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dal 6.VI.2000 al 6.VII.2000 | Il design polacco del 2000 | Torino, Galleria Cristiani

di - 25 Gennaio 2000

Design, artigianato, arte. Cosa vediamo alla Galleria Cristiani? Una serie di sedute, paraventi, lampade che danno il titolo alla mostra “Il design polacco del 2000”: Pawel Grunert espone i “troni” in vimini (presenti al “2000 international Year book” di Londra, curato da Ingo Maurer). Jolanda Wagner un paravento in carta pressata a mano; Malgorzata Dajewska sculture in vetro modellate a mano; Henryh Lula – famoso ceramista – presenta alcuni pezzi unici in ceramica vetrificata, come i grossi vasi in ceramica plissettata o quelli in terracotta bruciata; Marek Wagner un’incredibile lampada-scultura in piume di gabbiano pressate; infine Katarzyna Markiewicz espone i suoi arazzi con uccelli, che ricordano immagini primordiali di un bosco pietrificato.
Opere d’arte o di design? È importante comprendere a quale disciplina esse appartengano, anche se di primo acchito le definiamo oggetti di design. Perché cercare di stabilire tale appartenenza? Vedendo la mostra, e ponendosi questa domanda, si possono trarre importanti suggerimenti che alimentano l’acceso dibattito sul rapporto fra design ed artigianato. Partiamo dal significato stesso dei due termini: designer è colui che divide il momento progettuale da quello della produzione, egli non crea il prodotto con le proprie mani a differenza dell’artigiano che interviene nella creazione dell’oggetto dal momento dell’ideazione fino alla realizzazione. Una differenza metodologica che definisce due discipline distinte. Nonostante ciò design ed artigianato hanno vissuto periodi di grande passione ed intensi scambi, come accade oggi. Il design sta attingendo all’artigianato nell’intento di differenziare i prodotti di serie e di dar loro un valore aggiunto, pone attenzione alle specificità locali per dar vita al “design etnico ”. Le caratteristiche comuni di questi oggetti si rivelano nella ricerca formale che, da una parte, pone attenzione alla tradizione e, dall’altra, è guidata da un forte sperimentalismo. Spesso dalle opere traspare la poetica dell’autore, per questa ragione sono molto vicini all’arte. Altra caratteristica comune a gran parte degli oggetti di design etnico è la sensibilità nei confronti dell’ambiente, non solo intesa come salvaguardia dello stesso, ma anche come riavvicinamento e necessità d’appartenenza ad un luogo che si esprime attraverso l’uso di materiali e tecniche tradizionali (vetro, legno, ceramica). La Galleria Cristiani si è dimostrata perspicace nel cogliere questo nuovo corso del design che avrà certamente esiti positivi ed un ampio consenso da parte del pubblico. Resta da ribadire un altro aspetto importante che non è mai sottolineato abbastanza: le differenze creano valore, attingere alle tradizioni di specifiche aree culturali, come in questo caso quella polacca, deve essere un pretesto per creare confronto, per definire un parametro di paragone nei confronti della globalizzazione, dell’indifferenza, che uniforma il vissuto quotidiano. Le persone hanno bisogno di sentirsi appartenenti ad una cultura, magari non la propria, ma una specifica identità che si contrapponga all’appiattimento sensoriale del XXI secolo.

michela cavagna


Il Design Polacco del 2000 – dal 6 Giugno al 6 Luglio 2000. Torino: Galleria Cristiani, Via M. Vittoria, n°41, 10123 Torino (Italy); info.: tel.390118178391 -fax.390118150483; e.mail cristiani@cristiani.net; orario: 10.30-21.00, giovedì 10.30-24.00; ingresso: libero; catalogo: no; book shop: no; tempo di visita: 30 minuti. Sito della galleria: www.cristiani.net

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