Nell’esposizione in galleria due anime complementari si confrontano: da una parte l’interpretazione poliedrica di uno stesso soggetto riprodotto in diversi modi, dall’altra veri e propri collage fotografici in cui gli inserti di colore, insieme all’uso degli specchi a installazione o nella composizione di piccole opere giustapposte, allargano il campo d’indagine verso coordinate più ampie e complesse. Il processo di selezione e conseguente modificazione della realtà oggettuale è posto come denominatore comune, zoccolo duro attraverso il quale la mostra si sviluppa e procede.
Nella serie dei Paesaggi, a partire da un’unica opera (un paesaggio ameno di sassi torniti, colline verdeggianti e rivoli a solcar la composizione) l’artista prova a ricreare molteplici ambienti altri, ulteriori fascinazioni e identità diverse; grazie al classico uso del collage e all’ibridazione delle tecniche compositive – mixed media che si avvale del colore, dell’immagine fotografica e della luce – decide di scomporre, ritagliare, lacerare l’immagine primigenia, rendere diviso e caotico ciò che originariamente era unito e semplice.
Dall’idea di violentare l’immagine e connetterla attraverso il colore – che ha la funzione di legare e impastare i pezzi così scomposti, proponendosi come vero e proprio cromatismo emozionale – Gioacchino Pontrelli introduce un ulteriore indice di complessità, un interrogativo che trascende il confine stesso dell’arte propriamente detta: come il dato oggettivo possa variare a causa dell’intervento interpretativo dell’agente. L’artista si pone in opera come selezionatore dei contenuti e dei fatti salienti, dissimula e ricompone, mostra e nasconde, presenta in purezza o rende edulcorato.
L’operazione, lontana e normalizzata da quegli interventi politici primo novecenteschi, si risolve con equilibrio ed elegante resa. Le grandi tavole di paesaggio, i tavoli come obitori in cui guardare una realtà decorticata e ridotta a pezzi, attraggono lo spettatore verso una percezione circolare e sincopata.
Se la pittura, insieme al collage e all’uso continuato di diverse tecniche, abbiano ancora la forza comunicativa di inserirsi dentro il caleidoscopico girone dell’arte è un interrogativo cui Pontrelli ammette di dover dare risposta; quello che di fronte a queste opere si può certamente constatare è che l’universo fenomenico presentato non esaurisce la visione, ma provoca anzi suggestioni e modificazioni nell’ambiente rivelando, nell’intellegibile volta della sua fruizione, un legamento sottile, coordinate che interessano la pulsione di ciò che provocano oltre sé, suo malgrado.
Paola Pluchino
dal 5 ottobre al 24 novembre 2012
Gioacchino Pontrelli
Contemporaneo Emergente
a cura di Raffaele Gavarro
Galleria Oltredimore
Piazza San Giovanni in Monte 7 – (40123) Bologna
Orario: da martedì a sabato ore 10-13 e 17-19,30 o su appuntamento
Info: Tel: 051 6449537 – www.oltredimore.it – info@oltredimore.it
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