Abbiamo incontrato per la prima volta il lavoro di Luca Maria Patella collezionando i suoi libri di artista. Memorabili le sue Gazzette Ufficiali, medium artistici dall’aspetto burocratico nell’ambito delle quali la parola scritta assume la forma di diagramma e schema grafico. Un secondo incontro con il lavoro di Luca è avvenuto consultando un domenicale del Sole 24 Ore, allorché ci siamo imbattuti nella recensione di un saggio molto interessante scritto da Simone Ciglia, Campo espanso. Arte e Agricoltura in Italia dagli anni ’60 ad oggi.
Abbiamo quindi raccolto tutta la bibliografia di Luca e siamo subito rimasti profondamente colpiti dal suo lavoro degli anni ’60 e, in particolare, dalle opere Muri parlanti, Alberi parlanti, Terra Animata e Ambiente protettivo animato, declinate attraverso i vari medium che all’epoca appena si affacciavano sulla scena artistica.
Poi, attraverso gli amici Marco Senaldi, Elio Grazioli e Bruno Di Marino, siamo riusciti a incontrare sia lui che la moglie Rosa Foschi, anche lei artista, che, oltre a perseguire una propria linea di ricerca, ha anche sempre collaborato con il marito.
Sin da subito è stata netta in noi la sensazione di trovarci di fronte ad un artista totalmente assorto nel suo mondo, quasi sospeso. Durante il nostro primo incontro Luca indossava un kimono bianco ricamato in cui si sentiva perfettamente a suo agio. Era felice di poter comunicare la sua arte, di poterla mostrare e spiegare ed era anche curioso – un po’ divertito – nel misurare le nostre reazioni. Nella casa tutto parlava di lui e del suo lavoro, come di quello di Rosa.
Da lì in poi abbiamo trascorso con Luca e Rosa delle giornate molto intense a parlare di arte e di libri, ma anche di vita. In varie occasioni Luca ci ha mostrato i sui quaderni pieni di scritture, disegni, schemi, schizzi, riflessioni e sogni notturni, frutto del suo vasto sapere multidisciplinare.
Successivamente è nata l’idea di organizzare una mostra che è stata realizzata a Milano tra novembre e dicembre del 2022 grazie alla curatela di Elio Grazioli e di Bruno Di Marino. Nell’occasione sono stati proiettati i film di Luca e Rosa risalenti agli anni 1965-1971 con un inedito, pure molto interessante, realizzato da Luca nel 2000 intitolato Glovis. Alla mostra è seguita la collezione di Maria ispirata alle opere di Luca. Nelle due occasioni la collaborazione dell’artista è stata molto forte, stimolante ed aperta, così come quella di Rosa.
Caro Luca Ti ricorderemo sempre e ti salutiamo con una frase che pronunci alla fine di Glovis e che secondo noi rappresenta perfettamente il tuo ritratto: «Un artista, se non è un intellettuale, che artista è?».
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