Tomorrows: l’acqua tra arte e geopolitica in mostra a Verona

di - 11 Ottobre 2024

Nel suggestivo scenario di Castel San Pietro, a Verona, si apre una mostra che invita a riflettere su uno degli elementi più preziosi e contesi del pianeta, l’acqua, la cui la gestione è centrale per la nostra sopravvivenza e il benessere collettivo. TOMORROWS – A Land of Water, curata da Jessica Bianchera e Marta Ferretti, sarà inaugurata l’11 ottobre 2024 con una performance dal vivo di Lorenzo Senni e un DJ set di Ritmica, in collaborazione con Path Festival. La mostra, parte del programma Art&TheCity di ArtVerona 2024, resterà aperta fino al 10 novembre, proponendo una riflessione a 360 gradi su temi che intrecciano ambiente, società e geopolitica, con l’acqua come protagonista.

L’esposizione è scandita da opere video e installazioni di artisti internazionali: il collettivo di ricerca DAVRA (composto da Saodat Ismailova, Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva), Lina Dib, Elena Mazzi e Alberta Whittle. Attraverso linguaggi che spaziano dall’audiovisivo all’interattivo, queste opere mettono a fuoco il ruolo cruciale dell’acqua non solo come risorsa naturale ma anche come metafora di trasformazione e simbolo di conflitto.

Alberta Whittle, between a whisper and a cry, 2019 (film still) Courtesy l’artista e The Modern Institute/Toby Webster Ltd., Glasgow

Un viaggio attraverso i mari del mondo: opere e temi chiave di Tomorrows

«L’acqua è simbolo di vita, ma anche testimone delle crisi che attraversiamo. Questo progetto vuole offrire nuovi spunti per ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e stimolare riflessioni su come costruire futuri più sostenibili», hanno dichiarato le curatrici Bianchera e Ferretti.

DAVRA Resarch Collective (Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva, Saodat Ismailova), Taming Women and Waters in Soviet Central Asia, 2024 Exhibition view, Biennale Matter of Art 2024, National Gallery Prague – Trade Fair Palace © Jonáš Verešpej Photo Tereza Havlínkovátt

Il collettivo DAVRA ci trasporta nelle distese dell’Asia Centrale con l’installazione Taming Women and Waters in Soviet Central Asia (2024). Il lavoro esplora il legame tra lo sfruttamento delle risorse idriche e il lavoro femminile nel contesto dell’industrializzazione sovietica, evidenziando le devastanti conseguenze ambientali della monocoltura del cotone, ancora visibili nei paesaggi dell’Uzbekistan. L’opera ci ricorda come la manipolazione delle risorse naturali a fini politici ed economici non sia solo una questione passata, ma continui a influenzare profondamente la vita delle persone e degli ecosistemi.

DAVRA Resarch Collective (Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva, Saodat Ismailova), Taming Women and Waters in Soviet Central Asia, 2024 Exhibition view, Biennale Matter of Art 2024, National Gallery Prague – Trade Fair Palace © Jonáš Verešpej Photo Tereza Havlínkovátt

Dalla vastità dell’Asia, si passa al Golfo del Texas con THRESHOLD (2017) di Lina Dib, un’installazione interattiva che coinvolge lo spettatore in un’esperienza multisensoriale. Il lavoro cattura la bellezza minacciosa di un paesaggio al tramonto, ma invita a riflettere sullo sfruttamento del Golfo, vittima di disastri ambientali come quello della BP nel 2010. L’interazione fisica con l’opera sottolinea la fragilità dell’equilibrio tra uomo e natura, dove tentativi maldestri di controllo portano a conseguenze imprevedibili e distruttive.

Lina Dib, THRESHOLD, 2017 (video still), proiettori, fotocamere, suono, software personalizzato Day For Night, 2017, Houston, Texas Photo courtesy l’artista e Katrina Barber

Il viaggio prosegue nell’Artico con The upcoming Polar Silk Road (2021) di Elena Mazzi, che documenta il progetto della Via Polare della Seta, un nuovo asse commerciale destinato a connettere Europa, Russia e Cina. L’opera evidenzia come le risorse naturali dell’Artico, minacciate dal cambiamento climatico, siano oggetto di interesse geopolitico, mettendo in luce le complesse relazioni tra sviluppo economico e devastazione ambientale.

Elena Mazzi, The upcoming Polar Silk Road, 2021 (video still), video HD, colore, suono, 9’45’’ L’opera è progetto vincitore dell’avviso pubblico Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere – Sezione Over 35 (MAECI- DGSP/MiC-DGCC, 2020) Courtesy l’artista e Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre

Infine, between a whisper and a cry (2019) di Alberta Whittle ci porta nei Caraibi, intrecciando le storie di colonialismo e crisi climatica. Attraverso un collage visivo che evoca la stagione degli uragani, l’artista indaga le cicatrici lasciate dalla tratta atlantica degli schiavi, tracciando parallelismi tra l’oppressione storica e l’attuale emergenza ambientale. L’acqua, in questa narrazione, diventa un archivio fluido di memorie e traumi, un elemento capace di assorbire, ma anche di rivelare, i fantasmi del passato.

Alberta Whittle, between a whisper and a cry, 2019 (film still) Courtesy l’artista e The Modern Institute/Toby Webster Ltd., Glasgow

L’arte come trasformazione: il progetto Panta Rei

TOMORROWS – A Land of Water rappresenta una delle tappe chiave del progetto Panta Rei, promosso da Fondazione Cariverona, che proseguirà fino al 2025 esplorando il valore dell’acqua in un contesto sia globale che locale. Tra le azioni in programma, oltre alla residenza dell’artista e ricercatrice Oriana Persico, anche il riallestimento degli spazi della sede di Fondazione Cariverona in Palazzo Pellegrini, che celebra il rientro dopo una lunga assenza della Donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, a cui è dedicata un’intera project room.

Attraverso il confronto tra differenti linguaggi, il progetto vuole offrire una visione transdisciplinare delle dinamiche legate alla crisi ambientale e idrica, sollevando interrogativi cruciali per la sopravvivenza del pianeta. Il pubblico è invitato a riflettere sulla bellezza e sull’importanza dell’acqua e anche sulle minacce che questa risorsa fondamentale deve affrontare a causa delle azioni umane.

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Tag: Alberta Whittle ambiente DAVRA Elena Mazzi fondazione cariverona installazioni jessica bianchera Lina Dib Marta Ferretti verona videoarte

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