche partecipative. Il loro percorso li ha portati a collaborare con istituzioni prestigiose come il MAXXI di Roma, il MACBA di Barcellona, il Madre di Napoli e il Museo Reina Sofia di Madrid. Tra le loro partecipazioni più significative figurano eventi come la Biennale di Venezia Architettura 2021, Manifesta 12 (Palermo, 2018) e numerose biennali internazionali. La loro poetica, sempre in bilico tra materialità e astrazione, riflette una costante tensione tra passato e futuro.
Con questa installazione per Castel Sant’Elmo, frutto di un intreccio tra tradizione e ricerca, il duo ha ripreso le antiche geometrie musive di Pompei ed Ercolano, potenziandone il linguaggio attraverso filtro dell’arte contemporanea. L’opera è composta da tessere di mosaico bianche e nere che evocano, in apparenza, un codice QR ma che in realtà sfidano e disorientano questa associazione immediata. Con Land Code, l’ornamentazione antica, osservata nei dettagli minuti dei tasselli di pietra, si trasforma in una geometria che evidenza come, nel passaggio dalla presenza dell’oggetto fisico alla sua ricostruzione nel sistema neuronale, la percezione tenda a ricreare la forma osservata secondo codici riconoscibili.
L’installazione è stata realizzata in collaborazione con la Fonderia Nolana Del Giudice, e il processo creativo è documentato da un video curato da Pasquale Napolitano, che arricchisce l’esperienza dell’opera con uno sguardo al dietro le quinte delle fasi di lavorazione.
È al cinema il nuovo film di Zemeckis, parla del tempo che scorre, di perdite, di legami. E trae ispirazione…
In occasione del Giorno della Memoria, Magazzino Italia Art di New York presenta una conferenza dedicata alle azioni performative di…
Kunst Meran Merano Arte presenta il nuovo programma di mostre e attività del 2025: tra gli artisti protagonisti, Belinda Kazeem-Kamiński…
Inaugura stasera, e proseguirà fino al prossimo 27 marzo, “Quello che ricordi ti salva”, prima retrospettiva di Beba Stoppani negli…
Nuovi record d’asta, nuove fiere, mostre interamente dedicate al materiale, tra musei e gallerie. La ceramica è affordable, piace e…
Beautiful Architecture Order: il neopresidente Donald Trump ha reintrodotto l’ordinanza che impone uno stile classico e pre modernista per i…