“Josef Hoffmann disegni e oggetti da mobilio“, è l’esposizione dedicata all’opera principale da designer di uno dei co-fondatori nel 1897 della Wiener Secession, e nel 1903 della Wiener Werkstatte.
Il lavoro di Hoffmann combinò il razionalismo di Otto Wagner, che fu suo maestro, con uno stile di decorazioni geometrico e rettilineo, influenzato dal lavoro di Charles Rennie Mackintosh .
Josef Hoffmann è stato uno dei più importanti architetti tra l’800 e il ‘900, e costituisce con il suo lavoro un collegamento stimolante che arriva fino al design contemporaneo.
Nacque il 15 dicembre 1870 a Brtnice, nella Moravia sudoccidentale. Studiò a Vienna, da dove raggiunse fama mondiale, pur rimanendo emozionalmente molto legato al paesaggio della sua terra natale. Come Gustav Mahler, nelle sue opere intrecciò citazioni popolari e storicizzanti; era un equilibrista delle tradizioni che pensava al progresso, interessato alla forma funzionale, pur mantenendo vivo il suo piacere per la varietà e per il gioco con elementi decorativi ed ornamentali.
Come molti architetti delle generazioni precedenti, il venticinquenne Hoffmann venne in Italia a trovare stimoli, e l’ispirazione per istituire un proprio linguaggio. L’elaborazione da parte degli elementi italiani che aveva colto nell’architettura dell’antichità classica e moderna, come anche nella sobrietà delle case contadine della campagna, percorre tutta la sua opera e la sua concezione spesso architettonico-ornamentale, che caratterizza anche i progetti applicati (facendo, a sua volta, da modello per importanti architetti italiani come Carlo Scarpa ).
A Vienna divenne anche insegnante, membro della Secessione, e, insieme a Kolo Moser, fondò i “Wiener Werkstätten “.
Il suo capolavoro, il Palazzo Stoclet, fu realizzato tra il 1905 e 1911, a Bruxelles, e provocò reazioni entusiastiche nei suoi contemporanei.
La sua idea di un’opera d’arte totale, lo portò a realizzare lavori in metallo e progetti in pellame, tessuto, e vetro, gioielli e soprattutto mobili spesso destinati a diventare dei “classici”.
Il Centro per l’Arte Contemporanea di Catania e la Galleria Pino Casagrande di Roma (che ospiterà poi la mostra da ottobre a dicembre) presentano alcuni degli aspetti principali dell’opera di Hoffmann, esplorando quell’ambito conflittuale che esiste tra idea, progetto e prodotto finito, con mobilio originale, divani, poltrone, sedie e disegni (concessi dal Museo delle Arti Applicate di Vienna e dalla collezione Wittmann). In occasione della mostra è stato presentato il libro “Josef Hoffmann, ritratti, firme, francobolli”.
Il valore creativo degli oggetti da mobilio di Josef Hoffmann viene considerato senza tempo, capace di scorrere parallelamente all’attualità, e riuscendo a liberare forze estetiche destinate a influenzare la nostra sfera di vita in maniera dinamica e stimolante.
Ilenia Suma
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