Categorie: roma

fino al 30.VII.2001 | James Turrell | Roma, Valentina Moncada

di - 17 Luglio 2001

Per costruire ha scelto il “materiale” più difficile: una suggestione che non ha consistenza. Eppure gli ambienti creati con la luce da James Turrell non sembrano il risultato di una sfida, ma di una appropriazione lenta, di uno studio costante delle condizioni e dei modi: può lavorare pensando alle pareti di una stanza o al ventre fatto di roccia di un vulcano, cambiano le dimensioni, i fattori strettamente legati al luogo, non muta la cura paziente di ogni dettaglio, la precisione millimetrica che orienta i raggi luminosi, che stabilisce le distanze, l’inclinazione degli schermi… quasi una scacchiera, dove ogni posizione è necessaria, inequivocabile. Forse la luce non perdona gli errori, soprattutto quelli di valutazione.
Prima personale italiana per James Turrell, quella allestita presso l’Associazione Culturale Valentina Moncada (visitabile fino al 30 luglio 2001), due spazi costruiti appositamente e due immagini dal progetto “Roden Crater ”: “piccolo” e “grande”, per raccontare come si crea un’architettura che solo apparentemente è vuota. La abita una fonte di luce e una sensazione di stupore, perché nelle opere di Turrell, tutto sembra trasformarsi, imbevuto di un’atmosfera che altera in contorni. Così una striscia stretta e lunga di luce rossa s’incastra nella parete buia: l’illusione è di avere davanti agli occhi una superficie trasparente, qualcosa in cui, una volta vicini potremo guardare attraverso; invece il rettangolo è proiettato, si appoggia, scivola sul muro, “disegnato” con un rigore che traduce il trapasso tra illuminato e non in una linea netta. (“Tollin Red”, 1967) Dello schermo azzurro di “Mongo The Planet ” (1997) percepiamo la convessità quasi esagerata, una presenza, fatta solo di luce che sembra condensarsi, diventare solida. Poi stendiamo il braccio e attraversiamo la cortina inesistente.

articoli correlati
La concezione dello spazio, arte minimale dalla collezione Panza di Biumo
perspectives, architetture sonore

maria cristina bastante
mostra vista il 29.VI.2001



Associazione Culturale Valentina Moncada
Via Margutta 54 – Roma
Dal lunedì al venerdì ora 16 – 20
Tel.063207956 fax 063208209


[exibart]

Articoli recenti

  • Progetti e iniziative

Toxic Love: alla RUFA, un talk per rifettere sulle relazioni tossiche

A Roma, il Campus RUFA ospita un talk sul problema delle relazioni tossiche: in programma la presentazione dell’opera vincitrice di…

3 Maggio 2024 18:07
  • Arte contemporanea

Al MUSMA di Matera, la street art di Crisa in dialogo con Maria Lai

Al MUSMA di Matera, la nuova installazione permanente dello street artist Crisa dialoga con le opere della grande Maria Lai:…

3 Maggio 2024 17:05
  • Fiere e manifestazioni

Ecco com’è The Phair: la fiera fotografica per la prima volta alle OGR di Torino

Giunta alla quinta edizione, con una sede rinnovata, la fiera di fotografia si conferma per la sua identità accurata e…

3 Maggio 2024 17:02
  • Film e serie tv

Masterpiece, una nuova puntata con Mona Hatoum e Alberto Di Fabio

Masterpiece, la docuserie che ci porta sulle tracce delle meraviglie dell’arte contemporanea, torna con Mona Hatoum e Alberto Di Fabio:…

3 Maggio 2024 16:20
  • exibart.prize

Ecco i nomi che compongono la giuria di exibart prize N4

Andrea Gambetta, Antonio Addamiano, Uros Gorgone, Cesare Biasini Selvaggi, Manuela Porcu, Fabio Mongelli, Simone Manuel Sacchi, Edson Luli, Federico Pazzagli,…

3 Maggio 2024 15:28
  • Arte contemporanea

Il Codacons attacca il Padiglione Italia. Il Ministero: è tutto regolare

Al Codacons non vanno giù i tubi dell'opera di Massimo Bartolini e Luca Cerizza per il Padiglione Italia alla Biennale…

3 Maggio 2024 12:32