Immagini satellitari della Nasa proiettate su una parete della galleria illustrano visioni planetarie (le diapositive sono della collezione di S. Bertini). Un percorso dell’astronomia lungo, costellato di scoperte sensazionali, nuove acquisizioni e della consapevolezza che né l’osservazione microfisica né l’osservazione cosmofisica possono essere separate dal loro osservatore. I progressi maggiori delle scienze contemporanee si sono verificati reintegrando l’osservatore
Aroldo Marinai, Donatella Mei e Mariateresa Sartori si confrontano con la complessità del problema e offrono un punto di vista alternativo, libero, toccante, dove la sensibilità e l’intuito dialogano e reinterpretano i fenomeni. Le opere esposte catalizzano l’attenzione, risvegliano la curiosità, l’immaginario, il desueto.
In Saturno Rising di Marinai l’incontrollabile e incommensurabile diviene tangibile, basta allungare una mano, basta sporgersi dalla finestra e abbiamo la suggestione di poter sfiorare gli anelli di Saturno. Le foto utilizzate dall’artista coniugano l’ambiente bianco, intimo di una cameretta misurata, essenziale e solitaria, con l’apparizione esaltante del pianeta, circondato dai sui anelli che altro non sono, nella foto, che curve autostradali. Nell’altra opera Curva di Heisenberg o dell’indeterminatezza l’artista rivisita la sensazione di fascino morboso della perdita di riferimenti e si spinge oltre, sovverte le leggi gravitazionali; le montagne finalmente perdono la pesantezza, si capovolgono e, rese immateriali, levitano nell’aria. La bellezza dell’immagine è evidenziata dalla nitida linea di profilo dei monti che unifica le fotografie e che altro non è se non la rappresentazione grafica della curva di Heisenberg.
Il percorso artistico di Donatella Meisi rivolge alla luna e nelle opere esposte ritroviamo intatte l’intelligenza e la sensibilità culturale dell’artista.
La Mei riproduce l’incanto nel Chiaro di luna, opera in plexiglas, ferro, PVC e neon adagiata sul pavimento e splendente di luce azzurrina che ben ricorda il chiarore riflesso e diffusamente diafano della luna. Luna delle gelide notti invernali, tanto cara all’artista
Mariateresa Sartori opera con il video e, attraverso le immagini di Le ragioni della scienza, cerca di rintracciare quel filo tra soggettivo e oggettivo che forse non esiste. In questo contesto di ricerca nasce un’opera estremamente significativa.
Scorrono filmati d’epoca e l’accostamento con la voce narrante è raffinato. L’artista ha associato immagini, spesso deflagranti, a parole che spiegano i principi fondamentali della fisica e ha prodotto un’opera d’arte di forte intensità. Sapiente e gustoso è l’accostamento dell’immagine di una scolaresca allineata i cui bambini sono perfettamente identici, all’evento casuale. Inspiegabilmente l’evento accade, qualcuno si allontana, la scena si destruttura e paradossalmente l’evoluzione continua il suo corso.
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