Da inizio luglio Kaufmann Repetto ospita “Lifeguards”, la prima personale di Katherine Bradford in mostra fino al 9 ottobre. Le larghe campiture e l’impatto con i colori scelti da Bradford rassicurano e lasciano riflettere, segnando una nuova stagione per la pittrice americana.
Quello che colpisce, prima di tutto, sono le campiture di colore, ben distese e legatissime alla dimensione del liquido. L’immaginario costruito da Bradford è costellato di bagnanti e nuotatori immersi in una gamma cromatica che spazia dalle sfumature di blu fino al cobalto e all’azzurro.
I corpi che abitano questo immaginario sono androgini e dai lineamenti vaghi. L’unico elemento fortemente caratterizzante è, infatti, il colore della loro abbronzatura. La prospettiva pittorica di Bradford è in grado di creare scenari molto diversi, dalle buffe pose plastiche dei tuffatori fino alla verticalità dei bagnini – lifeguards, appunto – che spezza le composizioni in primo piano.
Il percorso dell’artista ha visto la successione di molte stagioni che l’hanno portata alla figurazione dopo un’inizio fortemente legato alla pittura astratta. “Lifeguards” nasce dopo un periodo tumultuoso per il mondo interiore di Bradford che interpreta la crisi politica e, in ultima istanza, la pandemia attraverso la rappresentazione delle interazioni umane nelle opere ospitate da Kaufmann Repetto.
L’incarnazione della liquid modernity di Bauman risuona chiaramente nelle campiture leggere e liquide di Bradford mettendoci davanti ad uno specchio del nostro tempo. La ricerca di Bradford si concentra sullo spirito di adattamento della nostra specie, proprio l’artista infatti dichiara di voler «esplorare chi siamo, come ci adattiamo, come ci adattiamo insieme a livello visivo, come stiamo gli uni accanto agli altri».
L’interesse sociale dell’artista, infatti, si riflette anche nel suo impegno all’interno della comunità artistica newyorkese e in quella del Maine.
Katherine Bradford, ormai diventata un’ importante esponente dell’arte contemporanea newyorkese, porta a Milano una ventata di freschezza in grado di far riflettere sul durissimo periodo che stiamo affrontando grazie alla leggerezza e alla fluidità delle sue opere.
GiĂ docente alla Yale School of Art, alla Skowhegan School of Painting and Sculpture e alla Pennsylvania Academy of Fine Arts il Portland Museum of Art nel Maine le dedicherĂ una mostra antologica itinerante nel 2022.
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