In questi giorni in cui il mondo del cinema è animato dallo scontro tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e numerosi addetti ai lavori — attori, registi, sceneggiatori — per la precarietà dei finanziamenti pubblici e, in particolare, per la mancata riforma del cosiddetto tax credit, una nuova iniziativa potrebbe offrire un po’ di respiro alla produzione indipendente: Fondazione Prada ha annunciato il lancio di un Film Fund dedicato a sostenere opere cinematografiche originali, sperimentali e fuori dagli schemi del mercato dominante.
«Il cinema è per noi un laboratorio di idee e un importante strumento di formazione culturale», ha dichiarato Miuccia Prada, Presidente e Direttrice della Fondazione. «Per questo motivo abbiamo deciso di contribuire attivamente alla realizzazione di nuove opere e al sostegno del cinema d’autore. Da più di vent’anni la Fondazione indaga in varie forme questi linguaggi sostenendo un’idea di cinema libera, esigente e visionaria. Con il Fondo vogliamo approfondire e ampliare il dialogo con la creazione e la sperimentazione contemporanee».
Il Fondazione Prada Film Fund nasce con l’obiettivo di accompagnare registi e artiste/i visive/i nel processo creativo di film difficilmente classificabili nei generi e nei formati tradizionali. Un’iniziativa che rafforza il legame tra l’istituzione milanese e il linguaggio cinematografico, coltivato fin dalle origini attraverso proiezioni, mostre e collaborazioni con cineasti di cult come Alejandro González Iñárritu, David Cronenberg e Nicolas Winding Refn.
Il fondo, che avrà cadenza annuale, si rivolge a progetti internazionali in fase di sviluppo e produzione. Una commissione selezionerà tra 10 e 12 progetti di lungometraggi tra i più promettenti, sulla base dell’originalità linguistica, dell’urgenza narrativa e della capacità di generare nuove forme di esperienza visiva.
Il bando per il 2025 verrà pubblicato in autunno e sarà aperto a registe/i emergenti e affermate/i, senza restrizioni di formato o durata, referenze geografiche né di genere cinematografico. Oltre alla erogazione di fondi, il programma prevedrà un fattivo accompagnamento curatoriale: Fondazione Prada intende infatti seguire attivamente lo sviluppo delle opere selezionate, rendendosi parte di un processo condiviso che tenga insieme visione artistica e possibilità produttiva.
94 tra registi e attori italiani hanno firmato una lettera aperta indirizzata al ministro Giuli, accusandolo di delegittimare chi lo critica e chiedendogli un impegno concreto per rilanciare il settore. Tra i firmatari: Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Ferzan Ozpetek, Paola Cortellesi, Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino. Dunque, in un momento in cui il sistema cinematografico italiano appare paralizzato tra carenze strutturali e strategie ministeriali giudicate da molti operatori del settore come inadeguate – e in un contesto più ampio segnato da una concentrazione crescente delle risorse e da una crescente omologazione dell’offerta – il Film Fund promosso da Fondazione Prada si configura come un atto di fiducia verso il cinema come forma d’arte autonoma e radicale. Sostenere il cinema indipendente e difendere il diritto a immaginare rappresenta anche un atto politico, oltre che culturale.
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