Si sa che scegliere la mise più adatta per visitare una fiera d’arte contemporanea e non sfigurare rispetto alle opere esposte è una vera sfida con se stessi e quest’anno, ad ArtVerona, vi consigliamo di indossare gli occhiali da sole ma non solo per una questione di stile e sintomatico mistero. Perché, luminoso e scintillante, lo stand di exibart ad ArtVerona sarà riconoscibile anche dalla lunga distanza, grazie all’iconico mylar di Daniel Gonzalez. L’artista argentino, che vive e lavora tra Verona e New York, personalizzerà l’allestimento della nostra postazione, nell’ambito di Pages, la sezione di ArtVerona curata da Ginevra Bria e dedicata ai progetti editoriali e alle riviste.
«L’intento è delineare una rappresentativa carta di identità relativa al panorama delle riviste d’arte italiane, seguendo visioni e approcci differenti», spiegano gli organizzatori. Insomma, come raccontare il lavoro di una rivista, il suo peculiare approccio alla materia quotidiana dell’attualità , attraverso un intervento artistico? Per noi, la risposta è stata un buon augurio, una formula propiziatoria immersiva.
Per il suo intervento in questa occasione, Gonzalez trasformerà il nostro booth intervenendo nella sua semantica profonda ma anche nella sua espressione percettiva immediata, ampliandone la funzione, da ambiente da esposizione a esperienza alla quale partecipare in prima persona, come in una celebrazione rituale. Che nell’interpretazione di Gonzalez avrà le forme, le sfaccettature, i colori di una esplosione di gioia e di vitalità , tutta da ballare e un po’ glam.
Lo stand verrà radicalmente trasformato attraverso una rivisitazione dei celebri Mylar Wallpaper, esposti anche durante l’ultima edizione di BienNoLo a Milano, e della sua recente serie dei Poster Paintings. Gonzalez inviterà il pubblico a interrompere, anche solo per pochi attimi, giusto qualche passo di danza, l’ordinario percorso tra booth e prendere parte a un momento di festa collettiva, lasciandosi coinvolgere da questo flusso di positività e di energia. Oltre che dalla musica e da una sfera stroboscopica. Ma per saperne di più, non rimane che vederci ad ArtVerona.
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