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Fino al 3.II.2018 | Moto Ondoso Stabile, | Z2o Sara Zanin Gallery, Roma

di - 1 Febbraio 2018
Pittura, ancora? In un momento in cui proliferano i modi e i mezzi di produzione artistica più diversi, la scommessa di Davide Ferri, curatore della mostra, è riflettere su cosa significa fare pittura oggi, rintracciare le nuove declinazioni di un medium tradizionale che lo rendano un linguaggio espressivo ancora attuale. A questo proposito nella collettiva “Moto ondoso stabile” ‒ in mostra fino al 3 febbraio 2018, presso la galleria Z2O di Sara Zanin, a Roma, in via della Vetrina 21 ‒ sono stati chiamati all’appello artisti eterogenei per cifra stilistica, nazionalità e tecnica, il cui trait d’union è l’utilizzo della pittura su tela.
L’esposizione non segue un vero e proprio sviluppo lineare, ma si avverte come un crescendo tra la prima e l’ultima sala. All’entrata siamo accolti da dipinti piuttosto piccoli e dalle tonalità non particolarmente vivaci: di fronte a noi un’opera di Rezi Van Lankveld, Collar (2017), presenta delle forme magmatiche che si modellano in base alle diverse densità dei colori. È poi curioso l’accostamento su un’altra parete di un lavoro all’apparenza più scientifico e “freddo” di Alessandro Sarra ‒ una specie di monocromo nero, scalfito in superficie da graffi orizzontali che rivelano ciò che c’è sotto ‒ a un dipinto astratto di Nazzarena Poli Maramotti che risulta in qualche modo più familiare, coinvolgente, “caldo”. Le opere di Nazzarena Poli Maramotti forse proprio perché lasciano trasparire delle figure sbiadite, come quelle dei sogni e dei ricordi, attraverso colori che richiamano quelli della natura, ci invitano a ricercare un ponte tra presente e passato, tra tradizione e innovazione, tra familiare e sconosciuto; disseminate in tutte le sale, potrebbero costituire una sorta di leit motiv della mostra.
Moto Ondoso Stabile, vista della mostra, z2o Sara Zanin Gallery Roma
In questo gioco di rimandi tra tradizione e innovazione i dipinti di Neil Gall ‒ che grazie a una notevole padronanza tecnica sembrano dei collages ‒ diventano occasione per reinterpretare concetti tradizionali della pittura come quelli di tridimensionalità, di illusione e di prospettiva. Le pennellate curvilinee e dense di Jinn Bronwen Lee su particolari tele ovali ricordano, invece, dei giochi di luci ed ombre quasi caravaggeschi. Infine, nell’ultima sala il Sea Painting, Dunwich September (2014) di Jessica Warboys arriva a suggerire un possibile dialogo tra dipinto e performance: la grande tela è un tentativo di registrare i movimenti del mare attraverso pigmenti di colore.
Ogni opera, a modo suo, evita la ricerca di una figuratività e pone l’accento sulla gestualità produttiva dell’artista e sulla dimensione materica della tela e dei colori scelti. Con uno sguardo critico quasi a la Greenberg sembrano essere gli aspetti formali e materiali, piuttosto che il contenuto, a costituire il fulcro: proprio in quanto variazioni sul tema del medium pittura, i lavori di “Moto ondoso stabile” riescono a sintonizzarsi tutti sulla stessa lunghezza d’onda.
Lucrezia Boso
mostra visitata il 7 dicembre 2017
Dal 2 dicembre 2017 al 3 febbraio 2018
Moto Ondoso Stabile
Neil Gall, Rezi Van Lankveld, Jinn Bronwen Lee, Nazzarena Poli Maramotti,
Alessandro Sarra, Jessica Warboys
Z2O – Sara Zanin Gallery
Via della Vetrina, 21 – Roma
Orari: martedì – sabato 13.00 – 19.00 (o su appuntamento)
Info: info@z2ogalleria.it, www.z2ogalleria.it

Dopo la laurea in Filosofia con specializzazione in Estetica all’università La Sapienza di Roma, vive e lavora a Milano, dove attualmente frequenta un master in Arts Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha lavorato come curatrice e organizzatrice di eventi per uno studio-galleria di arte contemporanea e ha collaborato alla redazione di una raccolta di saggi di Estetica. È appassionata di arte contemporanea, che segue e studia sempre con un approccio critico, e scrive per Exibart recensioni sulle mostre presso importanti gallerie e musei.

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