Dubai al centro dell’arte globale: intervista al gallerista Taymour Grahne

di - 9 Settembre 2025

Dubai si riconferma una delle mete più appetibili e influenti per il mercato dell’arte. Taymour Grahne Projects aprirà uno spazio permanente, dal 18 settembre, all’Alserkal Avenue, il principale quartiere artistico e culturale della città. La galleria oltre alle mostre e alla sede di Londra, offre un entusiasmante programma espositivo online.

Fondata nel 2013 dal mercante d’arte Taymour Grahne, ha avuto in precedenza sedi a New York e Londra e collaborazioni a Beirut, oltre a gestire una programmazione itinerante. Attraverso un programma di mostre curate, promuove il dialogo critico e lo scambio interculturale, posizionando la sua struttura come un’importante piattaforma nel panorama dell’arte contemporanea globale.

La prima mostra è Arranging Flowers, la personale della pittrice americana Gail Spaien, secondo la quale un’utopia sostenibile si trova nei sentieri consolidati. Dipingere è come comporre un bouquet; un piccolo promemoria visivo della relazione tra i ritmi spirituali e quelli terreni familiari che ci mantengono radicati e connessi. La pittrice trae ispirazione dai primi ritrattisti americani e dai pittori paesaggisti del fiume Hudson, noti per evocare sensazioni di tempo sospeso. Recentemente è stata selezionata per l’Hopper Prize ed ha partecipato a NADA Miami.

Per un attimo, l’esterno e l’interno nei suoi dipinti si confondono creando un confine arduo, nel quale gli elementi naturali collimano con gli interni degli ambienti creando un tutt’uno tra il mondo domestico e la natura, l’interiorità e l’esteriorità. Sebbene i dipinti di Spaien siano radicati nel legame personale con il luogo e il passato, emanano in qualche modo un’innegabile e affascinante stranezza. Scrive Hilary Schaffner nel testo critico della mostra: «Con tutta la bellezza dell’arredamento e del mondo naturale a portata di mano, Spaien comprime il tempo e lo spazio in un modo che sembra una sfida alle leggi visive del mondo reale e persino alle leggi della fisica». Una mostra che non passerà inosservata e di cui mi soffermo a parlare con lo stesso Grahne.

Taymour Grahne by Tarek Moukaddem

Per oltre 50 anni New York è stato il centro indiscusso del mercato dell’arte contemporanea, nonostante la globalizzazione abbia permesso il riconoscimento e lo sviluppo di ulteriori propulsive aree geografiche e significative città, come Dubai. Puoi presentare la missione e il programma della tua nuova galleria e spiegare perché hai scelto Dubai?

«La missione di Taymour Grahne Projects è quella di introdurre nuove voci internazionali nella regione attraverso un modello flessibile di spazio espositivo, offrendo al contempo consulenza ai collezionisti per la creazione di collezioni significative e ponderate. Non lavoriamo con un elenco fisso di artisti, ma collaboriamo con loro per mostre che possono essere uniche o collaborazioni a lungo termine, mantenendo il programma agile, sperimentale e sempre innovativo. L’obiettivo è creare incontri intensi tra artisti e pubblico e connettere Dubai al più ampio dibattito artistico globale.

Oggi Dubai sembra il posto giusto per questo. La sua forza risiede nella sua energia cosmopolita: è una città che attrae persone da tutto il mondo, con infrastrutture di livello mondiale e una forte propensione per la cultura. Allo stesso tempo, si trova nel crocevia di Abu Dhabi, Doha, Riyadh; città che investono molto in iniziative culturali, rendendo Dubai un polo in cui circolano idee, persone e opere d’arte.

All’interno di questo ecosistema, Alserkal Avenue, dove sta aprendo il nostro spazio, rimane il cuore pulsante della scena artistica contemporanea in Medio Oriente e una destinazione per visitatori sia regionali che internazionali. Per me, è un momento incredibilmente emozionante essere qui, perché Dubai non solo guarda verso l’esterno, ma sta anche definendo la propria voce all’interno del panorama artistico globale».

