Catanzaro: la città dei Tre Colli, da ottobre 2024 e fino a marzo 2026, si prepara ad accogliere e a far gemmare, su tutto il territorio nazionale, il progetto Performing dedicato alle arti performative di cui l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro è capofila insieme a undici altre istituzioni tra cui: Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Accademia di Belle Arti di Napoli, Accademia di Belle Arti di Sassari, ISIA di Faenza, Conservatorio di Musica di Napoli, Conservatorio di Musica di Taranto, Conservatorio di Musica di Siena, Conservatorio di Musica di Terni, Conservatorio di Musica di Perugia, Università degli Studi di Brescia, Scuola Superiore Meridionale.
Catanzaro sarà quindi il centro operativo e di coordinamento di un progetto di ampio respiro, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con circa 3,7mln di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che intende stimolare e incentivare la continua integrazione tra le diverse espressioni artistiche e la collaborazione costante tra chi opera nel campo della cultura, dell’arte, del sociale e delle nuove tecnologie, agevolando il dialogo tra giovani artisti, studiosi di formazione e figure professionali che ruotano attorno al mondo della cultura. Il primo appuntamento, che ha innestato radici nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro nella sede di Via Tripoli, all’interno del cortile conviviale; crocevia di saperi, utilizzato dagli studenti come punto di ritrovo, scambio, dialogo, ha accolto l’opera dell’artista Luana Perilli che, durante alcuni mesi ha esplorato, attraverso un lavoro partecipativo e in divenire pensato come laboratorio di ricerca esteso, costruendo una mappatura dell’Appennino, dalla Calabria al Piemonte. L’opera ambientale scaturita dalle camminate dei partecipanti attraverso un’esperienza di immersione e di animalità condivisa (dove la protagonista è l’Amata Phegea) sono bastoni, intesi come prolungamento del proprio corpo, emblema di dialogo tra animale e vegetale e di attraversamento fisico. Bastoni colorati, con differenti texture che nella mostra Cantalamissa diventano sguardi, mani, attraversamenti.
Durante la giornata inaugurale di Performing, avvenuta il 10 ottobre, si sono accesi i riflettori sullo stato delle arti performative, in stretta relazione con l’arte figurativa, la musica, lo spettacolo e la ricerca. Una riflessione che durerà diciassette mesi e che ragionerà sulla pratica performativa attraverso l’uso del corpo, sulla perdita dell’identità, sul bisogno non corrisposto d’amore degli esseri umani, sulla violenza intrinseca della nostra natura, celata sotto il perbenismo ipocrita della borghesia, sul dolore ineluttabile dell’esistenza umana, contro la logica del capitalismo, che impone un’estetica standardizzata e soprattutto vuole affrontare la morte attraverso la vita. Tali pratiche sono state tutt’altro che immotivate, se si pensa al valore simbolico e pratico assunto dai cambiamenti che riguardano la fisicità. Partendo da tale assunto il progetto rintraccia, nelle sue valenze storiche, le prime esperienze di inizio secolo legate alle sperimentazioni delle avanguardie storiche, sino a riflettere sullo stato delle arti performative e dello spettacolo ai nostri giorni.
«L’idea di “Performing” nasce nel 2023 – ha spiegato Simona Caramia, referente scientifica del progetto per l’Aba Catanzaro –. Il progetto, grazie alla sinergia con le altre undici istituzioni coinvolte, ha ottenuto l’importante riconoscimento scientifico e quindi il finanziamento da parte del Mur. L’obiettivo di “Performing” è quello di realizzare un festival delle arti performative itinerante in Italia e all’estero ma che abbia il centro logistico, operativo e di coordinamento in Catanzaro. La prima tre giorni di avvio del progetto ci ha visto mettere a fuoco alcune questioni operative e pratiche molto importanti: abbiamo gettato le basi di una collaborazione interdisciplinare, fondata su competenze tecniche e artistiche molto diverse e complementari, che faranno di “Performing” un vero e proprio laboratorio nazionale sullo sviluppo di nuove frontiere delle arti performative e su come queste possano influire sull’evoluzione sociale, economica e culturale dei territori che esse investono, oltre che il loro impatto diretto sulle persone».
La strategia d’azione proposta dal Partenariato è quella di ragionare sullo stato della Performing-Art non solo da un punto di vista artistico ma anche con un approccio educativo. Così, Chiara Magri, Presidente del Corso di studi in educazione professionale di UniBS, racconta di come, con l’ausilio di docenti e studenti andrà a studiare il lato educativo dei linguaggi performativi. Il progetto si realizzerà a Mantova, nel quartiere Lunetta. Quartiere in cui ci sono 24 etnie, quartiere che ha il 36% di cittadini migranti. L’idea sarà quella di trasformare il quartiere in un laboratorio sociale operando su tre target diverse di persone: bambini del nido e genitori; adolescenti e donne del quartiere – in cui le donne racconteranno la loro geografia sentimentale –.
