Un anno di celebrazioni suddiviso in tre parti. Giunti al
terzo momento, il tema di fondo è la realtà, declinata attraverso opere di
artisti che offrono uno sguardo sul mondo reale, su ciò che siamo e su cosa
rischiamo di diventare. Dal Costruttivismo di El Lissitzky al colorato astrattismo di Kandisky, dal Raggismo di Natalia
Goncarova
all’espressionismo tribale di Georg Baselitz, dall’iperrealismo di Duane Hanson e dei suoi Tourists, realizzati nel 1970 ma ancora
attualissimi e incisivi nel fissare mode e comportamenti diffusi, ai fumetti di
Roy Lichtenstein, dalla Boyle Family con il loro studio del territorio
a Douglas Gordon e alla sua sconfinata lista di
nomi delle persone conosciute.
È anche l’occasione per visitare due interessantissime
piccole personali dedicate ad altrettanti protagonisti della scena mondiale. Le
Artist Rooms
sono delle piccole selezioni itineranti di opere rappresentative di grandi
artisti contemporanei che vengono ospitate in alcuni musei e gallerie del Regno
Unito. La collezione, che raccoglie il patrimonio di Anthony d’Offay affidato
alla collaborazione tra la National Galleries of Scotland e la Tate Gallery,
comprende 725 opere suddivise in 50 room dedicate a 25 artisti, tra cui Diane
Arbus, Joseph
Beuys, Damien
Hirst, Andy
Warhol. Qui a
Edimburgo ne sono presenti due.
La prima room è dedicata all’americano Robert Therrien (Chicago, 1947; vive a Los
Angeles). È sua l’opera più rilevante e sorprendente dell’intera collezione, un
enorme tavolo e quattro gigantesche sedie che occupano una grande sala
attraverso e sotto le quali è possibile passeggiare e sentirsi di nuovo bambini
che guardano il mondo dal basso. In questa riflessione sul rapporto con gli
oggetti domestici in scala ingrandita, Therrien recupera la dimensione ludica,
facendoci sentire come Alice nel paese delle meraviglie o come lo spaesato Jim
Carrey in Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Gondry, 2004). Divertenti sono i
grandi piatti accatastati gli uni sugli altri No Title (Stacked Plates) e accattivante la selezione di disegni che giocano
con la prospettiva e forme illusorie a noi note.
La seconda room è riservata al duo inglese Gilbert
& George (San Martino in Badia, Bolzano, 1943 e Plymouth, 1943; vivono
a Londra), che giocano con il sesso, con la moda, con i colori, con la
morale in una continua sfida alla sconcezza e all’oscenità dedicando le proprie
identità e i propri corpi ai loro messaggi e alla loro personalissima idea di
arte e di società. Sono osservabili alcune opere realizzate tra il 1969 e il
1991, provocatorie, ironiche, come il colorato spaccato generazionale di metà
anni ‘80, Existers
(1984).
La Gallery intende festeggiare guardando non solo al
passato ma anche e soprattutto al futuro. Accanto a opere di nomi celebri, ne
sono infatti state commissionate altre per l’occasione a giovani artisti come
la scozzese Moyna Flannigan (Kirkcaldy, 1963; vive a Edimburgo) che realizza nei suoi
dipinti delle riflessioni su alcuni lavori presenti in museo, e come Peter
Liversidge
(Lincoln, 1973), dallo spiccato humour britannico tutto concettuale, che ogni
giorno espone un foglio di carta con un’idea diversa per festeggiare la
Galleria, invitando così il pubblico a commentarla e a dire la propria
opinione.
Dunque ,un programma dinamico, vivace e vitale. Tutto in
continua evoluzione. Ma la festa non finisce qui. Nell’adiacente Dean Gallery
vanno in scena i surrealisti con Another World. È proprio vero, everything’s
gonna be alright
qui a Edimburgo.
Gilbert & George da
Artiaco
Musei
britannici colpiti dalla crisi? In aiuto accorre la Tate
giulio brevetti
mostra visitata il 30 agosto 2010
dal 29 luglio al 12 dicembre 2010
What you see is where you’re at – Part 3
Scottish National Gallery of Modern Art
75, Belford Road – EH4
3DR Edinburgh
Orario: tutti i giorni ore 10-17
Ingresso libero
Info: tel. +44 01316246200; info@nationalgalleries.org
[exibart]
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