Gail Spaien, Arranging Flowers, 2025. Acrylic on linen, 102 x 97 cm. / 40 x 38.2 in. Courtesy of the artist and Taymour Grahne Projects

Chi sono i collezionisti con i quali hai iniziato a collaborare? Hai notato nuovi approcci al loro collezionismo?

«Ho iniziato a lavorare sempre più spesso con collezionisti della mia generazione, tra i 30 e i 40 anni. È un aspetto naturale: condividiamo punti di riferimento e culturali simili, rendendo il dialogo intenso.

Ciò che colpisce di questo gruppo è che sono meno concentrati nella creazione di vaste collezioni da conservare e più interessati ad acquisire opere con cui poter effettivamente vivere e interagire quotidianamente. Il loro approccio è mirato e ponderato. Anche le considerazioni pratiche giocano un ruolo decisivo: i crescenti costi di stoccaggio, il trasporto e l’arte contemporanea stessa fanno sì che il collezionismo oggi sia molto diverso da vent’anni fa.

Allo stesso tempo, molti collezionisti più giovani sono più attenti all’ambiente. Tendono ad apprezzare opere che non sono solo visivamente accattivanti, ma che portano anche idee forti o un’etica chiara alle spalle. È una generazione che desidera che l’arte abbia presenza e significato nella loro vita quotidiana, piuttosto che essere nascosta».

Gail Spaien, Looking Out, 2025. 52 x 48in. Courtesy of the artist and Taymour Grahne Projects

Puoi presentarci la tua mostra inaugurale? Perché hai scelto di lavorare con Gail Spaien per l’inaugurazione? Che risonanza avrà a Dubai?

«Ho lavorato a stretto contatto con Gail Spaien per molti anni e mi è sembrato importante inaugurare il mio programma a Dubai con un’artista che non aveva mai esposto prima nella regione. Questa decisione riflette la filosofia di Taymour Grahne Projects, che si propone di presentare continuamente nuove voci al pubblico locale e di creare opportunità di scoperta.

La pratica di Gail esplora i concetti di casa e spazio domestico come luoghi di significato, traendo ispirazione anche dalla natura, dal paesaggio, dai tessuti, i rituali e dagli interni di forte impatto visivo e poetico. Si tratta di temi di rilevanza universale, ma che parlano anche della vita a Dubai, dove il senso di appartenenza e il concetto di casa hanno una risonanza particolare. I suoi dipinti hanno una qualità silenziosamente sovversiva; risultano familiari, eppure incoraggiano gli spettatori a fermarsi, a riflettere e a guardare più da vicino. Credo che l’equilibrio tra accessibilità e profondità renda il suo lavoro particolarmente coinvolgente per il pubblico presente».

@https://twitter.com/camillaboemio

Scrittrice d'arte, curatrice e teorica la cui pratica indaga l'estetica contemporanea; nel 2013 è stata curatrice associata di Portable Nation, il padiglione delle Maldive alla 55.° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, dal titolo Il Palazzo Enciclopedico; nel 2016 è stata curatrice di Diminished Capacity, il primo padiglione della Nigeria alla XV Mostra Internazionale di Architettura, con il titolo Reporting from the Front; nello stesso anno ha partecipato a The Social (4th International Association for Visual Culture Biennial Conference) alla Boston University. Nel 2017, ha curato Delivering Obsolescence: Art Bank, Data Bank, Food Bank, un Progetto Speciale della 5th Odessa Biennale of Contemporary Art. E’ membro della AICA (International Association of Arts Critics). Boemio ha scritto e curato libri; ha contribuito con saggi e recensioni a varie pubblicazioni internazionali, scrive regolarmente per le riviste specializzate, e i siti web; ha tenuto parte a simposi, dibattiti e conferenze in musei e festival internazionali.

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