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Il suono del silenzio, nell’arte. Conversazione con Doris van Drathen alla DAFNA di Napoli

di - 21 Dicembre 2018
Doris von Drathen, storica e critica d’ arte, docente alla Ecole Spéciale d’Architecture di Parigi, coadiuvata da Anna Fresa, dall’economista Pasquale Persico e da Giuseppe Morra, Direttore del Museo Nitsch di Napoli, ha presentato, con una lectio magistralis, al pubblico di DAFNA gallery, le ricerche di John Cage, Dani Karavan, Fred Sandback, Susumu Shingu, Hanne Darboven, Yael Bartana, Rui Chafes, Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Carl Andre, Rebecca Horn, Walter De Maria, Pat Steir, Fabienne Verdier, Joan Jonas, Marc Papillon e Raphael Zarka.
È una fredda giornata del 1952, John Cage, compositore e teorico musicale statunitense, visita la camera anecoica dell’Università di Harvard. Cage, in quella stanza perfettamente insonorizzata, acusticamente trattata per ascoltare il silenzio, riesce a sentire dei suoni dal suo corpo, come il battito del cuore. Arriva alla conclusione dell’impossibilità del silenzio assoluto, ogni suono può essere musica. Il silenzio è una condizione del suono, è materia sonora che sottolinea, amplifica i suoni e li rende più vibranti. In seguito all’esperienza fatta nella camera anecoica, nel 1952, compone 4’33”, opera che consiste nel non suonare lo strumento. Cage mette in discussione i fondamenti della percezione: contribuisce all’evoluzione della musica contemporanea e non solo. «Vivere il silenzio dell’arte come istante di libertà» è il punto zero. Il suo amico, il pittore Robert Rauschenberg, ispirato dalla composizione 4’33”, dipinge una serie di quadri bianchi, che cambiano a seconda delle condizioni di luce dell’ambiente di esposizione. Vivere ed esperire spazi muti sarà per Jannis Kounellis il modo per coltivare uno spirito meditativo; per Joseph Beuys, lo sciamano dell’arte, ricerca di un ‘ armonia superiore tra uomo e natura; per Marc Papillon esplorazione dello spazio sottomarino. Spazio, appunto, fare spazio per oltrepassare le barriere identitarie, per analizzare i sintomi, i segnali, le forze e le energie aeree, il coro di voci emesse dallo spazio quotidiano.
Dopo questa analisi tematica degli artisti del XX e XXI secolo, dopo aver dibattuto sul valore dell’esperienza nello spazio dato dall’arte, von Drathen ha lasciato il suo pubblico con antiche domande e mai risolti interrogativi. (Danilo Russo)

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