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I meravigliosi Troublemakers della Land Art. Fondazione Prada porta in scena un documentario speciale, in prima visione europea

di - 9 Ottobre 2015
In attesa delle mostre di Gianni Piacentino e “Recto Verso”, Fondazione Prada in occasione di questa giornata del contemporaneo (anche se l’istituzione milanese non fa parte del circuito) offre una visione speciale, quella di Troublemakers. A story of Land Art, del regista statunitense James Cramp.
Un documentario dai tratti poetici, e per certi versi imperdibile, che ricostruisce le origini del movimento tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, focalizzandosi sul lavoro di tre figure fondamentali: Michael Heizer, con la sua Double Negative (foto sopra) protagonista di buona parte del film, Robert Smithson e la sua Spiral Jetty (foto in home page) e Walter De Maria con The Lightning field.
Artisti diversi per carattere e poetica, a confronto con le forze della natura e della storia, impressionati in maniera diversa dalla fantascienza, tutti visionari. È il ritratto che ne tracciano altrettanti voci illustri, da Germano Celant – che avvicinò i protagonisti del movimento alla fine degli anni ’60 – alle galleriste Paula Cooper e Virginia Dwan che nel 1959, trasferitasi da Los Angeles a New York, diventò la prima sostenitrice del gruppo, di cui si contano anche Nancy Holt, Vito Acconci e Lawrence Weiner, tra gli altri.
Un film che vuole raccontare anche la ribellione di chi aveva scelto di usare “una tela più grande” dove i pennelli erano sostituiti da caterpillar e dove il mondo era diventato una scultura da modellare, uscendo dalla dimensione della galleria, viaggiando, sfidando la natura e immaginando nuovi scenari anche “politici”, lontani dal mercato che all’epoca non aveva considerato la potenza di questa poetica che non tradiva la volontà di trovare una sorta di eternità.
«Ho voluto fare questo film anche per far conoscere questi grandi protagonisti ai giovani artisti di oggi, per trasmettere valori di un fare arte non legato solamente all’aspetto della fama o del denaro, che il profitto e la celebrità non sono condizioni sufficienti per iniziare una carriera nell’arte», ha dichiarato Crump. Viva i Troublemakers (combinaguai) allora, oggi e sempre!
Volete scoprire qualcosa di loro? Avete tempo solo domenica e lunedì, alle 12 e alle 18 (domenica alle 18, dopo la proiezione, una conversazione tra Crump e Celant).
Prenotazione obbligatoria: www.fondazioneprada.org

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