Le personali di Federica Gonnelli e Carola Spina, ospitate presso l’Accademia Italiana nel quartiere romano di San Lorenzo e a cura di Matteo Peretti e Bianca Catalano, concludono il secondo ciclo di residenze d’arte di N0 80 Giorni Art Residency, già avviato con la residenza Giulia Cauti. Questo progetto, alla sua prima edizione, è promosso da N0 Art Group in collaborazione con Accademia Italiana e San Lorenzo Art District e rappresenta un momento di riflessione sul rapporto tra creatività contemporanea e il tessuto urbano e culturale del quartiere.
La mostra di Federica Gonnelli, La città sul fiume immobile, trae ispirazione dal libro omonimo di Eduardo Mallea, declinando il tema del fiume come metafora di passaggio, cambiamento e memoria. Al centro dell’esposizione, un’imponente installazione in organza occupa due stanze espositive, obbligando i visitatori ad attraversare percorsi predefiniti, un gesto che simboleggia la complessità del viaggio e della trasformazione.
L’opera dialoga con altri lavori, come Isola, un’immagine digitale che rappresenta il quartiere di San Lorenzo come una terra sospesa tra passato e presente, e Il fiume scomparso, che richiama il Crabra, un antico corso d’acqua ormai invisibile ma ancora vivo nell’immaginario collettivo. Altre opere esplorano il tema della separazione e della connessione: Derivazione invita a riflettere sui confini fisici e storici del quartiere, mentre Dialogo Muto, un video, utilizza frammenti da Hedda Gabler di Ibsen per indagare la comunicazione interrotta.
L’esposizione culmina in una commemorazione visiva del bombardamento del 19 luglio 1943, un evento che segna indelebilmente l’identità di San Lorenzo. Qui, la fragilità della memoria collettiva si intreccia con la capacità del quartiere di trasformarsi e resistere.
Con un approccio radicalmente diverso, Carola Spina presenta Muscoli Impari, una mostra che affronta il tema della trasformazione e della risemantizzazione attraverso tre stanze tematiche dedicate a scultura, installazione e video.
La prima sala ospita una scultura che ritrae l’ibridazione tra un serpente e un uccello: un simbolo di tensione tra distruzione e creazione, dove il conflitto si risolve in una forma nuova e in continua evoluzione. Nella seconda si trova una video installazione incentrata la relazione tra violenza istituzionalizzata e cultura popolare. Coreografie militari si intrecciano con l’estetica dei musical, creando un grottesco balletto che critica il potere e le sue rappresentazioni.
L’ultima stanza, forse la più disturbante, espone una serie di bambole gonfiabili animate da compressori. Il loro movimento ritmico – gonfiarsi e sgonfiarsi – induce alla riflessione sull’artificialità del corpo e sulla sua percezione nella società contemporanea. Qui, l’interno della pelle delle bambole viene ribaltato verso l’esterno, invitando il pubblico a interrogarsi sulla sessualità e sull’identità corporea.
Uno Sguardo al Futuro: la Mostra Unwaited
Accanto alle due personali, l’Accademia Italiana inaugura Unwaited, un progetto corale che unisce fotografia e set design. Curata da Germana Marchioni e realizzata dagli studenti dei corsi triennali di Fotografia e Design, la mostra affronta temi complessi come i disturbi alimentari, la censura e la depersonalizzazione.
Attraverso immagini e scenografie, gli studenti mettono in discussione le convenzioni estetiche e culturali, invitando il pubblico a esplorare l’inaspettato. L’esposizione diventa uno spazio di sperimentazione, dove l’ordinario si trasforma in straordinario, svelando nuove prospettive su corpo, realtà e immaginario sociale.
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