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Da Lucio Fontana a Robert Barry, per scoprire i Mondi Fluttuanti della Biennale di Lione

di - 28 Giugno 2017
Lione ondeggia sull’acqua dei suoi fiumi. Qui tutto ciò che si vede ha il suo riflesso sulla superficie increspata del Rodano e della Saona, alla cui confluenza sorge una delle città francesi più antiche, capitale della provincia romana della Gallia Lugdunense e centro culturale tra i più attivi in Europa.
Attraversata da queste presenze liquide e in continuo divenire che ne hanno determinato i ritmi vitali, la sua topografia delinea una mappa precisamente calata sul tema individuato dalla curatrice Emma Lavigne per la sua Biennale, al via il 20 settembre 2017 e fino al 7 gennaio 2018. D’altra parte, Thierry Raspail, che istituì la Biennale di Lione nel 1991 e ne è il direttore artistico, ha sempre invitato i curatori a ragionare per termini chiave, legati al discorso collettivo. Allora, per questa 14ma edizione, argomento sono i “Floating Worlds”, mondi fluttuanti, il riferimento è diretto alle teorie sulla postmodernità, di cui Zygmunt Bauman è stato il portavoce più illustre ma che occupano buona parte delle riflessioni della storia e della filosofia occidentali della seconda metà del Novecento, dalla fine delle grandi narrazioni alla crisi del concetto di confine, dalla dispersione dell’identità all’estetica del consumo. In realtà, le radici sono più antiche e distanti. Ukiyo-e è un termine giapponese che letteralmente definisce “l’immagine del mondo fluttuante” e indica un genere di stampa artistica su carta, particolarmente in voga nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo, i cui influssi stilistici ancora si avvertono nei moderni manga e cartelloni pubblicitari.
Lavigne riflette sulle potenzialità interpretative dei linguaggi artistici al cospetto di questi nuovi mondi orientati all’impermanenza, all’eterno cambiamento. Ma l’arte è veramente in grado di farsi portavoce di una fonte di ispirazione così permeabile? A oggi, la lista di artisti coinvolti, in continuo aggiornamento, comprende un segmento cronologico abbastanza ampio, che spazia dalle pratiche relazionali alle ricerche legate allo spazio, sempre usando il metro di una certa leggerezza, con, tra gli altri, Doug Aitken, Hans Arp, George Brecht, Marcel Broodthaers, Alberto Burri, Alexander Calder, Lucio Fontana, Hans Haacke, Lee Mingwei, Yuko Mohri, Ernesto Neto, Damián Ortega, Nam June Paik, Lygia Pape, Robert Barry, Tomás Saraceno, Paolo Scheggi. Oltre alla principale, saranno previste altre tre sezioni. “Rendez-vous 17”, in collaborazione con 10 biennali internazionali, presenterà artisti emergenti, mentre “Veduta” è il progetto di residenze, con mostre e laboratori sviluppati in dialogo con la città. “Résonance” invece è il programma di eventi, letture e spettacoli diffuso in tutta la regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.
Il calendario completo è consultabile qui.

In alto: Shimabuku, When Sky was Sea, 2002. Performance / video installation. Courtesy the artist and Air de Paris, Paris

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