Dedicata all’opera artistica di Massimo Taparelli D’Azeglio (1798 – 1866) questa mostra è pensata con l’intenzione di documentare e valorizzare un’importante sezione della collezione storico-artistica della Gam, celebrando insieme una stagione significativa della storia dell’arte del XIX secolo attraverso una delle personalità.
Com’è noto D’Azeglio fu un personaggio poliedrico: soprattutto uomo politico e d’azione, scrittore e, come forse non tutti sanno, grande disegnatore e pittore. La mostra si presenta quindi come un doveroso omaggio ad una personalità intellettuale e artistica articolata e complessa. Che fu protagonista delle vicende storiche coeve, ma anche capace di operare in maniera precisa e decisiva all’interno dell’ambiente artistico e culturale della propria epoca.
Come recita il suo sottotitolo – l’invenzione del paesaggio istoriato -, l’esposizione è volta ad identificare nella personalità artistica e pittorica di D’Azeglio un fecondo interprete di un momento chiave della storia dell’arte dell’ottocento: il momento in cui il neoclassicismo, dedito al genere storico, si contaminava in maniera efficace con le tendenze romantiche, caratterizzate in particolar modo da un’intensa e sintomatica fascinazione per il paesaggio.
Il tema del paesaggio istoriato, e quindi del rapporto tra genere storico e paesaggismo romantico, assume qui un significato storico e ideologico oltre che artistico . La lettura della mostra in questa chiave consente quindi l’approfondimento di aspetti connaturati a una stagione culturale ricchissima e particolarmente fertile sotto innumerevoli aspetti, le cui riflessioni filosofiche, le produzioni artistiche e culturali in genere non hanno smesso ancora oggi d’influenzare, più o meno direttamente, il mondo della cultura.
Sono esposti in tutto 116 lavori, molti dei quali appartenenti al fondo donato al museo di Torino nel 1877 dal nipote dell’artista, Emanuele D’Azeglio. Il fondo della Gam di Torino consta infatti di ben 1500 disegni a penna e acquerello raccolti in 27 album e 266 dipinti.
Alcune opere esposte provengono invece da altre importanti collezioni pubbliche nazionali. A questi si aggiungono in mostra significativi lavori provenienti collezioni private.
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