Una storia su Instagram il cui titolo che non lascia spazio all’interpretazione: THIVES, cioè ladri. Così lo street artist di origini spagnole Gonzalo Borondo ha denunciato un caso – l’ennesimo nel settore specifico – di appropriazione non proprio debita di una delle sue opere e conseguente esposizione musealizzata forzata. E oltre alla denuncia pubblica sui social network, anche l’azione “in campo”: una bella passata di spray bianco per cancellare il misfatto. È successo al Teatro Colosseo di Torino, per “Street Art in Blu 3”, mostra di 36 tra i più importanti street artist al mondo, come Banksy e il bolognese Blu, solo che l’opera di Borondo, pensata e realizzata per rimanere in strada, è stata staccata senza il permesso dell’autore dalla sua parete e, quindi, esposta, previo pagamento di biglietto, si intende. E a quanto pare, non sarebbe nemmeno l’unica.
«Anni fa alcuni restauratori erano impegnati a smantellare muri in luoghi abbandonati. Hanno affermato di essere senza scopo di lucro, ma di recente ho scoperto che alcune opere erano in vendita su Artsy.com», ha scritto Borondo in una lettera. «Ho anche ritrovato uno dei miei interventi rubati in una mostra a pagamento a Torino, condividendo lo spazio con molte altre opere rubate. La conclusione è nelle stories che posterò più avanti», ha continuato l’arista. Nel video pubblicato su Instagram, infatti, si vede una persona ricoprire l’opera di Borondo con uno spray bianco. «Un gesto per scoraggiare la fruizione di opere gratuite che sicuramente tutti noi abbiamo fatto spontaneamente in luoghi abbandonati», ha spiegato Borondo. «Legalmente non era così semplice e questo mi sembra il modo più diretto per inviare un messaggio».
Una scelta simile l’aveva fatta lo stesso Blu quando, nel 2016, decise di cancellare le sue opere dai muri di Bologna, per protestare contro la mostra “Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano”. Anche in quel caso, in esposizione c’erano diverse opere strappate dai muri per i quali erano state pensate.
«Come si dice, crea per distruggere, distruggi per creare», così Borondo conclude la sua storia Instagram. E non è detto che non venga preso alla lettera anche dagli organizzatori della mostra, che adesso si ritrovano con un bel monocromo bianco, icona della storia dell’arte contemporanea. Per intenderci, un Achrome di Piero Manzoni del 1962 è stato venduto da Sotheby’s Londra, nell’ottobre 2020, per 2,25 milioni di dollari.
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