Oppure Giovanni Scapetti, referente scientifico del Conservatorio di Musica di Perugia, che energicamente racconta il progetto in collaborazione con i conservatori di Siena e Terni incentrato sulla produzione mettendo in primo piano la figura del compositore Maurice Ravel, in considerazione del 150esimo anniversario della nascita, che cadrà il 7 marzo 2025. La proposta riguarderà la rappresentazione di un balletto o di un’idea incentrata sul repertorio strumentale, ma anche la composizione di nuove opere. In questa fase saranno coinvolti non soltanto studenti provenienti dalle tre istituzioni, ma anche gli studenti delle istituzioni partner estere, consolidate anche dal programma Erasmus.
Tra “Messa del mare” per le vittime delle migrazioni coordinata dal Conservatorio di Napoli, costruzioni di ambienti sonori dell’Isia di Faenza e la produzione di un Pilot per mano dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ci sarà anche un tour in furgone da Belgrado a Cairo, in cui 12 professori dell’Accademia di Belle Arti di Napoli partiranno per varie università. Il tour durerà 1 mese e nel tragitto verranno “imbarcati” materiali simbolici delle zone di visita per poi riutilizzarli con una restituzione nel corso del periodo di esplorazione di Performing. Sempre la Aba di Napoli, coordinata da Enzo Gagliardi (coordinatore scientifico) che chiosa: “Gli uomini e le donne del futuro sono quelli che riusciranno a vedere le cose insieme” si cimenterà nel progetto Crossing | il ponte fantasma di Mitrovica; territorio kossovaro, teatro della ferocia umana che ancora oggi, ai superstiti ne fa vivere il dramma. Qui il fiume che divide la città, quello che era una risorsa è tutt’ora un limite invalicabile, un limite invalicabile tra le etnie, da un lato i serbi, dall’altro i musulmani e cristiani. Su quel ponte realizzato dopo la guerra dei Balcani nessuno osa passarci, malgrado sia vigilato notte e giorno dai carabinieri, nessuno dell’una e l’altra parte lo attraversa. Su quel ponte, si cercherà di cucire le ferite con l’arte.
Tutto questo e molto altro ancora, sarà il progetto Performing che vedrà la restituzione di tutti questi progetti con un Festival che si svolgerà in due tappe: la prima a Maggio 2025 e l’altra a Febbraio 2026 e che coinvolgerà il territorio catanzarese a partire dalla sede dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro che diventerà crocevia di culture, relazioni, aperture, dialoghi e laboratori. Inoltre, per una più inclusiva fruizione di tutti i progetti, l’Accademia di Belle Arti di Sassari lavorerà per rendere fruibile tutto anche nel metaverso che sarà un grande contenitore dove convergeranno tutte le azioni realizzate dai vari partner. La performance sarà intesa a largo spettro; videogame come performance, spettacolo, streaming – dai live stream di Twitch alla videoarte del machinima, dai walkthrough ai Let’s Play –.
A chiudere, il racconto attorno al tavolo; Luigi Maria Sicca referente della Scuola Superiore Meridionale di Napoli. Sicca invita alla Co-costruzione, al pensare insieme a orientare congiuntamente le idee nella direzione di una parola chiave che è Viaggio. Viaggio che lancia anche una desinenza ING, contenuta anche in Perform-ing. Quell’Ing che si fa sede per infrangere i confini. Un invito a lasciarsi fecondare dai saperi millenari, – pensiero artistico e del sapere filosofico –, per onorare questa lunga marcia.
Durante le giornate inaugurali, si sono altresì puntati i riflettori sulla riapertura del museo Metauros di Gioia Tauro con l’inaugurazione dell’installazione permanente degli artisti Claudia Giannuli e Luca Sivelli, e si è svolto il concerto dei Meat for Dogs nel corso del quale è stato presentato il videoclip realizzato dalle studentesse della Scuola di Regia, Amata Gatto e Nicole Cuda con il coordinamento del docente Vladimir Costabile, del loro ultimo singolo, “Vorrei dirti”.
Il Direttore dell’Accademia Virgilio Piccari: «Oggi siamo fieri di presentare al nostro territorio e al contesto nazionale il progetto “Performing” – ha detto -. Voglio sottolineare intanto la grande disponibilità e il coinvolgimento dimostrati dai partner, ma anche l’importante valore formativo di “Performing” che è stato pensato per qualificare a livello internazionale l’offerta di ognuna delle istituzioni coinvolte ed elevare così al rango meritato la formazione nel comparto Afam. È poi motivo di straordinario orgoglio aver ottenuto dal Ministero l’approvazione al progetto e con essa il riconoscimento del ruolo di capofila: è la certificazione della qualità del grande lavoro fatto negli ultimi anni da tutte le persone che compongono l’Aba di Catanzaro».
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