Johannes Vermeer, Girl with the Red Hat, (1666-1667). Courtesy National Gallery of Art, Washington DC
Perdendosi nelle opere di Jan Vermeer, ci si accorge che, sotto la superficie, sembra esserci sempre qualche misteriosa e seducente energia che pulsa. Stavolta, letteralmente. Alla National Gallery of Art di Washington, durante le indagini diagnostiche avviate nel periodo della pandemia, era emersa una rivelazione sorprendente: sotto le pennellate minute e luminose della Ragazza con cappello rosso (1664–1669), si nasconde il ritratto di un uomo. E in queste settimane, i risultati approfonditi dello studio sono stati pubblicati.
La scoperta è stata possibile grazie alle più avanzate tecniche di imaging, capaci di penetrare gli strati di colore e restituire alla luce ciò che l’occhio non vede più. In combinazione con un’analisi microscopica della superficie, i restauratori hanno svelato la traccia di un volto maschile, dipinto con ampie campiture sciolte, diverse da quelle controllatissime che, solitamente, associamo a Vermeer.
All’inizio si pensava a un autore ignoto. Poi, con ulteriori studi, la prospettiva si è ribaltata: quella libertà di tocco sarebbe in realtà tipica delle fasi preliminari della pittura, quando Vermeer abbozzava le figure prima di tornare a rifinirle con quella minuzia, tanto interiore, intima, che di ambiente, atmosferica, che lo ha reso celebre. Una pratica oggi insegnata nelle accademie e del tutto comune per i pittori del Seicento.
Il dettaglio che più incuriosisce gli studiosi è la datazione del personaggio maschile, collocabile tra il 1650 e il 1655. Se fosse davvero opera di Vermeer, ci troveremmo davanti a uno dei suoi primissimi lavori, contemporaneo al Cristo in casa di Marta e Maria (1654–55). Non solo: sarebbe l’unico vero ritratto maschile noto del pittore, dal momento che L’Astronomo e Il Geografo (1668) appartengono più al genere della scena di genere che al ritratto. In questo caso, il volto nascosto aggiungerebbe un tassello cruciale alla comprensione dell’avvio di carriera di Vermeer, una fase ancora avvolta nell’ombra.
Ma la storia potrebbe farsi ancora più intricata. Dopo la morte di Vermeer, un inventario registrava nella sua casa due ritratti maschili di Carel Fabritius, il brillante allievo di Rembrandt e autore del celebre Fringuello. È stato ipotizzato che la figura emersa sotto la Ragazza con cappello rosso possa anche appartenere a lui e che Vermeer vi abbia dipinto sopra in un secondo momento.
Se così fosse, la scoperta avrebbe un duplice valore: arricchirebbe il catalogo scarno di Fabritius – di cui ci restano appena una dozzina di opere – e al tempo stesso getterebbe nuova luce sulla bottega di Delft e sugli intrecci creativi che alimentarono il giovane Vermeer (del quale comunque il catalogo non è poi così ampio, con circa 40 opere attribuite).
Per ora, quel che è certo è che ogni nuova indagine sembra confermare che sotto le superfici di Vermeer si cela un laboratorio di prove e di ripensamenti e, magari, di dialoghi silenziosi con altri artisti. Oltre l’immagine c’è un mondo che attende di essere rivelato.
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