Nel semestre di presidenza dell’UE, l’Italia rende omaggio all’ultima Thule -la Svezia- con una serie di eventi culturali. La grande mostra dedicata alle collezioni reali prende il via dall’illuminata regnante, l’intraprendente Cristina, che incoronata a diciotto anni, abdicò, divenne cattolica e scelse Roma come sua seconda dimora (Porta del Popolo ancora ne ricorda l’ingresso trionfale nel 1655 con un’iscrizione voluta dal Papa Alessandro VII, entusiasta della sua conversione).
Cristina amava stupire la corte. Come quando, il giorno dell’incoronazione nel 1650 si presentò con la sfarzosa carrozza trainata da sei cavalli coperti da raffinati finimenti in velluto, seta, oro e argento, conservata all’Armeria Reale di Stoccolma e adesso in
Con essa gli abiti originali, i gioielli, le armi e le armature esposte rendono la dimensione della ricchezza del Tesoro Reale e della vita di corte, uno sfarzo che si rispecchia anche nella collezione di opere d’arte, in parte ereditata dal padre Gustavo II e iniziata con i bottini di guerra a spese di Rodolfo II di Praga e Massimiliano I di Monaco (un esempio: Lucrezia di Lucas Cranach il Vecchio).
Dopo la conversione alla chiesa apostolica romana, la Minerva del Nord si stabilì a palazzo Riario alla Lungara (oggi Corsini), nel cuore di Trastevere, dove diede inizio -con un cenacolo di artisti, filosofi e letterati- all’Accademia Reale, antenata dell’Accademia dell’Arcadia. La sola pinacoteca, formata con l’aiuto di Bernini e Bellori, annoverava opere dei maggiori pittori dal Rinascimento maturo al Barocco. Se ne sente un po’ la mancanza in mostra, se non fosse per Correggio, Carracci, Rubens e le bellissime Venere e Adone di Tiziano, oggi a Palazzo Barberini a Roma,
Cambia il secolo e cambia il gusto del re. Gustavo III predilesse la cultura filo francese, sulle orme del gusto della tirannica madre, per poi spostarsi su quella italiana. Amante del teatro, dei caroselli e delle giostre di piazza, il re mise insieme una collezione che spaziava dai quadri di Boucher alle statue romane, da piccoli dipinti del Tiepolo a opere del Seicento italiano e olandese, tra cui la strepitosa Giovane domestica di Rembrandt. Con lui la Svezia assunse definitivamente uno stile nazionale neoclassico che permane tutt’oggi.
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stella bottai
mostra vista il 28 ottobre 2003
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