Più di quattro mesi d’esposizione, in uno spazio di ben 12.000 metri quadrati, comprendente non solo la storica sede di dei Giardini di Castello, ma anche le Corderie, le Artiglierie e le Gaggiandre dell’Arsenale di Venezia, restaurate per l’occasione. Al centro della Mostra le installazioni ed i modelli video di circa 90 architetti, artisti e fotografi internazionali, per lo più giovani emergenti, che raccontano un nuovo concetto d’architettura, legato alle problematiche delle megalopoli odierne. Diversi i temi sociali da loro affrontati: il dramma delle città in guerra, quello dei profughi e dei rifugiati politici, della conflittualità urbana e del disagio delle periferie. In questo contesto cambia il ruolo stesso dell’architetto, che diviene intellettuale alla ricerca di nuovi equilibri sostenibili di convivenza: progetta strutture d’emergenza in caso di calamità naturali, “architetture verdi” per ridare respiro alle città soffocate dall’industrializzazione, strutture “che non disturbano”, in sintonia con la natura che le circonda.
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