Categorie: Architettura

architettura_concorsi | Under 41

di - 3 Ottobre 2006

La società Arsenale di Venezia ha indetto nel maggio 2006 un concorso di progettazione per la realizzazione di 4 interventi: il recupero dell’edificio “tesa 105” della fondamenta Novissima, da trasformare in percorso attrezzato e spazi destinati ad incubatore di impresa; il recupero della “tesa 113” da trasformare in strutture di servizio alle attività insediate e all’utenza occasionale quali bar, ristorante e mensa; il recupero della Torre Porta Nuova da adibire ad area espositiva e la realizzazione di un nuovo ponte mobile tra l’area della Novissima e le Gaggiandre. La mostra dei progetti vincitori del concorso è stata inaugurata venerdì 8 settembre.
Il concorso ha goduto di un ambientazione eccezionale e proposto un bando e materiali di supporto adeguati. Unica nota stonata averne fatto una competizione under 41 (sic). Sfugge la logica capace di individuare allo scadere dei quarantuno anni un momento genericamente rilevante per i progettisti.
La partecipazione di grido è stata quella di David Adjaye, anni 40 e mezzo, radicato in laguna, dove ha realizzato su commissione della Thyssen–Bornemisza Art Contemporary un padiglione espositivo temporaneo sull’isola di S. Lazzaro degli Armeni che ha accolto l’installazione Your black horizon di Olafur Eliasson. A ben guardare i “quasi 41” sono un’età piuttosto diffusa tra i progettisti premiati all’arsenale. Ma si sbaglia a pensar male riguardo Adjaye: l’architetto tanzanese ha ottenuto solo una segnalazione. Meglio è andata ai coetanei colleghi veneziani.
Gli elaborati presentati hanno comunque offerto una certa qualità diffusa legata soprattutto alla rappresentazione.

Forse e finalmente i flussi di lavoro digitali iniziano ad essere genericamente digeriti. Ma la qualità non è così estesa se oltre la confezione si valuta la natura delle architetture presentate inoltre spesso i progetti premiati sacrificano il loro potenziale all’inevitabile capacità rassicurante nei confronti della giuria che chi ambisce alla vittoria pare debba saper trasmettere.
David Adjaye è solo il rinomato capofila di una serie di esclusioni poco comprensibili. Ha ottenuto solo una segnalazione il gruppo -scape, nulla invece per 2a+p e Maximiliano Pintore (neppure segnalato il suo ponte mobile, tema che ha visto impegnato il gruppo di progettazione dal 2002 attraverso una serie di proposte sempre di qualità). Proprio –scape ha offerto due buoni episodi di progettazione. Il loro intervento nella tesa 105 è stato uno dei pochi interessanti tra quelli ambientati alle tese.
La sospensione di pesanti volumi semplici è bene immaginata per lo spazio interno. Senza eccessi ed adeguato il formalismo della parete inclinata che segue la linea della copertura. Solo l’intersezione di questa con la capriata di sostegno al tetto andrebbe verificata con altro dettaglio rispetto a quello richiesto dal concorso e poteva forse condurre a soluzioni alternative. -scape fa meglio con l’intervento per la Torre di Porta Nuova, presentando un efficace percorso in ferro capace di misurare e far conoscere lo spazio. Un passaggio che sarebbe stato in grado di offrire esperienze superiori alla sua semplicità.

Il tema del ponte mobile ha visto la buona partecipazione del gruppo 2xlrm Laboratorio di Ricerca Metropolitana. Il progetto di un ponte-forcola (il complesso scalmo utilizzato per la conduzione delle gondole) è chiaro ed elegante. Presentato anche attraverso una relazione ben strutturata il progetto avrebbe meritato di contendersi la vittoria nella sezione con il lavoro presentato da Maximiliano Pintore.
Ci sembra opportuno –viste le coincidenze rintracciabili nella decisione dei giurati- concludere riportando la citazione con cui inizia la relazione di progetto del gruppo guidato appunto da Pintore:

“…sappiamo benissimo ove il pubblico interroghi, bisogna rispondere con le opere e non con i manifesti, ma allora ci vengano dati i mezzi e la libertà di rispondere.

I Razionalisti Veneziani:
A. Folin, G. Pellizzari, R. Renoso, A. Scattolin, C. Scarpa”


link correlati
www.scape.it
www.2xlrm.org

luca diffuse

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  • sempre la stessa cosa, se i concorsi devono essere pilotati non capisco perchè non invitano direttamente i progettisti. centinaia di professionisti vedono disprezzato e truffato il loro lavoro. e mai nessuno dice nulla. certo come giudizio di qualità non è un reato da codice penale in quanto de gustibus... ma le mafie odiose dell'architettura che si proteggono di generazione in generazione all'interno dell'università meriterebbero la fine di moggi visto che ne hanno imitato l'assurdo atteggiamento da boss. e centinaia di architetti paparesta ad ossequiare girando attorno al tavolo aspettando le briciole.

  • Anche io ho vinto dei concorsi e mi ritengo una professionista seria .
    Sbaglia chi dice che l' italia ha dato , che ormai solo nel mal affare si prospera , questa non e' una preospettiva costruttiva e poi non era male stare sotto al tavolo a spompinare i giurati , penso che anche questo atteggiamento , attivo possa aiutare ad affermarsi , provate anche voi !

  • Caro stefano hai ragione, sono uno dei partecipanti del concorso, non ho vinto, ma con molta umiltà dico che avrebbero potuto vincere tanti altri progettisti rispetto al 1 classificato che, oltretutto, sta già lavorando per l'amministrazione locale!
    Sono stato personalmente a vedere l'esposizione dei progetti, è stata veramente molto povera in termini di luogo, contenuto e accoglienza.
    Meno male dovevano essere pubblicizzati a dovere tutti i partecipanti!!!!!!!

  • noi giovani abbiamo imparato in fretta come funzionano i concorsi in italia..
    due consigli dalla mia piccola ed insignificante esperienza: concorsi all'estero e lavorare sodo senza perseguire il mito dell'architetto famoso. Famoso fa rima con noinoso.

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