Categorie: Street Art

MAUA arriva nel Centro e Sud Italia: la street art prende vita con la realtà aumentata

di - 14 Ottobre 2025

Da Aielli a Favara, da Firenze a Diamante: l’arte pubblica italiana entra in una nuova dimensione, tra muri, borghi, città e piattaforme virtuali. Il MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata si amplia con sei nuove tappe: un ecosistema che intreccia street art, comunità e tecnologia, reinventando la percezione dello spazio urbano e la nostra relazione con esso. Finanziato dall’Unione Europea con il Fondo Next Generation EU e coordinato dal Ministero della Cultura, MAUA Special Edition porta la realtà aumentata nei paesaggi del Centro e del Sud Italia, coinvolgendo Aielli (AQ), Cosenza, Diamante (CS), Favara (AG), Firenze e Santa Croce di Magliano (CB). Oltre cento murales realizzati da artisti e collettivi italiani e internazionali prenderanno vita grazie all’app gratuita Bepart – The Public Imagination Movement.

MAUA Aielli, Street artist Gio Pistone, AR Giampiero Ciavaglioli

MAUA, un museo senza pareti e partecipato, per la Street Art

Nato nel 2017 a Milano, il MAUA ha già costruito una costellazione di oltre 340 opere di street art e realtà aumentata, in città come Palermo, Torino, Brescia e fino a Waterford, in Irlanda. Ma la nuova edizione segna un salto di scala: il museo si estende ora ai borghi e alle periferie, portando la sperimentazione digitale nei luoghi dove la cultura è anche identità.

MAUA Santa Croce, Street artist Camilla Falsini, AR Frascesco Cirilli

«Le città coinvolte fino a oggi – Palermo, Milano, Torino, Waterford (Irlanda), Brescia, Santa Croce di Magliano, Aielli, Diamante, Favara, Cosenza, Firenze – non sono semplici scenari ma agenti della narrazione, territori vissuti che diventano parte integrante del racconto artistico», ha spiegato Joris Jaccarino di Bepart, cooperativa sociale che ha ideato il progetto MAUA.

MAUA Aielli, Street artist Nicola Alessandrini, AR Liutong Ye

Guardare un muro, oggi, significa anche interagire anche con altre dimensioni. Con lo smartphone, il visitatore diventa un esploratore urbano, chiamato a scoprire ciò che sta “oltre la superficie”, storie, gesti e visioni. Se questa attitudine potrebbe sembrare ridurre la fruizione a una dimensione anche troppo individuale e mediata da strumenti altri, il cuore del MAUA rimane comunque la partecipazione attiva e in presenza, per nuova prossimità culturale: studenti, artisti digitali, designer e cittadini sono coinvolti in laboratori di fotografia, animazione 2D/3D, scrittura e curatela urbana.

MAUA Cosenza, Street artist Attorrep, AR Giuseppe Rametta Giusirames

L’arte che abita i luoghi

«Rispetto alla dimensione metropolitana di murales diffusi apparentemente slegati nel tempo e anche negli spazi, storie come quella di Farm Cultural Park (Favara) o di Borgo Universo (Aielli), o di Santa Croce di Magliano, per citarne alcuni, sono esperienze di enorme valore sociale, oltre che artistico, perché concorsi, workshop e residenze permettono all’intera città di accogliere artisti rilievo internazionale utilizzando l’arte e le opere come strumento di formazione, conoscenza e apertura, rendendo visibile un territorio che raramente trova spazio nei circuiti culturali maggiori», così Alice Cosmai, curatrice e Responsabile ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune di Milano, spiega il valore degli interventi artistici pubblici in contesti considerati periferici. «Questa sinergia tende a perdersi nelle maglie frastagliate della metropoli, dove il ciclo di vita delle opere è rapido come lo stress dei meccanismi di comunicazione che le accompagnano».

MAUA Aielli, Street artist Koté, AR Mariantonietta Continenza

Dunque, attraverso le possibilità della realtà aumentata, ogni opere viene interpretata secondo la propria vocazione culturale e paesaggistica. Ad Aielli, borgo astronomico dell’Abruzzo, i murales che dialogano con il cielo vengono animati da costellazioni digitali. A riportare l’esperienza di Aeilli è stata la critica e curatrice Chiara Canali, che ha raccolto la testimonianza di Pierluigi Nucci, della Cooperativa La Maesa, il quale ha raccontato come, durante la fase di progettazione, siano state messe a disposizione degli artisti guide cartacee con la descrizione dei murales esistenti, per favorire una conoscenza approfondita del contesto. In alcuni casi, come sottolineato da Alessandro Curitti, ingegnere aerospaziale fondatore della Torre delle Stelle, il lavoro è diventato anche occasione per coinvolgere la comunità: le riprese per le animazioni hanno interessato residenti, bambini e visitatori, trasformando il processo creativo in un momento di contaminazione tra generazioni, saperi e visioni.

