Categorie: altrecittà

fino al 27.XI.2011 | Riccardo Schweizer | Venezia, Fondazione Querini Stampalia

di - 3 Ottobre 2011
La mostra è promossa dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Comunità di Primiero con il patrocinio del Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Nulla è per caso, infatti l’artista è nato nel 1925 a Mezzano nelle valli trentine del Primiero. Frequenta l’Istituto industriale Edile di Trento e Belluno. Trascorre un lungo periodo di studi a Venezia, ed è proprio per questi motivi che oggi la città lagunare ospita questa personale, in ricordo del suo periodo veneziano. E’ curioso che le sale dove viene esposto l’artista siano state progettate da Carlo Scarpa, docente nell’Istituti d’Arte dei Carmini dove lo stesso Schweizer ha studiato architettura. Si diploma all’Accademia della Belle Arti nel capoluogo veneto, ma la spinta emozionale e la ricerca di altre forme culturali lo portano oltre confine. La vera impronta, che contraddistingue il tratto di Schweizer è riconducibile al periodo francese che inizia nel 1950 quando va a Vallarius nel sud della Francia. Incontra e conosce quello che diventerà il suo maestro, Pablo Picasso e nel 1960 decide di trasferisce in Costa Azzurra dove si dedica all’attività di ceramista e opere murali. La corrente cubista coinvolge Picasso tanto quanto Schweizer. La Francia meridionale offriva un grande potenziale artistico grazie anche al particolare momento storico. Anni vissuti dal mondo dell’arte con forti contrasti interni, da un lato la carica vitale per la Liberazione e la fine della guerra dall’altro la grave spaccatura sociale che andava sempre più delineandosi. Il giovane Riccardo conosce artisti come Fernand Lèger, Marc Chagall, Henri Matisse, Cocteau e Campigli. Come una calamita attrae nel suo “Io” più profondo, stili, colori, pennellate, energie che riesce ad immagazzinare e dirottare nelle sue opere. Lo sguardo di Schweizer cade su diversi materiali e tecniche  pittoriche. Inventa, seleziona ed elabora nuove soluzioni, affermando sempre più il suo stile rielaborativo delle immagini rappresentate. Riccardo collabora con diverse realtà culturali ed esegue interventi interni di decorazione sia in edifici pubblici che privati. Affreschi, progetti architettonici  e grandi opere artistiche.

Gli studi in architettura sono basi solide per soddisfare il continuo spirito di ricerca dell’artista. Capace di miscelare la tecnica alla creatività si dedica alla creazione di oggetti cult di design, futuristici e di forte fascino internazionale. Lo stile pittorico di Schweizer viene riconosciuta sia in Italia che in Francia. Nel 1966 dedica al dramma del Vajont un importante opera murale presso la scuola media di Cadola a Ponte nelle Alpi e nell’82 viene chiamato a realizzare un progetto decorativo per il Palazzo dei Congressi e del Cinema di Cannes. La conclamata professionalità ed il duro ed intenso percorso di crescita culturale, lo portano nel 2001 ad essere insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Muore nel 2004 a Casez in Val di Non. Spesso accusato di seguire troppo la corrente picassiana lo stesso Schweizer risponde che “per me Picasso è ciò che Cèzanne o Lautrec erano per Picasso: il modo migliore di cominciare a dipingere il senso di una civiltà figurativa…” e ancora “…ma non è vero che Tiziano pitturava come Giorgione? E’ la migliore conferma che l’originalità espressiva non consiste in una forzosa alterazione della grafica o della tecnica usata…”. La mostra veneziana dimostra come Riccardo sia coinvolto a pieno nella poliedrica ricerca del disegno artistico. A cura di Elisabetta Barisnoni, da un progetto di Barbara Schweizer, la Fondazione Querini Stampalia ospita ceramiche, sculture, dipinti tutte rappresentative dello splendore dell’artista. La tecnica è libera ma segnata da un giudizio architettonico. Denota un forte senso del colore, una consapevole modulazione della luce e un attaccamento quasi morboso alla ricerca artistica dell’elemento osservato. Una semplice ma esaustiva raccolta fotografica mostra alcuni momenti di vita dell’artista. Scatti significativi e profondi con l’amico Picasso, frammenti di attimi lavorativi e di svago.

L’esposizione porta alla luce anche le bozze, gli schizzi, le prove tecniche rappresentative del lungo lavoro di ricerca di Schweizer. I dipinti racchiudono tutta l’anima dell’artista, il DNA che conserva la sua conoscenza, il suo percorso di crescita. La forza dei colori, la scelta delle forme, l’impeto delle pennellate ne denota lo stile e la ricercatezza tipica di Riccardo. Soggetti accuratamente selezionati, toccati, rielaborati e trasmessi a noi attraverso gli occhi dell’artista. In molte suo opere si percepisce la crescita pittorica che di radici trentine viene rafforzata dalle linee cubiste e levigate dalla dolcezza artistica veneziana. Un bouquet di stili ed armonie senza fine, in continua ricerca, una fame di conoscenza e di sapere. “Non so come dipingerò domani: di giorno in giorno mi prendono commozioni che non posso prevedere” Con queste parole Riccardo Schweizer si apre a noi mostrandoci come la passione per l’arte sia entrata prepotente nella sua vita e ne abbia condizionato l’intere esistenze.

enrico migliaccio
mostra visitata 11 giugno 2011

dal 31 maggio al 27 novembre 2011
Riccardo Schweizer, Pittore – Designer
Fondazione Querini Stampalia
castello 5252 Venezia
da martedì a domenica, dalle 10 alle 18
intero euro 10, ridotto euro 8
info: querinistampalia.it   mart.trento.it

[exibart]

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