LatinoLatino, progetto ideato e curato da Raffaella Guidobono a.k.a. Kroitnijz, è tornato a Lecce presso lo storico Sedile, dopo gli appuntamenti di novembre alle Manifatture Knos e al Lamarque Museum & Artlab di Maglie. Passando da Palermo prima e da Napoli dopo, la “sfilata” di artisti latinoamericani prosegue, dunque, fino al prossimo autunno con le tappe di Ischia e Cosenza.
La nuova
sosta leccese di questa lunga marcia, della durata di ben nove mesi, è quasi un momento di riflessione. Un’unica opera, emblematica, collocata in uno dei luoghi simbolo della città, il Palazzo del Seggio, più noto come Sedile, un maestoso edificio cubico, una tempo sede del Municipio, dotato di due grandi vetrate ogivali prospicienti la piazza e l’anfiteatro. Un sito di grande visibilità, una vetrina luminosa che
LatinoLatino ha “invaso” con la scultura
Granada de Mano del collettivo cubano
Los Carpinteros (Marco Castillo & Dagoberto Rodriguez).
Una gigantesca granata interamente realizzata in legno, in cui il tipico “bugnato” della superficie dell’arma si è trasformato in una miriade di cassetti e cassettini. Un oggetto bellico rivisitato dagli artisti secondo le leggi del paradosso, sofisticato dalla riflessione circostanziale sullo stato delle cose, capace di mediare un transfert emotivo che, se da un lato turba la percezione, dall’altro affina lo spirito critico.
Come operosi manovali e ingegnosi costruttori, i due artisti illustrano il mondo ricostruendo architetture
(come nella
Ciudad Transportable presentata alla settima Biennale della Havana) e reinventando oggetti secondo una visione subliminale della realtà, indagata nella sua duplice essenza logica e contraddittoria, in un dualismo perpetuo dal quale il duo riesce a estrapolare un’inedita sostanza, comunque compatibile con l’originale.
L’allestimento, pensato sul doppio binario dell’equilibrio di volumi tra pieno e vuoto, tra la “spigolosità” architettonica del contenitore e le linee morbide dell’opera, e l’impatto visivo provocato da un unico oggetto, la cui forma riferisce comunque un messaggio ambiguo e quasi allarmante, crea un cortocircuito spazio-temporale tra passato e contemporaneità. Penetra l’ambiente senza clamori, connotandosi però come una sorta di “disturbo” nella visuale collettiva.
L’intervento è stato supportato, oltre che dai partner istituzionali, da Vodafone, Bartolini e Vestas Hotel. Perciò, per questa come per tutte le altre tappe del progetto, Vodafone ha lanciato un interessante concorso,
Play with art, a cui è stato invitato a partecipare chiunque risieda nelle regioni toccate dalla mostra itinerante, mandando un mms con una immagine che racconti l’America Latina secondo la propria visione. Tutte le immagini saranno poi pubblicate sul sito della compagnia telefonica.