In occasione dell’ultima tappa del tour internazionale del progetto “We Love Art. Vision and Creativity Made in Italy”, promosso dal MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Fondazione CDP, curato da Ludovico Pratesi e Marco Bassan, è possibile effettuare un primo bilancio dell’iniziativa, che ha visto coinvolti otto artisti italiani under 35 abbinati ad altrettante aziende, in questo ordine: per Ansaldo Energia, Namsal Siedlecki; per CDP Immobiliare, Amedeo Polazzo; per ENI, Tomaso de Luca; per Open Fiber, Benni Bosetto; per Snam, Alice Ronchi; per Terna, Giulia Cenci; per TIM, Giulio Saverio Rossi; per Webuild, Lulú Nuti.
Le opere, realizzate dagli artisti dopo i sopralluoghi nelle aziende, sono esposte fino al 25 settembre nella galleria CLB a Berlino, uno spazio che ospita mostre internazionali di arte contemporanea e architettura, perfettamente adatto per valorizzare la mostra, che ha viaggiato per un anno grazie a un tour organizzato dal ministero. Cominciato alla fine di ottobre 2021 a Seoul, l’itinerario è proseguito nella città cinese di Chongqing, poi a New York, Città del Messico, Il Cairo e infine a Berlino, alternando le sedi degli Istituti di Cultura con spazi esterni come appunto CLB, che possono permettere una fruizione più ampia dell’esposizione, raggiungendo fasce di pubblico nuove e diverse.
In ottobre di quest’anno le opere, acquistate dalla fondazione CDP, andranno a confluire nella collezione permanente della Cassa Depositi e Prestiti, aggiungendosi ai bozzetti originali delle copertine realizzate da artisti come Ziveri, Mafai, Vespignani e altri per la rivista “Civiltà delle Macchine”, fondata da Leonardo Sinisgalli nel 1953, e alle fotografie originali della mostra “Sculture nella città”, curata da Giovanni Carandente nel 1962 a Spoleto e promossa dall’Italsider. A giudicare dall’impegno degli artisti nel realizzare le opere, dalla generosità della fondazione CDP nell’acquistarle e dall’attenzione del Ministero nella circuitazione della mostra, sembra davvero che questa iniziativa possa costituire un valido esempio di mecenatismo contemporaneo e di diplomazia culturale, suscettibile di future applicazioni anche in settori diversi, per valorizzare e promuovere all’estero le tante, e spesso misconosciute, eccellenze italiane.
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