Milano Art Guide ed exibart presentano It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World, un atlante della fotografia degli anni 2020, da scoprire ogni settimana su Instagram: l’ospite di questa settimana è Yuval Yairi. Per dare un’occhiata al takeover nelle stories del nostro account instagram, vi basta cliccare qui.
A cosa stai lavorando?
«Sto lavorando a quello che alla fine diventerà il terzo e conclusivo capitolo di una trilogia, iniziata con “Surveyor” (2016) e proseguita con “Cyphers & Cypresses” (2019).
Nel primo capitolo ho adottato la figura seminarrativa di un “geometra” come partner e
punto di vista per esaminare ciò che mi circonda e per l’introspezione e la ricerca personale dell’anima, cercando di venire a patti con alcuni episodi del mio passato, rivisitando esperienze del mio servizio militare e affrontando questioni etiche e morali irrisolte, formulando un linguaggio codificato e attraverso azioni e oggetti simbolici.
Cyphers & Cypresses si sposta dalla contemplazione della mia esperienza personale
verso un’analisi più ampia che riflette molteplici prospettive sullo stato dello spazio israeliano, in un contesto personale, politico e geografico, utilizzando il cipresso come strumento di misura e come sensore che raccoglie informazioni sull’ambiente circostante.»
Come trovi ispirazione per il tuo lavoro? E cosa ti ispira di più?
«L’ispirazione può venire da qualsiasi cosa; non sempre arriva consapevolmente, non sempre è facile, a volte non arriva affatto. Posso cercare l’ispirazione, aspettare che arrivi, o (meglio) non contarci troppo ma continuare a studiare e praticare la mia materia.»
Cosa significa fotografare negli Anni Venti del Duemila?
«Fotografare negli anni 2020 è lo stesso di sempre, solo in un mondo molto più affollato e pieno di immagini.»
Il 2020 in una foto?
Yuval Yairi è nato in Israele nel 1961 e attualmente vive e lavora a Gerusalemme. Si è laureato nel 1988 presso il dipartimento di comunicazione visiva della WIZO Haifa Academy of Design and Education. Tra gli anni 1988-1999 è stato direttore di uno studio di design a Gerusalemme, dove ha prodotto e diretto cortometraggi e documentari. Dal 2004 il lavoro di Yairi si è dedicato alla ricerca e alla pratica artistica, lavorando principalmente con la fotografia e il video.
Yairi esplora luoghi locali storicamente, culturalmente o politicamente carichi di significati che sono anche associati alla sua biografia e memoria personale. Che si tratti di un lazzaretto o di una biblioteca di uno scrittore, di un villaggio arabo abbandonato, di una camera d’albergo a buon mercato o di un museo in fase di ristrutturazione, tutti vengono trasformati attraverso la sua prospettiva personale, decostruendo e ricomponendo spazi, tempi ed eventi.
Le opere di Yairi sono state presentate in musei, gallerie e festival internazionali e fanno parte di collezioni pubbliche e private. Nel 2017 ha vinto il Ministry of Culture Award for Visual Arts.
Info: Sito web, Instagram, Facebook
Galleries: Podbielski Contemporary, Milano / Zemack Contemporary, Tel Aviv /
Fabienne Levy, Lausanne /
Per le altre interviste di It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World potete cliccare qui.
Dopo il successo di Alessandria Scolpita nel 2019, il Palazzo del Monferrato ospita sino al 6 ottobre 2024 Alessandria Preziosa.…
Maurizio Cattelan torna a esporre in galleria dopo più di 20 anni, esordendo da Larry Gagosian a New York. E…
Andrea Gambetta, Antonio Addamiano, Uros Gorgone, Cesare Biasini Selvaggi, Manuela Porcu, Fabio Mongelli, Simone Manuel Sacchi, Edson Luli, Federico Pazzagli,…
A pochi giorni dalla sua scomparsa, l'artista Pino Pinelli viene ricordato dal gallerista Antonio Addamiano. Tra mostre, progetti passati e…
È stata presentata ufficialmente oggi a Roma la nuova iniziativa della Capitale italiana dell’arte contemporanea voluta dal Ministero: per candidarsi…
Rielaborare la classica figura del martire, attraverso materiali eterogenei, per riscoprire una scultura di valori contemporanei: allo Studio la Linea…