Letizia Cariello, Fuso orario, exhibition view. Courtesy l'artista e Galleria Studio G7, Bologna, foto Alessandro Fiamingo
Letizia Cariello (Copparo, 1963) è un’artista poliedrica che, dopo svariate collaborazioni con importanti realtà galleristiche italiane e internazionali approda con la sua ultima personale per la prima volta alla G7 di Bologna con “Fuso Orario”, personale a cura di Leonardo Regano.
In occasione di Art City 2021 per lo storico spazio di via Val D’Aposa l’artista ha impostato una mostra tutta basata sul disegno. Come racconta la gallerista Giulia Biafiore infatti, la Cariello, pur non essendo interessata all’astrologia, ha individuato sette punti che composti rappresentano la costellazione che dall’incontro tra Giove e Saturno ci ha portati all’era dell’Acquario, età mitica che avvierà un processo di rinascita per la coscienza comune e un’evoluzione spirituale capace di condurci alla piena consapevolezza come esseri umani.
Alle vibrazioni energetiche corrispondono diversi colori traslati in altrettanti volumi dipinti a mano sui quali sono stati posti dei dischi di marmo, pietre di recupero che hanno già un loro tempo e una loro storia alle quali viene conferita una certa leggiadria per taglio delle forme e dei colori.
Un relazionarsi direttamente con lo spazio che parte con questa parete tutta “spostata” a destra con il chiaro intento di dare una certa armonia al rapporto del fruitore con l’installazione.
Su ciascuna pietra campeggia un calendario, il gesto più riconoscibile della ricerca dell’artista, una sequenza di numeri e lettere che rappresentano le iniziali delle date a partire dal giorno in cui intraprende l’esercizio di scrittura e concentrazione mentale sul tempo a venire, a tratti una forma di meditazione sul tempo e sulla sua reale esistenza.
Nella fattispecie la Cariello decide di partire dal centro della piastra per cercare un equilibrio tra ritmo interno ed esterno attraverso i numeri e le iniziali dei giorni della settimana.
Sulla parete opposta, collegati da due elementi che ricordano dei corpi celesti posizionati accanto alla porta sulla parete frontale rispetto all’ingresso in galleria la serie denominata Shlomit, disegni realizzati con chiodi a punta quadrata e filo di lana, rappresentano lo stesso concetto della costellazione.
Creando paesaggi/passaggi immaginari, rimarginano dei legami come per la sua nota serie dei Gates. Essendo essi stati realizzati senza alcuna preparazione portano ad immaginare alla “performance” della quale hanno potuto godere gli addetti ai lavori durante l’allestimento in Galleria Studio G7.
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