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Fino al 10 giugno 2000 | Paolo Leonardo | Torino: Galleria ES

di - 2 Giugno 2000

Immaginate un’enorme scatola di cartone, liscia ed asettica, ricoperta di manifesti bianchi, a riempire quasi completamente la sala della galleria in cui è posta. Due piccole aperture, come “buchi di serratura”, obbligano ad un’osservazione solitaria e quasi voyeuristica dell’opera all’interno. Gli spessi vetri colorati, posti sui fori, funzionano da filtro, rimandando un’immagine frammentata e quasi caleidoscopica.
Sono le usuali opere di Paolo Leonardo – manifesti pubblicitari staccati dai muri e ritoccati con grandi campiture di colore con cui perdono il loro aspetto di immagine patinata e frivola – che con questo intervento di ulteriore astrazione, accentuano un significato di transazione da una dimensione pubblica, collettiva, rappresentata dal manifesto originale, a quella privata, personale dell’artista e di chi, nell’atto di contemplarla, spostando lo sguardo dal rosso al blu dei vetri, ne determina una mutazione, quasi una metamorfosi continua.
Il risultato è un’immagine indefinita, dalle vaghe sembianze figurative, dove colori e forme si fondono, rendendo un effetto di tridimensionalità, di visione fluttuante.
Non è nell’intervento pittorico l’importanza maggiore ma in quello di medium, di filtro che l’artista opera, rendendo partecipe l’osservatore di questo cambiamento di realtà.
L’azione pittorica, la stesura del colore che nasconde quasi completamente l’immagine fotografica e che ha il significato di un atto di appropriazione, è più evidente nelle opere esposte nella seconda sala. In questo caso, i supporti, sono costituiti da un catalogo di ritratti fotografici di Gus Van Sant. L’atto di appropriazione inizia proprio dallo strapparne le pagine per sottrarle al loro contesto originale e si completa con l’apposizione di macchie, segni di colore, che esprimono sensazioni cromatiche e al contempo nascondono e mutano l’immagine sottostante, dandole un’altra identità e attuando un processo involutivo che capovolge il rito del consumo collettivo, velocissimo e quasi drogato, della rappresentazione fotografica del corpo umano.
Le opere esposte, non sono “belle” – l’aspetto estatico è probabilmente l’ultimo dei pensieri dell’artista – ma evocative e stimolanti e nonostante la difficoltà di percepirvi l’aspetto concettuale e le sue implicazioni, sono in grado di mettere in moto l’immaginario dell’osservatore ed alcuni di quei meccanismi che portano a reazioni critiche ed interpretative, piuttosto che alla solita ed infruttuosa contemplazione estetica. La mostra è comunque ben supportata da due brevi testi critici esplicativi, a cura di Maria Teresa Roberto e Letizia Ragaglia.


Paolo Leonardo
Associazione Culturale ES – Arte Contemporanea, via S. Domenico 5, Torino, tel. +39 011 5213475.
Orari: dal Martedì al Sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.30.
Testo critico a cura di Maria Teresa Roberto e Letizia Ragaglia
La mostra rientra nell’ambito della Biennale Giovani (BIG) Torino


Bruno Panebarco

[exibart]

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