La donazione da parte di Alfonsa Musarra del guardaroba appartenuto alla madre dimostra come il prestigio e la direzione competente di un museo attraggano i privati invogliandoli a cedere le proprie collezioni. La Galleria del Costume di Firenze rappresenta, in Europa e nel mondo, un importante punto di riferimento per la serietà dell’approccio scientifico che caratterizza la cura del museo, tanto nell’attività espositiva quanto in quelle di restauro, conservazione e studio del costume storico.
“ Il Guardaroba di una signora siciliana” è una piccola mostra che ha il pregio di contribuire alla ricostruzione di un periodo della storia nazionale del costume ancora in parte lacunoso: quello compreso tra gli anni ‘20 e gli anni ‘50. Gli abiti esposti, selezionati tra quelli provenienti dalla donazione, illustrano il processo di distaccamento della produzione italiana, in particolare le manifatture locali di Firenze e Palermo, dal riferimento con la sartoria parigina.
La donatrice, Alfonsa Musarra, proviene da una famiglia appartenente alla ricca borghesia siciliana. La madre Venere, alla quale sono appartenuti gli abiti e gli accessori oggetto della mostra, nasce nel 1903 a Trapani dove vive fino al matrimonio che, nel 1924, la porta nella provincia di Messina. La signora Musarra fa parte di quella generazione che assiste allo spegnersi delle scintille dell’immensa fortuna dei Florio e alla scomparsa degli ultimi gattopardi.
Quello tra i due conflitti mondiali è un periodo in cui il settore dell’abbigliamento si trova in crisi: tanto per via del protezionismo del regime fascista quanto per le ovvie conseguenze della guerra. La produzione italiana, pur non raggiungendo la fama delle grandi sartorie di risonanza internazionale, dimostra notevoli capacità di reinvenzione dei modelli stranieri unite alla ricerca, tutta italiana, della raffinatezza dei dettagli e della qualità delle realizzazioni. Il guardaroba di Venere Musarra testimonia l’evoluzione del buon gusto e dell’eleganza attraverso le mutazioni della moda, una ricerca che non risente dei gravi avvenimenti storici in corso: tutti i capi sono sempre di grande qualità e di raffinatissima manifattura. Lo stesso stile è riscontrabile anche negli accessori (cappelli, toques, borse…) esposti insieme agli abiti.
La mostra include anche alcuni capi appartenuti alla figlia della signora Musarra (tra i quali l’abito da sposa del 1946) e alla madre, con oggetti della fine dell’800.
Pietro Gaglianò
mostra vista il 10.XI.2001
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Dei vestiti stupendi..quanti sogni!!!