Queste parole del padre missionario Julio Lancellotti, inimitabili per profondità di spirito, non sempre, purtroppo, corrispondono alla realtà. In troppi paesi del mondo i ragazzi vivono in situazioni di estrema povertà.
Succede che le condizioni di vita dei bambini, tra i 5 e i 14 anni, siano terribili per le strutture fatiscenti e sporche in cui risiedono, per l’educazione rude o inesistente che ricevono, soprattutto per la totale carenza di affetto e attenzione. Un paese in cui questa tragica realtà è di drammatica attualità è la Romania del dopo Ceausescu.
In questo contesto si inserisce il nuovo progetto culturale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte, realizzato con il patrocinio e la collaborazione di Médicins Sans Frontières, Premio Nobel per la Pace 1999. Un libro, una mostra e uno slide show sono le tre proposte integrate in programma per documentare, attraverso la fotografia, la critica situazione dei bambini e degli adolescenti di Bucarest.
Il libro, 144 pagine con oltre 90 fotografie a colori e in bianco e nero, con testo introduttivo a cura di Furio Colombo, è stato presentato in anteprima il 10 aprile, alle ore 10.00, in occasione della Biennale dei Giovani Artisti, a Torino in corso Regio Parco 17.
Uno slide show ha accompagnato la presentazione dell’opera di Filippo Maggia, curatore per la Fotografia della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte.
Sempre il 10 aprile, a Guarene d’Alba, Palazzo Re Rebaudengo, è stata inaugurata la mostra completa di tutte le fotografie presenti in volume, realizzate da Attilio Solzi e Paola Galli, due giovani reporter che collaborano con Médicins Sans Frontières.
Quando, nel 1991, c’è stata la famosa rivoluzione che ha rovesciato il regime comunista, la situazione romena è precipitata verso la più totale anarchia e l’economia è sprofondata in un abisso senza fondo. Di questa grave situazione hanno sofferto maggiormente i tanti bambini, abbandonati o orfani, che a Bucarest e negli altri centri principali vivono, non solo metaforicamente, nell’ombra.
Il sottosuolo, infatti, è popolato all’inverosimile contro ogni regola di sopravvivenza: i ragazzini vi si rifugiano per meglio sopportare le difficili condizioni ambientali (anche -30° in inverno) e, in aggiunta, sono facile preda della devastazione della droga, mancando loro ogni genere alimentare essenziale.
Terribile conseguenza sono gli oltre 3.000 casi di infezione da Aids pediatrico dichiarati dall’OMS, molto più che in ogni altro paese europeo. All’ospedale Victor Babes di Bucarest i ricoverati sono collocati in strutture fatiscenti, malsane, nutriti con vitto scarso, a volte senza neppure un pasto caldo. Le fasce più deboli della popolazione sono realmente sul punto di soccombere, siano esse bambini, creature della strada, banditi, barboni.
A Bucarest, Médicins Sans Frontières ha avviato alcuni anni addietro una missione in aiuto di bambini e adolescenti, che poi ha ampliato il proprio raggio d’azione ponendosi anche a sostegno dei numerosi senzatetto che si aggirano come spettri invisibili per le vie della città. Della loro vita quotidiana, dei luoghi dove vivono e di come vivono, parlano le fotografie di Attilio Solzi e Paola Galli: immagini verità, a volte crude, che, senza mai cadere nella retorica, riescono a trasformare i sentimenti e le emozioni di chi le vede in necessità di intervento.
Ecco l’obiettivo del progetto: realizzare, attraverso l’arte, iniziative capaci di suscitare nello spettatore una volontà attiva e prolungata di cooperazione che vada oltre la commozione immediata. Nel caso specifico, l’impegno consiste nell’evitare che si ripetano sia i tempi cupi dell’epoca Ceaucescu, quando addirittura strade e alloggi non potevano essere illuminati per il proibizionismo statale, sia quelli attuali di violenza e di corpi martoriati.
I poveri e gli esclusi resistono per esistere: è una resistenza di lotta e di lutto che questa volta si è tradotta in fotografia: aiutiamola a diventare solo un brutto ricordo!
Non è ridondante sottolineare che tutti i proventi di questo progetto dedicato al mondo dell’infanzia saranno destinati alla missione di Médecins Sans Frontières di Bucarest.
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