“Go goals together” è il titolo della mostra di Sabrina Rocca, a cura di Monica Trigona, ospitata fino al 16 dicembre nelle prestigiose sale del Palazzo del Segretariato delle Nazioni Unite a New York. Le opere in esposizione erano già state presentate nel 2021 presso il Campus delle Nazioni Unite, a Torino e, come evocato dal titolo dell’esposizione, il loro tema e filo conduttore è l’agenda 2030 SDG – obiettivi di sviluppo sostenibile, stabilita nel settembre del 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Si tratta di una serie di 17 obiettivi che le nazioni si sono impegnate a conseguire entro la fatidica data del 2030. Sconfiggere la povertà e la fame, fornire al maggior numero di persone possibile istruzione di qualità, acqua ed energia pulita, lavoro e crescita economica, parità di genere e rispetto dei diritti, promuovendo un consumo responsabile e la lotta al cambiamento climatico. Questi alcuni dei goals che fanno parte dell’agenda. Sabrina Rocca li ha interpretati tutti attraverso opere d’arte vivaci, leggibili, comunicative e piene di energia. Le abbiamo rivolto alcune domande, per conoscere meglio il progetto e le sue emozioni al riguardo.
Che cosa ti aspetti da questa esperienza a New York?
«Questa è una bellissima opportunità, sia lavorativa che professionale, e voglio goderne ogni istante. Un sogno che si realizza non ha bisogno necessariamente di un seguito, ma se ci sarà sono pronta a coglierlo».
L’arte, secondo te, può aiutare a costruire un futuro migliore?
«L’arte è l’espressione di animi sensibili capaci di cogliere aspetti che non tutti percepiscono attraverso l’utilizzo di linguaggi e modi differenti, restituendo emozioni alle persone. Credo sinceramente che l’arte possa migliorare il mondo, poiché costituisce uno stimolo di riflessione non diretto, ma emotivo; a volte più efficace, proprio per questo».
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile che hai illustrato nei tuoi lavori, qual è quello che più ti sta a cuore?
«Come donna, in questo particolare momento storico mondiale – basti pensare alle ragazze in Iran, mi sta maggiormente a cuore l’obiettivo 5, quello sulla parità di genere. Una questione che non può essere rimandata e che disegnerà il nostro futuro prossimo».
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