Quella fra tradizione e modernità è una contrapposizione che accompagna da secoli la storia e la pratica dell’arte. Nel nostro presente, classico e contemporaneo appaiono opposti, esprimendo il primo un canone di perfezione ancorato alla tradizione, il secondo opere in cui sperimentazione e transitorietà sono caratteri costitutivi.
A Villa Pisani si mostra come il rapporto fra queste opposte direttrici non sia inconciliabile, secondo una triplice interpretazione. Innanzitutto, “classici” dell’arte contemporanea sono i dieci artisti che partecipano alla mostra, le cui opere sono già diventate esemplari. In secondo luogo, al “classico” si riferiscono i temi di alcuni dei lavori esposti.
Come in
Anselm Kiefer, la cui ricerca è costantemente imperniata sulla riflessione e reinterpretazione del passato, fra storia e mito.
Paete non dolet cita le parole con cui Arria invitò il marito a seguire il suo esempio, non temendo di pugnalarsi a morte. Al centro dell’esedra, quelle parole diventano un enigmatico invito lasciato da una gabbia con, all’interno, una pila d’una decina di libri in piombo. È la cifra di una chiusura ermeneutica rispetto al passato, sottolineata dal misterioso poliedro irregolare sospeso su di essi, proveniente dallo sfondo della
Melancholia di
Albrecht Dürer.
Jannis Kounellis recupera il mito del filo di Arianna nel
Labirinto senza Minotauro della villa, segnando il percorso dall’ingresso al suo centro con una serie di palle da biliardo, dando conto del carattere meramente ludico di una sfida un tempo ben più drammatica. Più interessante del recupero dei temi della classicità è il modo in cui le opere si confrontano con l’ambiente neo-classico che le ospita, facendo risplendere i valori che incarnano gli spazi in cui sono collocate. Non solo con le opere di
Richard Long e
Giuseppe Penone, che si mimetizzano nel contesto naturale da cui traggono ispirazione, ma anche negli spazi più difficili della villa e delle costruzioni del giardino.
Nell’androne d’ingresso
Mimmo Paladino accoglie gli spettatori con
Zenit, una scultura circolare che riporta sulla circonferenza i simboli del
Mazzocchio di
Paolo Uccello. Il vuoto al suo centro invita lo sguardo a dirigersi verso il giardino di fronte e la vasca centrale su cui sono adagiati i suoi
Dormienti, enfatizzando la prospettiva e il colpo d’occhio del corridoio.
A
Michelangelo Pistoletto spetta il confronto più arduo, nel Salone del Tiepolo. Al centro della sala ha allestito il tavolo
Love Difference, attorno al quale sono collocate sedie che esprimono le diverse culture che si affacciano sul Mediterraneo. Il tavolo ha i contorni dello stesso mare, ondulati e sinuosi come quelli delle nuvole che avvolgono il
Trionfo dei Pisani di
Giambattista Tiepolo. Lasciando partecipare al confronto tra le differenze, sulla superficie a specchio del tavolo, anche le raffigurazioni affrescate dei continenti che rendono omaggio alla famiglia Pisani.
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Villa Pisani e la sua arte mi hanno permesso di trascorrere il più bel giorno del 2009.
m.
mi sembra solo un esercizio di stile, senza emozioni