MAUA Diamante, Street artist Eva Krump, AR Viviana Capraro

A Diamante, capitale mediterranea dei murales, l’arte incontra la tecnologia in un continuum tra tradizione e futuro. «Il corpus di opere (fisiche e virtuali) di cui è possibile godere camminando per le strade della città è infatti il risultato concreto e vitale di un processo collaborativo che ha coinvolto centinaia di persone, tra cittadini, artisti e studenti. Questo approccio comunitario, che valorizza l’elemento sociale e concepisce l’arte come un momento di co-evoluzione e non soltanto come veicolo di espressione individuale, ha oggi un valore inestimabile, ha scritto Valentina Tanni, storica dell’arte, scrittrice, curatrice, a proposito dell’intervento a Diamante.

MAUA Diamante, Street artist Flavio Puglisi, Vins Fedele, Antonino Perrotta, prof. Ferdinando Fedele, AR Maria Trombetta

A Santa Croce di Magliano, le pareti dipinte del Premio Antonio Giordano si aprono a nuove stratificazioni visive, con oltre 30 artisti digitali coinvolti. «Se la prima fase del PAG – Premio Antonio Giordano ha mostrato come l’arte pubblica potesse diventare un dispositivo di rigenerazione culturale e sociale, oggi la sfida si sposta verso un terreno ancora più sperimentale: la realtà aumentata. L’incontro con Bepart e con il MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata – ha portato il paese ad entrare in un circuito internazionale di ricerca sui linguaggi digitali applicati all’arte urbana, al fianco di città come Milano, Palermo, Torino, Brescia, Waterford e Firenze», ha spiegato lo storico e critico d’arte Tommaso Evangelista.

MAUA Santa Croce, Street artist Alexey Luka, AR Emmanuele Carosella

A Cosenza e dintorni, la rigenerazione urbana trova nuova forza nell’interattività e nella memoria condivisa. Qui il MAUA ha trovato terreno fertile grazie all’azione di Gulìa Urbana, progetto che ha portato sul territorio 250 artisti, provenienti da tutto il mondo, per la realizzazione di oltre 400 opere. «Gulìa Urbana, Diamante e MAUA insieme rappresentano un ecosistema in cui arte, comunità e innovazione si contaminano di continuo. È un modello che dimostra come il Sud possa farsi avanguardia quando sceglie di unire energie e abbandonare l’isolamento. Qui non si producono soltanto opere: si generano processi. I cittadini diventano custodi delle pareti che li circondano, gli abitanti si trasformano in guide spontanee, le economie locali si muovono grazie al turismo culturale», ha scritto Lucia Zappacosta, ricercatrice in culture digitali.

MAUA Firenzem Street artist Rame 13, AR Devin Giordano

A Favara, laboratorio di rigenerazione culturale nel cuore della Sicilia, la realtà aumentata diventa un’estensione della sua vocazione artistica e comunitaria. Anche qui il MAUA ha incontrato un progetto già attivo sul territorio, Farm Cultural Park, «Un laboratorio di rigenerazione che, dai Sette Cortili di Favara, ha trasformato una periferia in un osservatorio internazionale su città, diritti, clima e futuro», come spiegato da Giulia Capodieci, esperta di comunicazione. «In un luogo come Farm, dove la street art è sempre stata un gesto fragile e autentico, non semplice decorazione, MAUA trova una risonanza profonda. Entrambi i progetti nati fuori dai circuiti ufficiali, fuori dalle regole del mercato. Entrambi sono mossi dalla stessa urgenza: declinare la creatività usando verbi al plurale, agire come degli enzimi per stimolare cura, curiosità e responsabilità. Entrambi hanno in comune una forte spinta verso ciò che non ha ancora contorni definiti: l’arte digitale si apre quindi come un territorio di cui tracciare nuove mappe e che, proprio in virtù di questa fase pioneristica, permette di creare senza preoccuparsi troppo di etichette e belle copie».

MAUA Favara, Street artist AR Emanuele Santangelo

E infine Firenze sperimenta una nuova mappa percettiva in cui il passato dialoga con i linguaggi digitali emergenti, attraverso il dialogo tra MAUA e la galleria Street Levels. «Anche in quest’occasione l’operazione museale di MAUA sull’esistente non è estetica del decorativo, ma prospettiva di risemantizzazione della tela-serranda e chiara apparizione dell’oscuro protagonismo di un universo iconografico sottopelle», ha spiegato Simone Azzoni, docente arte contemporanea allo IUSVE di Venezia. «Serrande come detonatori che innescano l’imprevedibile e fanno saltare automatismi. Non sempre l’artista ha conosciuto l’identità pregressa del negozio chiuso, non sempre la serranda è metonimia o sineddoche di quanto la galleria Street Levels racconta in un presidio permanente di progettazione».

MAUA Firenze, Street artist BR1, AR Serena Panariti. Ph Bepart

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